Continua lo stallo sulla riforma delle pensioni 2022. Le ultime notizie, tuttavia, vorrebbero sul campo l’ipotesi di rendere strutturale opzione donna (che ad oggi è stata prorogata solo per l’anno in corso). Scopriamo tutte le news dell’ultima ora sul confronto tra governo e sindacati.
Lo stesso ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è uscito allo scoperto tracciando la rotta per la riforma delle pensioni 2022: “Credo che dovremmo provare a rendere strutturale o pluriennale opzione donna”. Questa uscita anticipata prevede la possibilità per le lavoratrici di lasciare il mondo del lavoro, ma con il ricalcolo contributivo dell'assegno, se in possesso di almeno 58 anni d'età (59 nel caso delle “autonome”) e 35 di versamenti.
Orlando, nello specifico, ha posto l’accento sul fatto che bisogna tenere “conto del fatto che il lavoro per la donna è sempre doppio ed il riconoscimento dei percorsi che portano alla pensione dovranno includere proprio questo dato”.
Sullo stesso punto, quello della disparità di trattamento a seconda del genere, ha posto l’attenzione anche l’Inps, con il presidente Pasquale Tridico, che ha sottolineato come le disuguaglianze salariali si trasformano in disuguaglianze pensionistiche come confermano gli importi delle pensioni delle donne (in media più bassi del 27% di quelle degli uomini: l'assegno medio mensile è infatti di 1.352 euro contro 1.863 euro).
Tuttavia, il nodo principale sul tavolo della riforma delle pensioni riguarda il superamento di quota 102 per le pensioni anticipate (uscita dal lavoro con almeno 64 anni d'età e 38 di contribuzione). La posizione dei sindacati converge su uscite a partire da 62 anni, o con 41 anni di versamenti a prescindere dall'età anagrafica, all'interno di uno schema flessibile che preveda ancora il sistema misto (in parte retributivo).
Tuttavia, il governo preferirebbe fissare un paletto per giungere a un accordo quello del totale aggancio al metodo di calcolo contributivo di eventuali correttivi alla legge Fornero. Non ci sono ancora indicazioni del governo per la soglia minima d'uscita, che alla fine potrebbe essere collocata attorno ai 64 anni.
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