L’ISEE corrente è molto più di un semplice documento fiscale, visto che rappresenta una sorta di passaporto per accedere a numerosi aiuti pubblici. L’aggiornamento dell’ISEE corrente avviene in seguito a eventi recenti che hanno modificato in misura rilevante la condizione economica del nucleo familiare.
Cosa si inserisce nell’ISEE corrente? Quali sono le polizze da dichiarare? Quali sono i trattamenti assistenziali previdenziali e indennitari da includere nell’Isee corrente, specialmente se non soggetti a Irpef?
Cosa si inserisce nell’ISEE corrente?
Per accedere a contributi e prestazioni economiche da parte dello Stato, bisogna disporre di una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), necessaria per avere l’ISEE ordinario. Accanto a questo c’è l’ISEE corrente, che fotografa in modo più fedele la condizione economica attuale del nucleo familiare.
Questa versione può essere richiesta in presenza di rilevanti cambiamenti nei redditi o nel patrimonio, oppure se ci sono variazioni nella composizione della famiglia di appartenenza rispetto a quanto indicato nella DSU ordinaria. Nell’ISEE corrente devono essere dichiarati:
- i redditi percepiti;
- il patrimonio mobiliare e immobiliare;
- i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari;
- i cambiamenti all’interno del nucleo familiare.
Quanto ai redditi, si devono inserire quelli da lavoro dipendente o autonomo, da pensione o da impresa, ottenuti nei 12 mesi antecedenti la richiesta della prestazione. Se però si verificano eventi eccezionali, come la perdita del lavoro a tempo indeterminato o la fine di trattamenti economici, assistenziali, previdenziali o indennitari, si può tener conto dei soli redditi percepiti negli ultimi due mesi.
Relativamente al patrimonio mobiliare e immobiliare, si considerano le variazioni solo se queste superano il 20% rispetto ai valori dichiarati nell’ultima DSU presentata. Inoltre, qualsiasi mutamento nella composizione del nucleo, come nascite, decessi, separazioni o matrimoni, deve essere segnalato.
Quali polizze vanno dichiarate nell’ISEE?
Parlando di ISEE, uno degli aspetti che spesso genera confusione è quello relativo alle polizze assicurative, perché non sempre si ha piena consapevolezza in merito a quelle da inserire e a quelle che invece non vanno dichiarate. Nella prima categoria, ossia tra le polizze che rientrano nell’ISEE troviamo:
- le polizze vita con finalità di risparmio o investimento;
- le assicurazioni miste, che includono una componente di risparmio o di rendita;
- le unit-linked e index-linked, in quanto rappresentano forme di investimento patrimoniale.
Sono escluse dall’ISEE, invece, le RC auto, le polizze infortuni e quelle a rischio puro, ossia esclusivamente a copertura di eventi specifici, quali malattia, decesso o invalidità, quindi senza finalità di risparmio, in quanto le coperture assicurative xi questo tipo non costituiscono un patrimonio immobiliare.
Quali sono i trattamenti assistenziali erogati dall’INPS
Prima di vedere quali si dovranno includere nell’ISEE, diamo uno sguardo ai trattamenti assistenziali erogati dall’INPS, che svolge un ruolo centrale nella gestione degli stessi. Si tratta di prestazioni economiche che sono riconosciute a determinati cittadini a titolo di assistenza, indipendentemente dai contributi versati. I principali trattamenti assistenziali erogati dall’INPS sono:
- assegno sociale;
- pensione sociale;
- assegno di maternità;
- assegno unico e universale per i figli a carico;
- pensioni di invalidità civile;
- carta acquisti;
- assegno di inclusione (ADI).
Quali sono i trattamenti assistenziali da includere nell’ISEE?
Nel calcolo dell’ISEE 2025, in merito al quale è bene sapere tutto su scadenza, validità e rinnovo, bisogna includere i trattamenti assistenziali ricevuti dai membri del nucleo familiare. I suddetti importi sono da inserire nella DSU anche quando non sono soggetti a tassazione Irpef, in quanto influenzano la capacità economica complessiva della famiglia. I trattamenti assistenziali da inserire nell’ISEE sono:
- assegno unico e universale per i figli a carico;
- carta acquisti;
- assegno sociale;
- pensione sociale;
- assegno di maternità;
- contributi erogati da enti pubblici per finalità assistenziali, anche se una tantum.
Trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari esenti Irpef
L’attuale normativa prevede che anche i redditi non soggetti a Irpef debbano essere considerati nella valutazione della situazione economica. Ci sono dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non imponibili Irpef, che sono rilevanti per il calcolo degli indicatori ISEE. Tra questi troviamo:
- la carta acquisti;
- l’assegno unico e universale per i figli a carico;
- l’assegno di maternità dei comuni;
- il bonus nuovi nati;
- le pensioni di invalidità civile;
- la carta acquisti;
- l’assegno sociale;
- la pensione sociale;
- l’assegno di inclusione.
ISEE corrente per ADI: come funziona
Guardando in particolare all’ADI, ossia all’assegno di inclusione che ha sostituito il reddito di cittadinanza, ci si pone l’interrogativo se per la richiesta di questo beneficio serva l’ISEE ordinario o quello corrente. In linea di massima l’accesso alla misura è previsto facendo riferimento alla prima tipologia, ricordando che il valore dell’ISEE in corso di validità non deve essere superiore a 10.140 euro, mentre il valore del reddito familiare deve essere inferiore a 6.500 euro annui, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza ADI.
Se ci sono state variazioni significative a livello reddituale e patrimoniale, è possibile presentare l’ISEE corrente, che offre diversi vantaggi: in primis un aggiornamento rapido dei dati reddituali, in secondo luogo la possibilità di dichiarare una riduzione reddituale recente, con conseguente aumento delle probabilità di ottenere l’ADI.
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