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Gli ultimi dati Istat sull’occupazione a luglio hanno evidenziato un aumento dell’occupazione su base  annua (+1,2%) accompagnata però da una diminuzione su base mensile (-0,1%). In particolare sono calati i dipendenti permanenti (-44 mila unità) a favore di quelli a termine (+8 mila). Il mercato del lavoro potrebbe quindi orientarsi verso nuove assunzioni, che passano da “periodi di prova”. Come funziona, quindi, il contratto di apprendistato?

Il contratto di apprendistato, dopo il Jobs Act, è un contratto di lavoro a tempo indeterminato che prevede per l'azienda tanto nuovi obblighi, quanto agevolazioni. In particolare, esiste l’obbligo ad un periodo di formazione e condizioni diverse a seconda della tipologia di contratto, che può essere di tre specie: apprendistato professionalizzante, apprendistato per l'alta formazione e ricerca e apprendistato per il conseguimento di qualifica o il diploma professionale.

Il contratto per il conseguimento di una qualifica professionale si stipula nei confronti di giovani di età tra i 15 e i 25 anni ancora in fase di formazione. La sua massima durata è di tre anni. Se lo si stipula nei confronti di giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni la durata non può essere inferiore a 6 mesi o superiore a tre anni (cinque per gli artigiani). Il contratto prevede gli stessi diritti di quelli degli altri dipendenti (ferie, malattie, permessi). Lo stipendio partirà da un 60% dello stipendio pieno, per giungere al 100% al termine del periodo.

Il contratto di apprendistato professionale e per l’alta formazione e la ricerca si rivolge a giovani di età compresa tra 18 e 29 anni ed è mirato al praticantato professionale o legato a diplomi di istruzione secondaria, laurea, master o dottorati di ricerca.

Al termine del periodo di apprendistato l’azienda presso cui si è svolto potrà scegliere se proseguire o meno il rapporto di lavoro. In entrambi i casi si seguiranno le procedure proprie del contratto collettivo; se il rapporto di lavoro non verrà confermato, occorrerà dare un preavviso come previsto, appunto, dal contratto collettivo.

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