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Giorgio Armani
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Un’icona di stile, un modello imprenditoriale con pochi eguali, un orgoglio nazionale. Giorgio Armani è scomparso all’età di 91 anni, lasciando una visione stilistica che continuerà a influenzare il mondo della moda per sempre. Quanto al patrimonio, secondo l'indice dei miliardari di Bloomberg, lo stilista nativo di Piacenza e milanese di adozione (con Milano ha sempre avuto un legame speciale) aveva una ricchezza personale di oltre 9,5 miliardi di dollari (mentre sarebbero addirittura 12 secondo Forbes). Qual è l’eredità materiale che lascia Re Giorgio e come verrà divisa?

Origini e ascesa di un impero

Il primo bilancio della Giorgio Armani spa risale al 1976 e si chiuse con un fatturato di 569 milioni di vecchie lire. Oggi, con quasi 9000 dipendenti e 650 negozi in tutto il mondo, il fatturato tocca quota 2,4 miliardi di dollari di fatturato, 162 milioni di utile e potrebbe il valore dell’intera società si aggirerebbe tra i 9 e 12 miliardi di dollari. 

Dal 1975 a oggi, l’incredibile traiettoria della Giorgio Armani Spa è una storia unica nel suo genere, merito di un visionario non solo della moda ma anche dell’imprenditoria. Perché Re Giorgio ha sempre fatto alla sua maniera, anche quando si parlava di affari. La società, infatti, non è mai stata quotata in Borsa (e lo stilista avrebbe chiesto che non venga quotata per almeno i successivi 5 anni alla sua scomparsa) e ha come azionista al 99,9%, lo stesso stilista (il rimanente 0,1% è affidato alla Fondazione che porta il suo nome). 

I conti fanno registrare un totale attivo di 4,22 miliardi euro e un patrimonio netto perfettamente equivalente. Il patrimonio personale di Armani che è stato stimato da Forbes in quasi 12 miliardi di dollari (mentre l'indice dei miliardari di Bloomberg lo stima in 9,5 miliardi di dollari). Ma ora che fine farà il suo patrimonio?

Come verrà distribuito il patrimonio di Armani

Giorgio Armani, già da diverso tempo, aveva programmato la successione per la distribuzione del suo impero, che passerà interamente nelle mani della fondazione a lui intitolata. A gestirla sono tre uomini: Pantaleo Dell’Orco (braccio destro dello stilista), Andrea Camerana (nipote di Re Giorgio) e il banchiere Irving Bellotti (ad di Rothschild Italia). Al triumvirato spetterà la gestione della società e dei marchi e business correlati per i prossimi anni (con la promessa di non quotarsi in Borsa per i prossimi 5 anni almeno).

Il patrimonio immobiliare di Armani

Il core business imprenditoriale di Giorgio Armani, senza ombra di dubbio, è rappresentato dalla moda. Tuttavia, lo stilista ha sempre saputo diversificare e il mattone occupa un ruolo tutt’altro che marginale. Fa capo alla sua holding anche L’Immobiliare S.r.l., che gestisce immobili di pregio, tra cui la sede di Armani in via Borgonuovo a Milano. 

Nel 2024, l’attivo della società era di 285 milioni di euro, con un patrimonio netto di circa 284 milioni. L’esercizio si è chiuso però con 5,8 milioni di perdite, dopo tre anni consecutivi di utile (8,2 milioni nel 2021, 6,8 milioni nel 2022, 8,2 milioni nel 2023), non abbastanza da intaccare i conti della società, che restano più che solidi.

Le immobilizzazioni materiali (terreni e fabbricati), infatti, valgono 120 milioni di euro e le immobilizzazioni finanziarie (partecipazioni in altre società) si vengono quantificate intorno ai 141 milioni. Agli immobili controllati da L’Immobiliare S.r.l si aggiungono poi quelli intestati a Giorgio Armani in persona e di cui lo stilista detiene in quasi tutti i casi l’usufrutto, come l’iconico palazzo di via Borgonuovo a Milano, considerata “abitazione di tipo signorile” con 101 vani e un valore stimato di quasi 27 milioni di euro. Ma c’è anche un palazzo a Forte dei Marmi da poco meno di 5 milioni di euro con tanto di garage e un piccolo bosco.

Com’è diviso l’impero di Giorgio Armani

La società principale, come detto, è la Giorgio Armani spa, da cui si diramano in quattro società principali, controllate interamente dalla holding. C’è la Giorgio Armani Retail S.r.l., che si occupa della gestione della rete dei negozi monomarca (nel 2024 si sono registrati ricavi per 366 milioni). 

La G.A. Operations S.p.A., invece, si occupa della produzione (oltre 765 milioni di ricavi nel 2024). Giorgio Armani ha investito in prima persona anche nello sport, nel 2008 ha acquistato la Pallacanestro Olimpia Milano, che ha chiuso il 2024 con quasi un milione di euro di perdite. 

La Alia S.r.l., società del gruppo Armani che si occupa di ristoranti e caffè, nel 2024 ha perso quasi due milioni. Recentissimo, poi, l’ultimo investimento: pochi giorni fa Armani ha acquistato La Capannina, storico locale di Forte dei Marmi, per dodici milioni di euro (lì, negli anni Sessanta, aveva conosciuto il suo grande amore e socio Sergio Galeotti, scomparso a soli 40 anni nel 1985).

 Completa il quadro della galassia Armani la Y Hub S.r.l., impegnata in diversi ambiti dalla moda al retail, dallo sport alla cucina, la cui mission è quella di veicolare la visione del brand non solo sotto il punto di vista stilistico, ma anche come universo culturale e imprenditoriale.

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