Le alternative fai da te o i consigli di amici e parenti possono far perdere i risparmi accumulati. Ecco perché è sempre bene affidarsi a un professionista
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Consulente finanziario
Consulente finanziario

Quando dobbiamo ristrutturare casa ci affidiamo a un architetto e quando dobbiamo occuparci della nostra salute consultiamo un medico, o, a seconda delle necessità, un dentista, un fisioterapista e altre figure sanitarie. Allo stesso modo, quando dobbiamo occuparci del nostro patrimonio dovremmo selezionare un consulente finanziario, ossia un professionista in grado di aiutarci a gestire la nostra situazione patrimoniale.

Secondo l’ultimo “Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane” realizzato dalla Consob, il 42% degli italiani invece ha l’abitudine di assumere le decisioni finanziarie in quasi totale autonomia, mentre solo il 40% si avvale di un consulente finanziario. Ben il 32% ha dichiarato però di seguire i suggerimenti di parenti, amici, colleghi considerati non esperti mentre il 9% seleziona tra loro quelli che lavorano nel settore finanziario. 

In sintesi, ci si affida ai consigli di amici perché ci si fida di loro a prescindere dalle loro competenze tecniche o padronanza dell’argomento. Al contrario, del consulente finanziario, che per mestiere si occupa di gestire i risparmi delle persone, non ci si fida, o nel migliore dei casi, non se ne sente la necessità. Ma siamo veramente sicuri di non averne bisogno?

Chi fa da sé non fa per tre

Dato che gli scenari economici sono in continua evoluzione, affidarsi a un consulente professionista significa potersi confrontarsi sempre con qualcuno che è costantemente aggiornato.

Anche gli investitori più esperti infatti, possono corrono il pericolo di prendere decisioni avventate, basate su informazioni non complete, oppure influenzate da fattori emotivi e irrazionali.

La scelta sul come investire i risparmi accumulati è influenzata da fattori che attengono alla sfera emotiva del singolo individuo, tra cui la tendenza o meno all’ottimismo e la fiducia nelle proprie conoscenze finanziari. Esistono inoltre i cosiddetti “bias comportamentali”, ossia atteggiamenti istintivi e scorciatoie di pensiero che possono facilmente indurre in errore. 

Il consulente finanziario, inoltre, a differenza dell’amico “esperto” di finanza”, dedica molto del suo tempo a formarsi, aggiornarsi e a ottenere certificazioni che attestano la sua formazione professionale. 

Cosa fa un consulente finanziario

Un bravo consulente aiuta a gestire i propri risparmi in maniera più distaccata: ad esempio, un eccesso di timore per il futuro può spingere a mantenere troppa liquidità sul conto corrente e a rinviare qualunque tipo di investimento.

Ma anche l’ottimismo può rivelarsi un’arma a doppio taglio in ambito finanziario, perché potrebbe indurre a previsioni o aspettative superiori a quelle che sarebbe lecito attendersi alla luce di scenari, analisi ed evidenze empiriche.

L’emotività può condizionare il risparmiatore non solo quando si tratta di approcciarsi per la prima volta alla costruzione del proprio portafoglio finanziario, ma anche quando l’investimento è già stato effettuato. 

Soprattutto gli investitori meno esperti sono spesso nettamente avversi all’idea di perdere parte del proprio investimento, tendenza che nel corso del processo di investimento li porta ad attribuire maggior rilevanza alle perdite piuttosto che a eventuali guadagni: con il risultato di cambiare linea, prodotto o persino abbandonare l’idea stessa di investire alla prima difficoltà, perdendo invece le occasioni di far fruttare il proprio risparmio. 

Diverse tipologie di consulenza

Una volta deciso di ricorrere al mondo dei professionisti del risparmio, occorre scegliere tra diverse tipologie di consulenza. 

Il consulente finanziario indipendente (in inglese si chiama financial advisor) è un professionista che possiede competenze ed è esperto di finanza e degli aspetti giuridici e fiscali connessi. Solitamente, attraverso un esame del patrimonio complessivo del risparmiatore, il consulente suggerisce come effettuare una corretta pianificazione finanziaria. Per ricevere questo tipo di consulenza, si paga una “parcella” che solitamente è fissata in una percentuale del patrimonio che deve essere investito. La parcella non dipende dalla tipologia di strumento finanziario che viene scelto per investire, ma solo sulla base del servizio effettivamente fornito.

Può accadere invece che sia la vostra banca ad affidarvi in automatico un suo “gestore”: può essere un dipendente della banca oppure un agente monomandatario abilitato all’offerta fuori sede. Questa tipologia di consulente può effettuare direttamente per conto del cliente alcune operazioni di investimento.

Il consulente finanziario indipendente, come dice il nome, è invece indipendente da banche ed istituti vari. Egli però, a differenza del consulente finanziario dipendente, non può entrare direttamente in contatto con i risparmi da gestire: per quello lascia al cliente il compito di dare istruzioni ai soggetti abilitati, che possono essere ad esempio le banche.

Gli obblighi del consulente finanziario

La professione di consulente finanziario è sottoposta a norme ben precise e il suo accesso è regolato in maniera puntuale dall’OCF, l’Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo unico dei Consulenti Finanziari.

Per poter accedere all’Albo occorre essere in possesso dei requisiti di onorabilità previsti dall'art. 1 del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dell’11 novembre 1998, n. 472 e non avere situazioni di incompatibilità previste dall’art. 2 dello stesso decreto. 

Per l’iscrizione è indispensabile il superamento di una prova d’esame indetta dall’OCF. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi chi si avvicina alla professione possiede una laurea triennale o magistrale ad indirizzo economico ( anche se non è obbligatoria). Ma l’aspetto più importante per i risparmiatori è che l’OCF ha il potere di intervenire e sanzionare i consulenti che non operano in maniera corretta attraverso la sospensione, o nei casi più gravi, con la radiazione dall’albo stesso. Detto in altri termini, il comportamento dei consulenti è sempre sottoposto a vigilanza: se si hanno dei dubbi circa la correttezza del proprio consulente, è possibile consultare gli elenchi dell’OCF per verificare che sia iscritto e che non sia mai stato sottoposto a provvedimenti disciplinari.

 

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