
Allo scopo di promuovere una migliore sostenibilità a livello residenziale, anche per i contesti condominiali sono in arrivo importanti incentivi. A partire dal Conto Termico 3.0 per i condomini, che prevede la possibilità di ottenere un rimborso diretto per interventi di efficientamento energetico e di produzione di energia rinnovabile, ad esempio tramite l’installazione di pompe di calore, sistemi solari termici e apparecchi a biomassa.
Il budget stanziato è di 900 milioni di euro annui e sia i condomini che singoli privati possono beneficiarne, purché vengano soddisfatti precisi criteri di efficienza e conformità normativa. Ma cosa prevede il Conto Termico 3.0 e quando sarà disponibile?
Cos’è il Conto Termico 3.0
Innanzitutto, è bene specificare cosa si intenda per Conto Termico 3.0. In linea generale, si tratta di un incentivo statale nato per supportare la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, in particolare tramite la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Il Conto Termico 3.0 rappresenta un’evoluzione rispetto alla precedente versione, introdotta dal D.M. 16/2/2016, con novità importanti non solo sul fronte dei beneficiari - tra cui, appunto, i condomini - ma anche sugli interventi ammessi, i massimali di spesa e le procedure per ottenere i fonti. Approvato con il Decreto Ministeriale del 7 agosto 2025, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 settembre dello stesso anno, il Conto Termico 3.0 prevede contributi a fondo perduto pari a 900 milioni di euro, così suddivisi:
- 500 milioni per privati e condomini;
- 400 milioni per le Pubbliche Amministrazioni.
In più, possono ora accedervi anche le Comunità Energetiche (CER) e i progetti di autoconsumo collettivo.
Come funziona il Conto Termico 3.0 nel 2025
Così come già accennato, il Conto Termico 3.0 prevede l’erogazione di fondi diretti per diversi interventi di efficientamento energetico degli edifici, in particolare sul fronte della produzione di energia termica, ad esempio con pompe di calore, biomasse o solare termico.
A differenza di altri bonus, il Conto Termico 3.0 non prevede il rimborso tramite detrazione fiscale all’interno della dichiarazione dei redditi, bensì l’erogazione dei contributi in rate annuali o, per interventi sotto ai 10.000 euro anche in un’unica soluzione. È però richiesta la verifica di specifici requisiti tecnici per i lavori realizzati, affinché soddisfino sia criteri di sicurezza - come la marcatura CE per le apparecchiature - che standard di efficienza minima.

In base alla tipologia d’intervento realizzato, vengono definiti dei tetti massimi di incentivazione - fino al 65% per alcune configurazioni, relativamente al Conto Termico 3.0 del 2025 per il condominio - così come precisi massimali di spesa. La domanda dei fondi può avvenire:
- entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori;
- con modalità di prenotazione riservata per le Pubbliche Amministratori.
Presentate le domande per il Conto Termico 3.0, il GSE ne verifica la regolarità entro 120 giorni e, in caso d’approvazione, ne viene avviata l’erogazione, in un’unica soluzione o in più rate, queste ultime versate annualmente.
Cosa prevede il Conto 3.0 2025 per i condomini
I condomini rappresentano uno dei beneficiari principali del Conto Termico 3.0, anche in virtù della loro diffusione su tutto il territorio nazionale e, di conseguenza, alle grandi potenzialità di efficientamento energetico. La possibilità di accedere ai contributi a fondo perduto è garantita:
- agli interi stabili condominiali, relativamente agli interventi che riguardano le parti comuni;
- ai singoli condomini, in caso provvedessero autonomamente alla realizzazione degli interventi ammessi.
I contributi coprono fino al 65% dei costi ammissibili, con tetti massimi di spesa variabili in base al tipo di intervento. Ad esempio, per le pompe di calore il massimale è di 700 euro al kW per pompe di calore fino a 35 kW, con valori decrescenti per potenze superiori, mentre per il solare termico si arriva a 700 euro al metro quadrato per i primi 50 metri quadrati. Naturalmente, molto dipende dal tipo di impianto installato e dalla configurazione del condominio.
I beneficiari e le tempistiche
Come già specificato, la nuova tornata di incentivi riguarda persone fisiche, giuridiche, pubbliche amministrazioni e - a differenza della precedente versione - anche comunità energetiche e di autoconsumo.
Sempre come già specificato, il Conto Termico 3.0 per privati include fra i beneficiari sia i singoli proprietari di immobili, sia in contesti unifamiliari che condominiali, che gli interi condomini. In questo caso, la domanda deve essere presentata dall’amministratore condominiale o da un delegato, garantendo che l’intervento rispetti i requisiti tecnici richiesti e, ancora, abbia ottenuto le necessarie certificazioni di efficienza energetica.
