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riserve auree
Trading Economics

L’Italia è il terzo Paese al mondo per riserve d’oro. Secondo i dati di Trading Economics, aggiornati al settembre 2023, gli Stati Uniti sono in testa con una riserva di 8133 tonnellate di metallo giallo, mentre al secondo posto troviamo la Germania, distaccata di parecchio con 3353 tonnellate, e sul podio l’Italia, 2452 tonnellate. A breve distanza seguono Francia e Russia; in coda alla top ten troviamo invece Paesi Bassi, con 612 tonnellate, India, con 801 e Giappone con 846.

I Paesi con più riserve auree al mondo

Ecco la classifica completa dei Paesi con maggiori riserve auree al mondo:

1. Stati Uniti - 8133 tonnellate
2. Germania - 3353 tonnellate
3. Italia - 2452 tonnellate
4. Francia - 2437 tonnellate
5. Russia - 2333 tonnellate
6. Cina - 2192 tonnellate
7. Svizzera - 1040 tonnellate
8. Giappone - 846 tonnellate
9. India - 801 tonnellate
10. Paesi Bassi - 612 tonnellate
 

In particolare:

Stati Uniti

Gli Stati Uniti hanno creato le proprie riserve auree, che ammontano a 8133,46 tonnellate d’oro, mentre era in auge il sistema di cambio internazionale di Bretton Woods, detenendo anche l’oro di paesi terzi concesso in cambio di dollari. In questo modo gli Usa si sono accaparrati oltre il 90 per cento delle riserve auree del mondo intero (ora la percentuale è calata a circa il 75 per cento).

Germania

Dopo aver rimpatriato parte delle riserve auree sottratte dopo la seconda guerra mondiale, la Germania è diventata il Paese con la maggiore quantità di oro custodito nelle proprie riserve in Europa. Sono 3.352,65 le tonnellate di oro che compongono la riserva aurea tedesca, circa due terzi delle sue riserve estere. Complessivamente l’oro tedesco è custodito presso questi istituti:

  • Deutsche Bundesbank a Francoforte sul Meno;
  • Filiale della Federal Reserve Bank statunitense a New York;
  • Banca d’Inghilterra a Londra;
  • Banca di Francia a Parigi.


Italia

L’Italia mantiene il al terzo posto per entità delle riserve auree con 2.451,84 tonnellate d’oro. Il nostro Paese ne detiene oltre l’87% nella sede centrale della Banca d’Italia e negli Stati Uniti, mentre il resto è depositato in Svizzera e nel Regno Unito.

A cosa servono le riserve auree di un Paese

L’oro è sempre servito ai governi come garanzia della moneta e come merce di scambio, fino al XX secolo. In particolare, se le monete fisiche erano composte di metallo prezioso, le banconote erano legate al valore dell’oro fisico e costituivano una sorta di diritto ad averne una parte.

Con l’abolizione del gold standard, ovvero della corrispondenza tra valore della moneta e del corrispondente quantitativo d’oro, è stato introdotto un sistema fluttuante di cambio che definisce il valore delle valute mondiali. A quel punto, l’oro è rimasto nelle riserve dei governi con diversi altri scopi: come asset in cui investire per diversificare il portafoglio, come copertura contro l’inflazione, e, in una certa misura, ancora per assicurare la stabilità della propria valuta.

Perché investire in oro

Investire in oro ha i suoi limiti: lo stoccaggio è complicato, l’investimento non paga interessi. Tuttavia immagazzinare oro può essere un valido scudo contro l’inflazione, soprattutto in un momento come questo in cui il suo valore è in aumento. A maggio 2024 le riserve auree italiane valgono circa 170 miliardi di euro. Nel primo trimestre 2024, secondo il World Gold Council, le banche centrali hanno acquistato circa 300 tonnellate d’oro; ad acquistarne di più sono state Cina, Turchia e India, che riducono in questo modo le proprie riserve in dollari aumentando quelle in metallo giallo (e contribuendo a farne salire il prezzo).

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