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Le assunzioni a tempo indeterminato sono calate nel 2017, mentre sono aumentati i contratti a termine. Lo ha rilevato l’Inps nell’Osservatorio sul precariato.

Nel settore privato è stato registrato un saldo tra i flussi di assunzioni e cessazioni registrati nel corso dell’anno pari a +488.000, superiore a quello corrispondente del 2016 (+326.000) e inferiore a quello del 2015 (+613.000).

Il saldo annuo complessivo, che misura la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro, riflette dinamiche diverse per le singole tipologie contrattuali: è pari infatti a -117.000 per i contratti a tempo indeterminato, a +58.000 per i contratti di apprendistato, a +10.000 per i contratti stagionali e a +537.000 per i contratti a tempo determinato.

Per quanto riguarda le cessazioni, sono aumentate soprattutto quelle di rapporti a termine (+25,3%), mentre le cessazioni di rapporti a tempo indeterminato sono sostanzialmente stabili (-0,2%).

Tra le cause di cessazione, i licenziamenti riferiti a rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono risultati pari a 616.000, in diminuzione rispetto al corrispondente periodo di gennaio-dicembre 2016 (-6,7%), mentre sono aumentate le dimissioni (+6,1%). Il tasso di licenziamento, calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, è risultato per il 2017 pari al 5,3%, inferiore a quello registrato per lo stesso periodo del 2016 (5,5%).

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