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Almeno per quest’anno Palazzo Chigi ha chiarito che sul fronte delle pensioni si deve dire addio all'ipotesi di consentire flessibilità in uscita. Una misura che avrebbe ammorbidito gli effetti dell'innalzamento dell'età pensionabile della riforma Fornero. Mancano le coperture, per cui non si farà. Ma l’ipotesi di interventi sul sistema previdenziale rimane “purché siano a somma zero” ha chiarito il premier Matteo Renzi.

Riforma pensionati costo zero

Vale a dire che il costo deve essere inesistente per le casse pubbliche e interamente coperto da chi volesse ritirarsi dal lavoro prima del raggiungimento dell’età pensionabile. Nessuna possibilità, dunque, di vedere realizzata le proposte Damiano-Baretta. Né quella che prevede un taglio del 2% dell’assegno per ogni anno di anticipo, ma un costo stimato per l’Inps di 8,5 miliardi di euro. Né  quella del raggiungimento di quota 100 sommando età e anni di contributi, che stando ai calcoli costerebbe all’istituto previdenziale 10,6 miliardi.

Pensioni opzione donne

Per le stesse ragioni è, invece, ritenuta praticabile l’estensione della “opzione donna” anche agli uomini. Si tratta della possibilità di andare in pensione a 57 anni e 3 mesi, con 35 anni di contributi, purché si accetti di vedersi calcolare la pensione interamente con il sistema contributivo. Nonostante, considerata l’anzianità lavorativa, si avrebbe diritto a una parte dell’assegno calcolato con le vecchie regole.

È proprio la presenza di questi lavoratori, che saranno “pensionati ibridi” a rendere impraticabili al momento strade di maggiore flessibilità. “Quando rimarranno in attività solo lavoratori che andranno in pensione col contributivo, il sistema sarà perfettamente in equilibrio” commenta Alessandro Santoro, professore di Scienza delle finanze all’Università Bicocca di Milano

Pensioni opzione donne per tutti?

L’opzione donna è in scadenza il 31 dicembre 2015, ma la sua proroga al 2018 è data per scontata, mentre l’allargamento alla platea maschile è solo una possibilità. Che esula da quello di si dovrà occupare la commissione lavoro della Camera mercoledì 9 settembre. Oltre che della questione del prolungamento avrà il compito di discutere della “settima salvaguardia”, per la platea di esodati generata dalla riforma Fornero.

Riforma pensioni esodati

A finanziarla dovrebbe essere una parte delle risorse non spese nelle sei operazioni precedenti. I fondi in cassa, stando al presidente della commissione Cesare Damiano, si dovrebbero aggirare sui 3 miliardi, degli 11,6 finora stanziati. L’intervento dovrebbe consentire la tutela di 25-26mila persone rimaste senza lavoro, ma ancora senza i requisiti per la pensione. Anche in questo caso a “somma zero”.

Ulteriori provvedimenti difficilmente arriveranno con la legge di stabilità. Se non ci sarà qualche altro “scivolo” il 2016 sarà un anno nero per le donne, che nel privato vedranno d’un colpo l’età pensionabile salire a 65 anni e 7 mesi a fronte dei 63,9 fissati al momento. A legislazione invariata, tra il 2014 e il 2020, secondo quanto si legge nell’indagine della commissione europea, ‘The 2015 Ageing Report’ - si avrà lo scalino più alto tra i Paesi dell’Unione, superando di quasi due anni l’età  effettiva media.

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