In un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza delle proprietà private, sono molti coloro che si interrogano sulla possibilità di installare importanti sistemi di deterrenza o antieffrazione. Ma usare il filo spinato per una recinzione è legale? In base ai principi generali definiti dall’articolo 51 del Codice Penale, è possibile ricorrere a questo strumento purché l’utilizzo sia proporzionato al diritto da tutelare e, fatto non meno importante, sia accompagnato da una chiara segnalazione e da una visibilità ottimale.
Questo perché è necessario un adeguato bilanciamento tra le necessità di protezione della proprietà e, al contempo, dell'incolumità altrui. Ma cosa sapere, prima di procedere all’installazione?
Il filo spinato è legale?
Il filo spinato rappresenta una soluzione mediamente comune per proteggere le proprietà private dall’accesso indesiderato di terzi, come ad esempio ladri e rapinatori. Tuttavia, il suo ricorso deve sempre rispondere a criteri di proporzionalità stabiliti dalla legge.
La normativa di riferimento
Innanzitutto, è utile analizzare i riferimenti di legge che regolano l’installazione del filo spinato e altre soluzioni analoghe, come ad esempio le inferriate con punte vive. Come già spiegato, l’articolo 51 del Codice Penale gioca un ruolo cruciale: afferma infatti che non è punibile chi commette un fatto costituente reato nell’esercizio di un diritto, o nell’adempimento di un dovere, purché proporzionato. Di conseguenza, se applicato al filo spinato, se ne deduce che:
- si tratta di un mezzo utile a esercitare il diritto di difesa della proprietà privata, peraltro garantito dall’articolo 42 della Costituzione;
- purché vi sia proporzionalità nel suo utilizzo, ovvero lo strumento non sia insidioso o atto a causare danni eccessivi, come lesioni gravi o mortali.
Con la sentenza 14519/2010, la Cassazione ha ribadito che l’utilizzo di simili dispositivi - come, appunto, il filo spinato - può avvenire se evidenti e non camuffati, affinché non rappresentino un pericolo nascosto. Come facile intuire, la valutazione della liceità è sempre caso per caso.
Vi sono, poi, altre norme da prendere in considerazione prima di procedere all’installazione. In particolare:
- l’articolo 2051 del Codice Civile specifica che il custode di una cosa è responsabile dei danni da essa provocati, a meno che si dimostri il caso fortuito. In altre parole, il proprietario del filo spinato potrebbe essere chiamato a rispondere di danni a terzi, a meno che l’evento non sia stato imprevedibile o inevitabile;
- gli articoli 582 e 590 del Codice Penale puniscono le lesioni personali, dolose e colpose, prevedendo perciò la responsabilità del proprietario per le ferite causate dal filo spinato, anche in presenza di intrusi intenzionati a violare la proprietà privata.
Il principio degli offendicula
L’articolo 51 del Codice Penale suggerisce la necessità di approfondire gli offendicula, ovvero tutti quegli strumenti - oltre al filo spinato anti intrusione, anche inferriate con punte e cocci, vetri sui muri o cani addestrati - che costituiscono mezzi passivi di difesa.
Come già spiegato, l’utilizzo è ammesso purché si rispettino tre principi fondamentali:
- la proporzionalità, ovvero il danno potenziale causato dallo strumento deve essere sempre commisurato al bene protetto;
- la non insidiosità, cioè l’impossibilità di ricorrere a dispositivi nascosti o trappole, che potrebbero causare danni o ferire innocenti;
- la visibilità, ovvero che lo strumento sia esposto in modo palese e opportunamente segnalato - ad esempio, con un cartello per il filo spinato - per permettere a chiunque di riconoscere il pericolo.
Questi principi valgono non solo per la difesa di immobili e giardini, ma anche per l’uso agricolo: ad esempio, un filo spinato per i cinghiali deve essere comunque visibile e segnalato, per evitare negative conseguenze a terzi.
Come installare un filo spinato legalmente
Compresi i riferimenti di legge, è utile capire come installare un filo spinato legalmente, ovvero rispettando i principi di proporzionalità, non insidiosità e visibilità. Ma quali fattori prendere in considerazione?
I permessi da ottenere
In primo luogo, è utile verificare se sia necessario l’ottenimento di titoli abilitativi, in base al D.P.R. 380/2001, ovvero il Testo Unico dell’Edilizia. In linea generale, se l’opera non è permanente - ad esempio, un filo spinato adagiato su pali in legno mobili - l’intervento rientra all’interno dell’edilizia libera.
Tuttavia, se lo strumento è integrato in opere murarie di nuova costruzione, come sulla sommità di un muro in cemento o mattoni, potrebbe essere necessario il permesso di costruire, anche in base alle disposizioni del Comune di residenza.
A che altezza si può mettere il filo spinato
Sebbene non esista una norma specifica, è anche utile valutare a che altezza installare il filo spinato. Proprio in virtù dei principi precedentemente elencati, il dispositivo non deve causare un danno immotivato a terzi e, di conseguenza, dovrebbe essere sempre implementato a un'altezza tale da non ferire passanti, bambini o animali domestici.