Ma quando esce il Conto Termico 3.0 nel 2025? Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a fine settembre, sono state diffuse le prime date di disponibilità dei fondi: si potrà probabilmente presentare la domanda a partire dal 27 dicembre 2025, anche se verifiche ed erogazioni saranno poi rese operative nei primi mesi del 2026, con l’aggiornamento dell’apposito PortalTermico del GSE. Ancora, è bene ricordare nuovamente che:
- la domanda va presentata entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori, tramite il portale online;
- il GSE valuta la richiesta entro 120 giorni e, se approvata, avvia l’erogazione. Questa può avvenire in un’unica soluzione - se al di sotto di 10.000 euro - oppure in diverse rate, con il completamento entro 2-5 anni per i privati.
Gli interventi ammessi in condominio
Ma quali interventi sono ammessi per la riqualificazione energetica del condominio? Con l’aggiornamento al nuovo Conto Termico, vi sono delle importanti novità da conoscere. Si potrà infatti accedere al contributo per l’installazione di:
- pompe di calore elettriche, a gas o geotermiche, sia per il riscaldamento che la produzione di acqua calda sanitaria. Sono ammesse anche le pompe di calore “add-on”, ovvero che si integrano impianti già esistenti senza sostituirli completamente. Non sono direttamente inclusi nel Conto Termico i condizionatori, a meno che non si tratti appunto di pompe di calore reversibili installate in impianti esistenti;
- sistemi solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria o di supporto al riscaldamento;
- generatori a biomassa, come caldaie e stufe a pellet ad alta efficienza, all’interno di interventi di sostituzione di impianti obsoleti esistenti;
- scaldacqua a pompa di calore, in sostituzione di precedenti dispositivi elettrici o ad acqua;
- sistemi di teleriscaldamento efficienti, relativamente alla climatizzazione invernale;
- sistemi di microcogenerazione basati su fonti rinnovabili.

Per tutti gli interventi termici, se l’impianto ha una potenza termica pari o superiore ai 200 kW, è necessaria l’installazione di sistemi di contabilizzazione. Inoltre, è utile sapere che gli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo sono ammessi nel Conto Termico 3.0, solo se abbinati a pompe di calore. Ancora, le colonnine di ricarica per auto elettriche sono incentivabili solo se in combinazione con altri interventi, fra quelli già riportati in elenco.
Infine, è bene sottolineare che con il Conto Termico 3.0 gli incentivi per le caldaie a condensazione a gas sono stati fortemente ridimensionati, privilegiando tecnologie rinnovabili come pompe di calore e biomasse.
Un esempio di pratica di Conto Termico 3.0 per il condominio
Data la complessità del sistema di incentivi, un esempio di pratica di Conto Termico può aiutare a chiarirne il funzionamento. Si ipotizzi che un condominio di 25 appartamenti decida di sostituire un vecchio impianto di riscaldamento a gasolio, installando un sistema di pompe di calore ibride da 150 kW e un impianto solare termico da 50 metri quadrati per la produzione di acqua calda sanitaria.
Per ottenere i contributi, il primo passo è quello della diagnosi energetica: un tecnico abilitato valuta l’edificio e stimare il risparmio energetico ottenuto grazie ai lavori, ad esempio del 35% per il condominio in oggetto. È bene sapere che la stessa diagnosi può essere rimborsata con il Conto Termico, fino al 50%.
A questo punto si procede al calcolo dell’intervento. Per il condominio preso come esempio, si procederà ipotizzando la spesa massima ammissibile, anche se in condizioni reali i costi effettivi potrebbero essere minori:
- circa 75.000 euro per il sistema ibrido a pompe di calore, considerando il massimale di 500 €/kW per 150 kW;
- Circa 35.000 euro per il solare termico, considerando il massimale di 700 euro al metro quadro per 50 metri quadrati.
Calcolati i costi, l’amministratore deve raccogliere l’opportuna documentazione, in particolare:
- tutte le fatture per i lavori, pagate con sistemi tracciabili;
- la Certificazione Energetica e l’Attestato di Prestazione Energetica (APE), pre e post lavori;
- il contratto con l’impresa che ha realizzato gli interventi.
Dopodiché, sempre l’amministratore - o un suo delegato - invia la domanda del Conto Termico 3.0 al GSE, tramite l’apposito portale. Se approvata, ipotizzando che venga accettato il 65% massimo del costo ammissibile, il condominio riceverà un rimborso di 71.500 euro, da suddividere in più rate.
In linea generale, simili interventi come quello ipotizzato permettono ai condomini di classe energetica E - quelli più diffusi sul territorio nazionale - di salire alla classe C, non solo con una forte riduzione dei consumi e delle bollette, ma anche con un minore impatto ambientale.
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