Commenti: 0
pensioni
GTRES

Botta e risposta sulla modifica dei requisiti previdenziali per uscire dal mondo del lavoro. La Cgil, nei giorni scorsi, aveva diffuso una nota in cui denunciava “preoccupazione per la recente modifica unilaterale dei requisiti pensionistici operata dall'Inps sui propri applicativi”. Tuttavia, la smentita dell’Istituto era arrivata immediatamente. Ma cosa sta succedendo? Scopriamolo insieme.

La posizione della Cgil

Giovedì 9 gennaio la Cgil aveva diffuso una nota per denunciare, a suo dire, l’imminente cambiamento dello scenario pensionistico. “Esprimiamo profonda preoccupazione per la recente modifica unilaterale dei requisiti pensionistici operata dall'Inps sui propri applicativi, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei Ministeri competenti e in totale assenza di trasparenza istituzionale”, questo l’incipit.

Secondo il responsabile dell’Ufficio Politiche previdenziali della Cgil, Ezio Cigna: “Risulta che l’Inps abbia aggiornato i criteri di calcolo delle pensioni, introducendo un aumento dei requisiti di accesso: dal 2027 per accedere alla pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi; mentre dal 2029 il requisito aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi”. 

Lo stesso Cigna, inoltre, ha aggiunto nella nota che “anche per la pensione di vecchiaia si registrano incrementi, con l'età minima che passerà a 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029”. Per la segretaria confederale, Lara Ghiglione: “Questa decisione - avverte la segretaria confederale - avrà conseguenze gravissime aumentando il numero di persone che si troveranno senza tutele, con il rischio di nuovi esodati, come coloro che hanno aderito a piani di isopensione o scivoli di accompagnamento alla pensione”.

La smentita dell’Inps

Come è facile immaginare, la notizia ha iniziato subito a circolare e a rimbalzare da più parti facendo parecchio rumore. Tuttavia, la secca smentita dell’Inps non si è fatta attendere, arrivando sempre nella giornata del 9 gennaio: “L’Inps smentisce l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. L’Istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate”.

La posizione del governo

Nel frattempo, però, la questione è entrata nel dibattito politico. Il governo, tramite le dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, smentisce la Cgil: “L’aumento dei requisiti per andare in pensione fatto trapelare in maniera impropria e avventata dall’Inps non ci sarà. Nel momento in cui si registrasse un aumento effettivo dell’aspettativa di vita, come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi, esattamente come facemmo con la norma che bloccò l’aumento per l’aspettativa di vita nella riforma Quota 100”.

Lo scenario attuale

Attualmente, l’unica novità certa contenuta in manovra riguarda la possibilità di cumulo tra previdenza obbligatoria e complementare. Chi ha versamenti nel sistema contributivo (dal 1996), può ottenere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, anticipando l’uscita dal lavoro a 64 anni con 25 anni di contributi. Si tratta di un primo passo verso un sistema di cumulo più ampio, che apre nuove prospettive per il futuro del sistema previdenziale.

Segui tutte le notizie del settore immobiliare rimanendo aggiornato tramite la nostra newsletter quotidiana e settimanale. Puoi anche restare aggiornato sul mercato immobiliare di lusso con il nostro bollettino mensile dedicato al tema.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account