
Il parquet a spina italiana, conosciuto anche come posa a spina di pesce, è un modo per pavimentare con il legno che affonda le sue radici nella storia e si distingue per un design capace di arricchire ogni ambiente con eleganza e armonia. Scopri, allora, perché scegliere il parquet a spina italiana e quali sono le differenze con altre tecniche, come ad esempio quella ungherese.
L’origina storica del parquet a spina italiana
La posa a spina italiana risale all'epoca romana: gli antichi notarono come la disposizione delle pietre a V rendesse più stabili le strade. A partire del XVI secolo questa tecnica è stata applicata anche alla pavimentazione d’interni e, in particolare del parquet. A fare da aprifila è stata la nobiltà francese, che prediligeva questo stile per i propri palazzi.
Il parquet a spina italiana è apprezzato, quindi, non solo per la sua bellezza intramontabile ma anche per la sua capacità di rendere gli spazi più accoglienti e caldi.

Tecniche di installazione: incollata o flottante?
Andando agli aspetti più pratici, la posa a spina di pesce prevede che le parti che compongono il parquet debbano essere posate a 90 gradi in file parallele. In pratica, la testa di un rettangolo deve combaciare col fianco di quello successivo. Passando, invece alla concreta realizzazione, ci sono due tecniche principali:
- La posa incollata è una tecnica tradizionale che prevede l'applicazione di un adesivo specifico direttamente sul sottofondo, su cui verranno poi posizionate le doghe di parquet. Questo metodo garantisce una maggiore stabilità del pavimento e, soprattutto si adatta a ogni schema di posa. Tuttavia, i tempi possono allungarsi e le materie prime non possono essere smontate e recuperate.
- Al contrario, la posa flottante è una tecnica più moderna e veloce che non richiede l'uso di collanti. Le doghe di parquet vengono assemblate tra loro grazie a un sistema di incastri. Pur essendo un metodo più economico e veloce, pecca in stabilità ed è adatto solo a tavole di dimensioni grandi.

Parquet a spina italiana vs a spina ungherese: quali sono le differenze?
Il parquet a spina italiana e quello a spina ungherese sono due delle geometrie più apprezzate. Sebbene possano sembrare simili a prima vista, presentano differenze significative sia nell'aspetto che nella posa.
Del metodo “italiano” se ne è già parlato, mentre il parquet a spina ungherese presenta doghe tagliate a 45° o 60° che vengono disposte formando un angolo acuto, creando un motivo più dinamico e meno rigoroso rispetto alla spina italiana. Questo tipo di posa è spesso associato a uno stile più moderno e può essere utilizzato per creare una particolare atmosfera nella stanza. Tuttavia, per modificare l’angolo di posa, le teste dei listoni devono essere sagomate alla perfezione, richiedendo – tra l’altro – maggiore materiale.

Colori e finiture ideali per il parquet
La versatilità del parquet, sia esso a spina italiana o ungherese, si manifesta nella sua ampia selezione di finiture, che spaziano dalle più tradizionali, come il caldo rovere naturale, fino alle opzioni più moderne, quali il grigio smoked. Questa varietà permette di abbinare il pavimento a diversi stili d'arredo, da quelli classici e senza tempo a quelli moderni e minimalisti.
In particolare, mentre il rovere naturale può aggiungere un senso di calore e accoglienza, le finiture più scure o colorate possono creare un ambiente sofisticato e alla moda.

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