Nonostante il sucesso della conversione dei bond subordinati in azioni, il tentativo di realizzare un aumento di capitale da cinque miliardi è stato un fallimento per il Monte dei Paschi di Siena. Inevitabile quindi l'aiuto di Stato, dopo l'approvazione del decreto "salvarisparmio" che crea un fondo da 20 miliardi per le banche e salve Mps tutelandone al 100% i piccoli correntisti. Ma vediamo cosa succede ora in sette punti
- Il Tesoro già azionista del Mps, ora organizza una "ricapitalizzazione precauzionale", con un "burden sharing" che prevede sempre la condivisone delle perdite, ma in maniera più leggera rispetto al temuto "bail -in"
- Non si sa quale sia la quota che andrà in mano del Tesoro, ma con ogni probabilità sarà tale da permettergli la maggioranza assoluta delle azioni.
- A mettere i soldi saranno i contribuenti. L'intervento pubblico infatti viene finanziato attraverso l'emissione di nuovo debito, 20 miliardi, con l'obiettivo di garantire liquidità alle banche ed entrare direttamente nel loro capitale.
- Il burden sharing a differenza del pù drastico bail-in potrebbe salvare formalmente gli azionisti senior.
- Anche gli obbligazionisti potrebbero evitare l'azzeramento dei titoli. Per gli obbligazionisti junior le strade sono due: o un riacquisto dei loro titoli a un prezzo ancora da individuare o con la convesione forzosa in azioni.
- I piccoli risparmiatori che hanno sottoscritto i titoli magari senza conoscerne a fondo i meccanismi potrebbero ricevere un rimborso simile a quello delle quattro banche salvate nel 2015. Si tratta di circa 40mila persone con 2 miliardi di euro.
- Il salvataggio di Mps potrebbe essere un punto di svolta per tutto il sistema, anche tenendo in considerazione le vicende aperte degli altri istituti di credito e il maxi amento di capitale di Unicredit.
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