
Per capire cosa è il codice tributo 3850 dobbiamo prima considerare che, se tutti siamo tenuti al pagamento delle tasse, alcuni di noi possono dover corrispondere allo Stato altre imposte specifiche come per esempio l’Iva per i liberi professionisti.
In questo solco si inserisce anche il diritto camerale, che viene pagato direttamente alla Camera di Commercio del proprio territorio con il codice tributo 3850.
Codice tributo 3850: che cosa è?
Il Codice tributo 3850 è una sequenza di cifre da inserire nel modello F24 per il versamento del diritto camerale che qualsiasi soggetto iscritto nel registro delle imprese alla Camera di Commercio o nel REA, il Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative, deve versare ogni anno.
È una disposizione contenuta nell'articolo 18, comma 4, della Legge n°580/1993. Ed ecco svelato il mistero: il Codice tributo 3850 deve quindi il suo nome alla specifica categoria di tributo indicata sul modulo.

Codice tributo 3850: uno sguardo alla compilazione del modello F24
Per pagare il diritto camerale annuale bisogna utilizzare il modello F24, avendo cura di inserire nel documento anche la provincia competente per l’imposta, come è stato statuito dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione numero 46 del 10 aprile 2001.
Le cifre che identificano il diritto annuale camerale devono essere inserite nella sezione “Imu e altri tributi locali” del modello F24. Dove sarà poi necessario aggiungere:
- Dati anagrafici
- Codice Fiscale
- Il domicilio fiscale
- L’anno di riferimento del versamento
- Il Codice dell’Ente Locale
- L’importo del Diritto Camerale
Tra le imprese tenute a versare il diritto camerale alcune pagano un importo in misura fissa ed altre sono tenute a calcolarlo in base al fatturato. In quest’ultimo caso, qualora ci fossero dubbi, è sempre possibile contattare direttamente la propria Camera di Commercio di riferimento per ottenere le informazioni più pertinenti.

Chi è tenuto a rispettare questo obbligo di pagamento?
Il codice tributo 3850 deve essere utilizzato dai soggetti che sono stabiliti dall’art.18, comma 4, della Legge n°580/1993. Tra questi sono incluse le seguenti categorie:
- le imprese individuali
- le società di persone e di capitali
- i consorzi
- gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti
- le unità locali e sedi secondarie di imprese con sede principale all’estero
- i soggetti iscritti al R.E.A.
Ma quanto pagare? Gli importi da versare alla Camera di Commercio, a loro volta, si distinguono in due tipologie:
- misura fissa: riguarda molte figure. Tra queste l’impresa individuale iscritta nella sezione speciale del Registro delle Imprese, impresa individuale iscritta nella sezione ordinaria del Registro delle imprese e il soggetto collettivo iscritto solo al REA, come le fondazioni o le associazioni.
- quote calcolate in base al valore della produzione ai fini IRAP.
La differenza sta nella forma giuridica del soggetto obbligato. Le imprese sono poi tenute a pagare il diritto camerale annuale per ognuna delle unità locali o sedi secondarie che sono iscritte nel Registro delle Imprese.
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