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Nonostante il sucesso della conversione dei bond subordinati in azioni, il tentativo di realizzare un aumento di capitale da cinque miliardi è stato un fallimento per il Monte dei Paschi di Siena. Inevitabile quindi l'aiuto di Stato, dopo l'approvazione del decreto "salvarisparmio" che crea un fondo da 20 miliardi per le banche e salve Mps tutelandone al 100% i piccoli correntisti. Ma vediamo cosa succede ora in sette punti

  1. Il Tesoro già azionista del Mps, ora organizza una "ricapitalizzazione precauzionale", con un "burden sharing" che prevede sempre la condivisone delle perdite, ma in maniera più leggera rispetto al temuto "bail -in"
  2. Non si sa quale sia la quota che andrà in mano del Tesoro, ma con ogni probabilità sarà tale da permettergli la maggioranza assoluta delle azioni. 
  3. A mettere i soldi saranno i contribuenti. L'intervento pubblico infatti viene finanziato attraverso l'emissione di nuovo debito, 20 miliardi, con l'obiettivo di garantire liquidità alle banche ed entrare direttamente nel loro capitale.
  4. Il burden sharing a differenza del pù drastico bail-in potrebbe salvare formalmente gli azionisti senior. 
  5. Anche gli obbligazionisti potrebbero evitare l'azzeramento dei titoli. Per gli obbligazionisti junior le strade sono due: o un riacquisto dei loro titoli a un prezzo ancora da individuare o con la convesione forzosa in azioni.
  6. I piccoli risparmiatori che hanno sottoscritto i titoli magari senza conoscerne a fondo i meccanismi potrebbero ricevere un rimborso simile a quello delle quattro banche salvate nel 2015. Si tratta di circa 40mila persone con 2 miliardi di euro.
  7. Il salvataggio di Mps potrebbe essere un punto di svolta per tutto il sistema, anche tenendo in considerazione le vicende aperte degli altri istituti di credito e il maxi amento di capitale di Unicredit.

 

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