Un passo avanti e un passo indietro. E’ questo il ritmo che sta accompagnando lo spinoso tema delle pensioni. Dopo il dietrofront sulla flessibilità in uscita, arriva adesso lo stop del Ministero dell’Economia sulla settima salvaguardia per gli esodati e sull’opzione donna, ovvero la possibilità offerta dall’Inps alle lavoratrici di ottenere l’accesso anticipato alla pensione passando al calcolo contributivo. Il motivo? Non ci sono le coperture.
Il problema coperture
Lo stop è giunto al termine dell’incontro che si è tenuto nella Commissione Lavoro della Camera con il Tesoro, il ministero del Lavoro, l’Inps e la Ragioneria dello Stato. Il Mef ha spiegato che le risorse non utilizzate, destinate al periodo 2013-2014, sono tornate nelle casse dello Stato e non potranno essere più usate per questo scopo. Per le coperture, l’Inps ha stimato un importo pari a 2 miliardi di euro fino al 2023. Una cifra eccessiva secondo il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, che ha parlato di una somma esagerata “probabilmente calcolata su una platea più ampia di quella reale”.
Damiano: "Inaccettabile"
“Inaccettabile”, così il presidente della Commissione ha definito l’atteggiamento del Ministero dell’Economia. Damiano ha affermato: “Per noi questo è inaccettabile, la questione diventa politica e va affrontata a livello di ministri competenti. Non solo si riduce la quantità di risorse messe a disposizione per la ‘settima salvaguardia’, ma si cancella la volontà del legislatore, che costituendo il fondo ha espresso la volontà di utilizzare i risparmi per ampliare il numero dei lavoratori da tutelare”. E ancora: “Noi e il Ministero del Lavoro non concordiamo con l’interpretazione restrittiva del Mef, che demolisce le fondamenta della legge, per me è inaccettabile”.
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