C'è chi lo ama e chi lo odia: il brutalismo, uno stile architettonico che ha lasciato il segno nel mondo. Ma perché suscita opinioni così contrastanti? È antiestetico o rivoluzionario? Con le loro forme massicce e i materiali grezzi, queste costruzioni hanno un fascino tutto particolare. Scopri la storia, le caratteristiche, gli architetti geniali e agli esempi di edifici del brutalismo in architettura, nel mondo e in Italia.
Cosa si intende per architettura brutalista
Il brutalismo è un movimento architettonico che emerge nel secondo dopoguerra come risposta al Movimento Moderno, come simbolo di rinascita post-bellica e caratterizzato dall'uso del béton brut o cemento grezzo. Il termine fu usato per la prima volta da Le Corbusier descrivendo l'Unitè d'Habitation a Marsiglia.
L'architettura brutalista ha queste caratteristiche:
- un'estetica grezza e funzionale, spesso percepita come austera e imponente;
- edifici con solide forme geometriche massicce;
- l'uso espressivo del cemento a vista, che esalta la materialità senza alcun ornamento superfluo.
Il brutalismo rappresentava non solo una rottura radicale con gli stili architettonici precedenti, ma rispecchiava anche il costume sociale e culturale post-bellico. Era sentito come un modo per ricostruire comunità devastate dalla guerra con strutture economiche, durature e funzionali. Inoltre, questo stile è stato adottato in vari contesti internazionali, diventando simbolo di modernità e progresso tecnologico durante il periodo della Guerra Fredda.
Gli architetti principali del brutalismo
Tra i tanti architetti che sono entrati nelle fila di questo movimento, chi ha inventato il brutalismo sono Alison e Peter Smithson tra i maggiori pionieri, con opere come la Robin Hood Gardens a Londra che incarna i principi di design brutalista. James Stirling ha contribuito a diffondere lo stile con progetti ed esempi di architettura moderna come il complesso residenziale Florey Building a Oxford, mentre Paul Rudolph ha esplorato le potenzialità espressive del béton brut in edifici come la Art and Architecture Building dell'Università di Yale.
Architettura brutalista in Italia
Nel contesto italiano, il brutalismo ha trovato terreno fertile soprattutto negli anni '60 e '70. Architetti come Giuseppe Terragni e Carlo Scarpa hanno interpretato il brutalismo con una sensibilità unica, incorporando elementi tradizionali italiani all'interno di una visione architettonica moderna e senza compromessi, facendo da sfondo a grandi trasformazioni culturali e sociali.
Uno degli esempi più significativi di brutalismo in Italia è a Milano: la Torre Velasca, dopo i lavori di restauro tornata come nuova, progettata dal gruppo BBPR. Questo edificio si distingue per la sua forma caratteristica che ricorda un fungo, una scelta progettuale che ottimizza lo spazio interno e crea anche un'icona visiva distintiva che svetta nel panorama urbano milanese. Il brutalismo a Roma invece si è espresso bene con il Corviale - detto anche il Serpentone - un unico corpo di 986 metri di lunghezza con 9 piani di altezza, un imponente complesso residenziale che semplifica l'uso del cemento a vista e le forme geometriche pure, tipiche di questa corrente.
Diffusione e impatto globale
Il brutalismo ha trovato terreno fertile in diversi contesti internazionali, adattandosi localmente in paesi come USA, Brasile e stati dell'est: famoso è infatti il brutalismo sovietico che ben si allinea all'idea dell'architettura collettiva. Questo stile ha risposto alle diverse esigenze culturali e sociali di ogni nazione: negli Stati Uniti, ad esempio, è stato spesso utilizzato per edifici governativi e istituzioni educative, simboleggiando stabilità e forza. In Messico è possibile invece vedere una casa brutalista che ricorda le antiche fortezze nella giungla.
In Brasile, l'architetto Oscar Niemeyer ha interpretato il brutalismo con una sensibilità unica, integrando curve sinuose che contrastano con la tipica rigidità brutalista, come si può vedere nel Palazzo del Congresso Nazionale a Brasilia.
Percezione e rivalutazione dello stile brutalista
Inizialmente celebrato per la sua audacia, il brutalismo ha subito successivamente critiche per la sua estetica fredda e imponente. Recentemente, tuttavia, è stato rivalutato, particolarmente nell'era dei social media: le strutture brutaliste sono spesso celebrate perché particolarmente fotogeniche, come sospese nel tempo.
La rivalutazione del brutalismo è evidente anche nell'interesse crescente verso la conservazione di edifici brutalisti iconici: questo nuovo apprezzamento si manifesta anche nell'architettura contemporanea, dove elementi brutalisti vengono reinterpretati in chiave moderna, così nel design e nella cultura popolare.
Oggi il movimento per la conservazione degli edifici brutalisti ha guadagnato notevole slancio: molti di questi edifici sono ora riconosciuti come importanti esempi di patrimonio culturale. Tuttavia molti esempi brutalisti rimangono a rischio demolizione perché considerati esteticamente divisivi e costosi da mantenere.
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