SACE ha presentato al Forum di Cernobbio lo studio ‘Piccole, medie e più competitive: le PMI italiane alla prova dell'export tra transizione sostenibile e digitale’, realizzato da SACE, in collaborazione con The European House – Ambrosetti che analizza il ruolo delle PMI italiane per l’economia e l’export nazionale, e le potenzialità di sviluppo grazie alla Duplice Transizione green e digitale.
Secondo lo studio, le PMI rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana e giocano un ruolo importantissimo sia in chiave economica sia in chiave sociale: le oltre 200 mila piccole e medie imprese italiane producono un giro di affari di oltre 1.000 miliardi di euro, generano quasi il 40% del valore aggiunto nazionale e impiegano 5,4 milioni di persone, pari a un terzo di tutti gli occupati.
Il dinamismo del tessuto produttivo delle PMI, testimoniato dal forte incremento di produttività del lavoro registrato nel decennio 2010-2019 e che ha raggiunto livelli superiori a quella di Germania e Spagna, si è riflesso anche in un miglioramento della competitività sui mercati internazionali. Le PMI italiane nel 2021 (ultimo dato disponibile) hanno esportato 219 miliardi di euro, pari a circa la metà dell’export complessivo, con una crescita media annua del 2,7% tra il 2017 e il 2021, segnando un pieno recupero post-pandemico.
Attualmente le PMI italiane realizzano all’estero circa un terzo del proprio fatturato (ben 8 punti percentuali sopra alle tedesche) e contribuiscono al 48% dell’export nazionale, rispetto al 20% delle tedesche e delle francesi e al 34% delle spagnole. Un trend che si rafforza anche in prospettiva: secondo le previsioni elaborate dall’Ufficio Studi di SACE, le esportazioni delle PMI italiane sono attese crescere quest’anno del 6,2%, del 4% nel 2024 e del 3,2%, in media, nel biennio successivo (2025-2026), quando supereranno i 300 miliardi di euro.
Con riferimento ai mercati di destinazione, a guidare la crescita dell’export delle PMI italiane quest’anno sarà l’Oriente: Medio Oriente, Asia orientale e centrale sono le aree per cui si prevedono infatti i maggiori incrementi (rispettivamente +10,1%, +9,2%, +8,4%), a fronte di tassi inferiori per l’Europa (+5,5%) e per l’America settentrionale (+6,6%) che rimangono comunque in valore assoluto le principali geografie di sbocco. Nel 2024 un maggiore dinamismo si rileverà in Africa subsahariana (+5,6%), America centro-meridionale (+5,4%) e America settentrionale (+5,1%).
per commentare devi effettuare il login con il tuo account