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Cosa sono gli Eurobond e perché Germania e Olanda non li vogliono
GTRES

Dopo 16 ore di discussione, la riunione dei ministri delle Finanze della zona euro si è risolta con un nulla di fatto e con un rinvio alla giornata di giovedì 9 aprile. In attesa di vedere quali misure adotterà l'Eurogruppo per far fronte all'emergenza Covid-19, vediamo cosa sono i tanto discussi eurobond e perché Germania e Olanda non li vogliono.

Gli eurobond (per la crisi attuale ribattezzati come coronabond) sono titoli di debito emessi da un debitore che ha bisogno di un credito e acquistati dai creditori, che però sono garantiti da tutti gli Stati membri dell'Unione Europea. Se uno Stato non dovesse essere più in grado di ripagarli, sarebbero gli altri a farlo per lui. Sul tavolo europeo da oltre dieci anni sono stati anche il pomo della discordia durante la crisi del 2008, ma furono accantonati per il rifiuto di Paesi come Germania e Olonda. Rimessi in gioco da Pasi come l'Italia, la Spagna, ma anche la Francia hanno incontrato ancora una volta il rifiuto degli Stati Membri con minor debito pubblico.

Da una parte i Paesi del Sud credono che i coronabond siano la migliore risposta che possa dare l'Europa a questa crisi, anche perché eviterebbero che il debito pubblico dei Paesi più colpiti da questa crisi (Italia con un debito sopra il 130% del PIl prima della crisi) e Spagna (con il 98%) aumentasse ulteriormente.

Dall'altra, ci sono i Paesi come Germania e Olanda che vedono negli eurobond più rischi che vantaggi e più ingiustizia che solidarietà. Il problema che nasconde l'eurobond è che il suo rifiuto fa sì che i Paesi del Sud si sentano meno protetti, mentre la sua approvazione viene vissuta come uno sfruttamento per i Paesi del centro e del nord d'Europa, i più rigorosi in termini di deficit, debito pubblicio e tasso di risparmio.

I Paesi del Nord, inoltre, considerano che il meccanismo dell'eurobond non sia immediatamente applicabile perché comporterebbe una modifica della stessa Costituzione di questi Paesi, mentre ne esiste un altro già pronto e poco utilizzato: Il Meccanismo europeo di Stabilità (MES). Si tratta di uno strumento condiviso da 19 Stati membri dell'euro che emette bond europei sulla base di capitale versato e garanzie. Ma si tratta di un meccanismo che comporterebbe un aumento del debito pubblico. L'italia si è presentata all'Eurogruppo pretendendo nessuna condizionalità all'utilizzo del meccanismo Salva-Stati, neanche quelle di un prestito "light" proposte dalla Germania.

Sul tavolo della discussioni dell'Eurogruppo ci sono anche gli aiuti della Banca europea degli investimenti e il nuovo fondo proposto dalla Commissione europea per aiutare i governi a finanziare la cassa integrazione. Temi su cui sembra molto più facile trovare un accordo condiviso.

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