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Niente più distinzione tra regime forfettario e quello dei minimi per i possessori di partita Iva. A prevederlo è il testo della Legge di Stabilità. A mantenere il suo nome sarà il primo che, di fatto, incorpora il secondo. Chi apre una nuova attività potrà usufruire del trattamento fiscale che aveva il regime forfettario, ovvero l’esenzione dai versamenti Iva e il trattamento fiscale al 5 per cento. Come avviene attualmente, per cinque anni, ma senza più la possibilità di prolungare tale modalità fino al compimento dei 35 anni, se allo scadere si dovesse avere ancora un’età inferiore.

Dovrebbe, invece, godere ancora di quest’ultima opportunità chi ha aperto (o aprirà) entro quest’anno una nuova partita Iva. Al momento non si tratta di più di un’interpretazione, che deriva dall’assenza della determinazione di un regime transitorio per chi ha già goduto dei “minimi” negli ultimi esercizi. Salvo modifiche al testo in corso d’esame alle camere.

Chi, invece, nel 2015 ha fruito del forfettario ulteriormente agevolato, ovvero chi ha aperto durante quest’anno un’attività, vedendosi ridurre l’imponibile di un terzo (ovvero pagando un’imposta del 10% anziché del 15), potrà accedere dal prossimo, e fino al 2019, al nuovo regime, vedendosi dimezzare le imposte sul reddito per i prossimi quattro anni.

Il regime forfettario “assorbe” anche i massimali di quello dei minimi: sarà possibile accedervi, infatti, con ricavi fino a 30mila euro. Soglia che rimane anche oltre i cinque anni, quando la tassazione sarà però elevata all’aliquota del 15 per cento.

Una novità riguarda anche i lavoratori “misti”, quelli che affiancano una libera professione a un’attività da dipendenti. È prevista, infatti, l'abolizione della norma in base alla quale l’accesso alla forfettizzazione è possibile solo se la prima sia “prevalente” rispetto alla seconda. Difficile era rispettarla, dato che occorreva prevedere con certezza a inizio dell’anno quale sarebbe stato il volume della propria attività.

Il criterio al momento in vigore sarà sostituito da uno oggettivo: sarà possibile accedere al regime forfettario se nell'anno precedente i redditi da lavoro dipendente o assimilato non hanno superato la soglia dei 30mila euro.

Altra misura che coinvolge i lavoratori autonomi è quella del maxiammortamento, riservato anche a loro, a differenza dei precedenti incentivi agli investimenti, che erano riservati alle sole imprese. Si tratta della possibilità di incrementare del 40%, ai soli fini dell’ammortamento, il valore di beni strumentali acquistati nel periodo agevolato, un anno esatto a partire dal 15 ottobre 2015.

Infine, rimangono ancora fisse al 27% le aliquote contributive per i professionisti iscritti alla gestione separata dell'Inps. Per il 2016 niente aumento di un punto, dunque, come era previsto invece dall'articolo 10-bis del decreto legge 192/2014 (Milleproroghe).

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