Squilla il telefono, si risponde e dall'altra parte il silenzio, fino a quando, dopo diversi secondi, si sente la voce di un operatore di un call center. D'ora in avanti tutto questo non accadrà più. Dovranno, infatti, essere rispettate le regole del garante privacy per combattere il fenomeno delle cosiddette "telefonate mute", utilizzate dalle aziende per eliminare i tempi morti tra una chiamata e l'altra
Sono entrate in vigore le regole decise lo scorso anno dall'autorità per fermare questo fenomeno che, come scritto nel testo del garante, "genera nell'utente particolari ansietà, allarme, sospetto, fastidio e disappunto, oltre alla frustrazione connessa al senso di impotenza e all'incapacità di reagire all'evento". Ecco cosa prevedono le nuove regole
- I call center devono tenere precisa traccia delle "telefonate mute", queste ultime dopo 3 secondi dalla risposta dell'utente devono essere interrotte
- Non possono essere fatte più di 3 "telefonate mute" ogni 100 andate a buon fine
- L'utente non può più essere messo in attesa silenziosa, ma il sistema deve generare una sorta di rumore di fondo, per far capire che la chiamata proviene da un call center e non da un eventuale molestatore
- L'utente disturbato da una chiamata muta non può essere ricontattato per 5 giorni e, al contatto successivo, deve essere garantita la presenza di un operatore
- I call center sono tenuti a conservare per almeno due anni i report statistici delle "telefonate mute" effettuate per ciascuna campagna
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