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Ammontano a oltre 132 miliardi l’anno i redditi nascosti in Italia. E la perdita di gettito che ne deriva è superiore a 38 miliardi l’anno. A renderlo noto un rapporto elaborato dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato insieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Ma chi sono i più grandi evasori? Da quanto emerso, a evadere di più le tasse sono i lavoratori autonomi e coloro che possono contare su rendite immobiliari, ovvero gli affitti.

Il risultato dell’indagine ha alzato le stime sulle tasse sul reddito non pagate in Italia e ha evidenziato che gli italiani mentono sui propri redditi anche nelle rilevazioni demoscopiche, sottostimandoli nel timore che possano essere stabiliti collegamenti con quanto hanno dichiarato al Fisco.

Nell’ultimo Def i dati sui mancati introiti per l’Erario su redditi da lavoro autonomo e dipendente e da locazione ammontano a circa 33 miliardi, il rapporto realizzato dagli esperti di Palazzo Madama ha stimato una cifra pari a 38 miliardi l’anno: si tratta dunque di circa 5 miliardi in più di Irpef e imposte sugli affitti non incassati dallo Stato.

Il tasso di evasione totale è del 37% per i redditi da lavoro autonomo e d’impresa, percentuale che sale al 65% quando si tratta di rendite provenienti da case, uffici e stabili. Secondo l’Ufficio Valutazione Impatto del Senato, il mancato gettito ammonta dunque a 38,5 miliardi l’anno: 20,9 miliardi di mancato gettito sono legati ai lavoratori autonomi, 14,7 miliardi alle rendite immobiliari, 2,6 miliardi ai dipendenti.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, i dati mostrano una distribuzione abbastanza omogenea, con qualche picco nelle regioni meridionali.

Quando si parla di evasione, inoltre, a salvarsi sono i pensionati e la propensione a frodare l’erario scende per i redditi fino a 22.000 euro l’anno, mentre sale per chi guadagna fino a 60.000 euro l’anno.

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