
La misurazione della crescita economica (e del conseguente miglioramento del tenore di vita) è sempre ostacolata dalle preoccupazioni relative all'inflazione, ovvero che gli aumenti dei prezzi nascondano cali della produzione (o stagnazione).
Per un confronto significativo, Visual Capitalist ha analizzato la crescita reale del Pil pro capite in un gruppo di economie comparabili, calcolata a partire dai dati presenti nel database dell'OCSE. Il set di dati misura ogni anno i volumi di produzione pro capite di ogni Paese, destagionalizzati e indicizzati al 2007. In questo modo si elimina l'influenza dei prezzi sulla crescita della produttività.
Il Canada ha registrato solo l’1,1% di crescita del PIL pro capite reale tra il 2014 e il 2024. La sua performance è la seconda peggiore tra le 38 principali economie. Solo il Lussemburgo (non visualizzato, ma presente nel dataset sottostante) ha un risultato peggiore. L’Italia, si piazza a metà classifica, con un +13%.
L'Irlanda è l'altro paese anomalo di questo set di dati, registrando una crescita del PIL pro capite reale del 70% in 10 anni. Questo numero potrebbe sembrare troppo bello per essere vero. E lo è perché lo è: la contabilità del PIL irlandese è fortemente influenzata da fattori esterni.
Sia il trasferimento degli utili che la forte influenza delle attività di proprietà intellettuale detenute da multinazionali con sede nel paese contribuiscono ad aumentare il PIL rispetto all'effettiva attività economica in Irlanda. Di conseguenza, anche il PIL pro capite (e la crescita) risultano notevolmente gonfiati.
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