Il Governo italiano starebbe preparando una proposta di legge intesa ad aiutare famiglie e piccole imprese ad avere un sostegno contro l’aumento dei tassi di interesse. Questa proposta però allarma gli investitori internazionali: come riportato da Bloomberg e Reuters, infatti, consisterebbe nel favorire il rimborso di crediti deteriorati (mutui e prestiti) ad un prezzo inferiore al loro valore nominale. Un simile provvedimento turberebbe però il mercato.
La proposta del Governo
La proposta di legge è stata inviata all’esame dell’apposita commissione parlamentare lo scorso 18 luglio. L’idea riguarda i prestiti con valore fino a 25 milioni di euro classificati come inadempienti tra il 2015 e il 2018, rivenduti come parte di un portafoglio o di una cartolarizzazione entro la fine del 2022. Ai debitori sarebbe concesso di rimborsare il prestito originale ad un prezzo equivalente al rapporto tra il valore nominale lordo del prestito e il prezzo medio del portafoglio, più un premio del 20%.
Il Ministro dell’Industria Adolfo Urso ha dichiarato a Bloomberg che l'iniziativa mira a "far rientrare il maggior numero possibile di mutuatari - persone e aziende - dai crediti in default, a pagare debiti precedenti e a farli tornare al lavoro". La proposta di legge, inoltre, vorrebbe fermare la speculazione sulla vendita dei crediti in default, acquisiti, si legge, in “circostanze drammatiche”- quindi a prezzo stracciato – e rivenduti tramite una speculazione che frutta margini di profitto "francamente inaccettabili".
Le preoccupazioni delle banche
Secondo quanto riportato dalle agenzie, la proposta del Governo italiano potrebbe mettere a rischio la vendita di crediti inesigibili sul mercato. La norma fornirebbe infatti un ritorno del 20% per il venditore del prestito, ma a fronte di un prezzo che è una media del pool di prestiti, mentre il valore dei singoli prestiti all'interno di un portafoglio può variare significativamente.
Inoltre, si teme che una simile legge possa in qualche modo legittimare mutuatari e titolari di prestiti a non rientrare delle rate pattuite: al momento secondo Reutars i debiti inesigibili ammontano già a 307 miliardi di euro. Il che, aggiunto alla tassa sugli extraprofitti decisa di recente, potrebbe dare un brutto colpo al settore bancario internazionale.
Possibili danni al mercato dei crediti in default
Secondo Bloomberg, la misura sarebbe un nuovo colpo per il mercato italiano dei crediti inesigibili che ha attirato molti acquirenti internazionali dal 2015. I fondi internazionali hanno speso miliardi di euro negli ultimi otto anni per acquistare prestiti inesigibili detenuti dalle banche italiane, permettendo loro di liberarsi da condizioni difficili e allo stesso tempo alimentando nuove attività.
Secondo un rapporto di Pwc, il piano di rientro ha contribuito a ridurre l'esposizione ai debiti inesigibili delle banche italiane da 341 miliardi di euro alla fine del 2015 a 58 miliardi di euro a marzo di quest'anno.
La legge potrebbe anche influenzare le garanzie fornite dallo Stato per aiutare le banche a liquidare circa 110 miliardi di euro di debiti. Con il cosiddetto programma GACS, le banche hanno potuto raggruppare i loro bad loans in titoli da vendere, acquistando nel contempo garanzie statali per la parte meno rischiosa per renderli più attraenti agli investitori.
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