Breve dizionario per i risparmiatori: per non rischiare brutte figure ( con gli amici e con il proprio consulente finanziario) e dolorose sorprese ( per il portafoglio)
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Orso finanza
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Dagli orsi ai tori, fino ai maiali e ai cigni neri. Non si può dire certo che ai professionisti della finanza manchi la fantasia…ma perché si fa riferimento agli animali parlando di soldi e investimenti? E da dove nascono certi modi di dire?

La maggior parte di questi termini derivano da espressioni anglosassoni che si sono affermate nell’ambito della finanza internazionale e poi diffuse in ogni parte del mondo. Alcuni vocaboli sono abbastanza “intuitivi”, come ad esempio l’espressione “squalo della finanza”, usato per indicare chi non si fa scrupoli pur di raggiungere un certo obiettivo finanziario; altre espressioni invece si riferiscono a situazioni ben precise.

Senza la pretesa di stilare un elenco esaustivo di questi termini (la lingua italiana continua a evolversi e arricchirsi con definizioni di origine straniera), ne abbiamo raccolti alcuni e inseriti in questo dizionario essenziale che vi permetterà di sopravvivere alle stranezze dei mercati finanziari e alle conversazioni con gli amici “esperti” e tuttologi.

Falchi & colombe

I due vocaboli vengono utilizzati per rappresentare i comportamenti che caratterizzano questi animali: il falco sta ad indicare una cosiddetta politica monetaria “ aggressiva” basata sul rialzo dei tassi di interesse mentre, all’opposto, “le colombe” costituiscono il simbolo per eccellenza della pace, e quindi in senso finanziario, rappresentano quei governatori delle banche centrali che intendono mantenere i tassi bassi per favorire la crescita dell’economia pur esponendosi al rischio di un aumento incontrollato dell’inflazione. Da questa contrapposizione deriva infatti quella tra comportamenti ““hawisk e dovish” da “hawk”- falco e “dove”- colomba.

Chi ha paura del cigno nero?

Da animale raro ed elegante, scoperto in Australia soltanto nel Seicento, il cigno nero si è ritrovato ad essere il simbolo dell’imprevedibile, in tutti i suoi aspetti, della vita. Nel bene e nel male. Secondo il filosofo e matematico libanese Nassim Nicholas Taleb, la storia è piena di cigni neri e tutti seguono le stesse dinamiche. Taleb ha sviluppato la teoria filosofica del cigno nero spiegando il ruolo degli eventi a forte impatto, rari e difficili da prevedere. Reso famoso da un libro scritto da questo autore, il “cigno nero” in ambito finanziario può assumere diverse forme. L’esempio classico è la crisi asiatica del 1997, la bolla delle dot com del 2000 e l’attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre.

Tori e Orsi… anche se non siete al polo nord

Il Charging Bull o il “Toro di Wall Street” come viene chiamato in italiano è dal dicembre 1989 il simbolo del capitalismo a stelle-e-strisce, della forza, del potere, della speranza in un futuro migliore dopo il crack finanziario del 1987, ma anche una sorta di portafortuna per tutti coloro che operano in Borsa.

A far compagnia alla statua di un toro davanti al palazzo della Borsa di Francoforte, la città tedesca sede della Banca Centrale Europea, c’è quella di un orso: il toro e l’orso che si fronteggiano rappresentano le due tendenze opposte dei mercati azionari.

“Bull market”, toro, significa “mercato in rialzo”: dalla parola deriva anche “bullish”, aggettivo che indica i segnali rialzisti. Al contrario, “bear market”, orso, è il mercato in ribasso, da cui i segnali “bearish”.

L’origine dei termini non è chiara, tuttavia molti ritengono che la scelta di questi due animali derivi dal modo in cui essi conducono gli attacchi. Il toro utilizza le corna in un movimento dal basso verso l’alto, come i prezzi che salgono; l’orso, al contrario, colpisce le prede o gli avversari con gli artigli sferrati dall’alto verso il basso, come le quotazioni di un titolo che scendono.

I maiali e le tigri dell’economia

Nel 2007 per i cinque Paesi dell’UE ritenuti più deboli dal punto di vista delle finanze pubbliche fu coniato l’acronimo Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna), evoluzione di quel Pigs (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna) già in voga negli anni ’90.

Senza tanti giri di parole, il termine tradotto dall’inglese significava letteralmente “maiali”, inteso in modo neppure troppo velatamente dispregiativo. In pratica con questo termine venivano “soprannominati” tutti quei paesi che di fatto si trovavano nel “pantano” dei propri conti pubblici.

All’opposto, è stato coniato il termini di “tigri” per indicare alcuni paesi particolarmente brillanti. Nell’italiano dell’economia e della finanza è stato utilizzato per indicare le economie di Hong Kong, Singapore, Corea del Sud e Taiwan, che tra gli anni 1960 e 1990 hanno registrato in un tempo relativamente breve una rapida crescita. In pratica, quando un paese cresce improvvisamente la sua economia fa un rapido e ampio balzo in avanti, proprio come quello delle tigri.

Unicorni, rinoceronti e mucche

La fantasia di chi si occupa di finanza sembra con questo particolare gruppo di termini non conoscere limiti. A ben vedere però alcune espressioni sono strettamente ancorate al reale più di quanto possa sembrare a prima vista: non dimentichiamo che stiamo parlando di soldi, in assoluto il tema più concreto che ci sia.

Proprio come le mucche sono in grado di produrre litri e litri di latte se ben allevate, allo stesso modo le “cash cow” in inglese – letteralmente mucche da soldi - sono quelle aziende in grado di generare con continuità nel tempo ingenti flussi di cassa se ben gestite.

Dalla placida tranquillità delle mucche si passa allo spaventoso incedere del “rinoceronte grigio”: con questo termine viene indicato un evento dirompente, negativo ma in qualche modo prevedibile, proprio come il rinoceronte, che con la sua mole avverte del suo arrivo.

L’elegante e fiabesco unicorno viene utilizzato per rappresentare aziende non quotate in borsa ma valutate almeno un miliardo di dollari. Vengono così definite perché come l’animale fantastico, queste società sono

assai rare, anche se i “decacorni”, ovvero startup con un valore di 10 miliardi di dollari, sono ancora più rari mentre gli “ettocorni”, il cui valore supera i 100 miliardi, si contano sulla punta di una mano.

Gatti che rimbalzano, ma solo in Borsa

Questa figura, abbastanza lugubre a onor del vero, indica una situazione “tecnica” relativa al funzionamento della Borsa. In finanza, un “dead cat bounce” (letteralmente “rimbalzo del gatto morto”) sta indicare una piccola e breve risalita nel prezzo di un titolo, prima di continuare a perdere terreno all’interno di un trend che resta comunque al ribasso. Questa espressione deriva dall’idea che “anche un gatto morto può rimbalzare (e quindi sembrare vivo e vegeto) se cade da una grande altezza”. L’espressione stata coniata da due giornalisti del Financial Times che nel dicembre del 1985 la utilizzarono per commentare un andamento simile sulle borse di Singapore e Malesia, dopo aver ascoltato un operatore di Wall-Street.

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