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L’Ape aziendale, nuova misura che dovrebbe diventare presto operativa, sarà uno strumento che consentirà al lavoratore in esubero, grazie ai contributi versati dal datore di lavoro, di beneficiare dell’Ape volontario con costi più bassi. Il suo obiettivo è consentire l’uscita dal lavoro a 63 anni, con un minimo di 20 anni di contributi e con penalizzazioni sulla pensione quasi nulle per il lavoratore.

Lo strumento prevede che azienda e dipendente in esubero firmino un accordo con il quale l’impresa si impegna a pagare al lavoratore dei contributi previdenziali aggiuntivi, che determinano un aumento della futura pensione del lavoratore. Successivamente, il dipendente invia all’Inps domanda di Ape volontario e gode dell’assegno dal momento dell’uscita dal lavoro fino alla maturazione della pensione di vecchiaia. Una volta maturata la pensione di vecchiaia, questa risulterà di importo maggiore grazie ai contributi aggiuntivi versati dall’azienda. L’aumento della pensione compenserà, in tutto o in parte, il costo delle rate per la restituzione del prestito Ape.

Sfruttando l’Ape aziendale il datore di lavoro può licenziare l’esubero senza spendere troppo, mentre il lavoratore può fruire di un sostegno al reddito continuativo sino alla data della pensione, senza subire successivamente dei tagli elevati della prestazione.

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