Di solito, si preferisce installarlo sulla sommità di muri, palizzate in legno oppure recinti in metallo, meglio se a un’altezza superiore ai due metri, affinché non interferisca con le persone che casualmente transitano sulla strada, ma funga da deterrente solo per coloro che desiderano scavalcare la recinzione.
Ovviamente, nelle zone rurali o agricole, le tolleranze possono essere diverse: se si vuole limitare l’accesso agli animali selvatici, il filo deve essere predisposto ad altezze inferiori. Dovrà, tuttavia, essere più che evidentemente segnalato per evitare danni al prossimo.
Come segnalare il filo spinato
Come visto, la segnalazione è fondamentale affinché il fino spinato non sia insidioso, oltre che perfettamente visibile. Per la predisposizione dell’apposito cartello, è bene appendere riquadri di grandezza sufficiente, con frasi che ne indicano esplicitamente la pericolosità. Ad esempio, si può scrivere “attenzione: recinzione con filo spinato” o, ancora, “pericolo: filo tagliente”.
È importante che vengano previsti più cartelli lungo tutta la recinzione, a intervalli regolari, e che siano ben visibili anche a distanza. Ancora, può essere utile implementare dei punti luce, per agevolarne la lettura anche di notte. In altre parole, i cartelli devono dimostrare che il proprietario ha agito preventivamente per evitare incidenti, esonerandolo da eventuali responsabilità, sempre in base all’articolo 51 del Codice Penale.
Il filo spinato in condominio
Un caso particolare è rappresentato dagli offendicula in ambito condominiale, dove potrebbero esservi dei divieti al filo spinato, soprattutto se installato da un singolo proprietario.
Questo perché, oltre ai principi già elencati, bisogna rifarsi al regolamento condominiale, che potrebbe impedirne esplicitamente l’installazione. Ancora, bisogna sempre ricordare che gli interventi sia su parti private che comuni dello stabile - si pensi a un filo spinato sul balcone, sulla facciata dello stabile - non devono andare a detrimento della stabilità, la sicurezza e il decoro architettonico del condominio.
Per il filo spinato in parti private dello stabile, l’approvazione in assemblea non è sempre necessaria, a meno che la recinzione non sia visibile dalla facciata esterna dell’edificio, causando così un’alterazione al decoro architettonico. In questo caso, l’assemblea può opporsi e richiederne l’approvazione preventiva, con maggioranze diverse a seconda della natura dell’intervento. Ad esempio, se si tratta di un’innovazione che incide sulle parti comuni dello stabile, ai sensi dell’articolo 1120 del Codice Civile, l’articolo 1136 richiede:
- la maggioranza degli intervenuti;
- purché rappresentino i 2/3 del valore dello stabile.
Diverso è il caso di un filo spinato voluto da tutto il condominio, ad esempio a protezione delle recinzioni perimetrali del cortile comune. In questo caso, l’intervento può spesso rientrare nella manutenzione straordinaria o nell’innovazione non gravosa, perché necessaria alla sicurezza comune. Sarà quindi sufficiente:
- la maggioranza degli intervenuti;
- purché rappresentino almeno i 500 millesimi del valore dell’edificio.
È bene ricordare che gli interventi di manutenzione straordinaria possono essere soggetti alle agevolazioni fiscali per le recinzioni. In questo caso non è però il filo spinato in sé a rientrare nelle detrazioni, bensì la struttura nel suo complesso - come muri di cinta o cancellate - se rispettano i requisiti del Bonus Ristrutturazioni.
Naturalmente, è utile verificare anche le norme locali: il Piano Regolatore Generale e il Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune potrebbero prevedere divieti al filo spinato, per ragioni di decoro urbanistico.
Come fare una recinzione senza permessi
Il filo spinato rappresenta solo una delle tante opzioni di sicurezza per proteggere la proprietà privata. Ad esempio, come procedere se si vuole protezione, senza la necessità di ottenere permessi? Tra le recinzioni da giardino che offrono privacy e sicurezza, pur rientrando nell’edilizia libera, è utile considerare:
- siepi o barriere vegetali che, per via dei fitti rami o della presenza di rovi, possono essere pressoché invalicabili. Non comportando opere edilizie, non richiedono permessi;
- reti o recinzioni mobili leggere, come reti in plastica o metallo non ancorate permanentemente al suolo, tali da rientrare nell’edilizia libera;
- palizzate di legno mobili, lungo il confine perimetrale della proprietà, che possono rientrare nell’edilizia libera se non ancorate definitivamente al suolo, ad esempio con opere di muratura. Se sufficientemente alte o robuste, possono rappresentare una buona soluzione antieffrazione;
- cocci su muri perimetrali già esistenti, una pratica tradizionale diffusa in Italia per scoraggiare l’arrampicata, purché opportunamente segnalati.
Infine, è sempre indispensabile controllare i regolamenti comunali e, in ogni caso, affidarsi a progettisti esperti, così da accertarsi che l’intervento effettivamente non richieda permessi.
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