Commenti: 0

Il settore bancario italiano sta attraversando un periodo di forte crisi. Basti pensare che dal 2011 a oggi ha accumulato 50 miliardi di perdite nette, mentre i crediti deteriorati hanno raggiunto la cifra record di 90 miliardi. La causa  - secondo Vito Lops, giornalista del Sole 24 Ore, ospite di Immonext - è da rintracciare nella generale crisi economica del Paese, che dal 2008 ha perso 10 punti di Pil. Per porvi rimedio è necessario un intervento da parte della politica che stabilisca, anche a livello europeo, nuove regole, più morbide, che puntino alla crescita e non all'austerità.

La crisi del settore bancario europeo

Se il settore bancario statunitense ha colmato il gap con il periodo pre-crisi, azzerrando le perdite, lo stesso non si più dire delle banche italiane, ma neanche - contrariamente a quanto si può pensare - di quelle europee. "Le banche europee - afferma Lops - sono sotto del 75%, mentre le italiane dell'85%: la percentuale di perdite che stanno accumulando nel breve periodo sono essenzialmente le stesse. Se i crediti deteriorati in Italia sono pari a 200 miliardi di euro lordi, 90 miliardi netti, nel vecchio Continente sono oltre 1000 miliardi". 

Le banche italiane pagano lo scotto della grave crisi economica che ha portato dal 2008 a oggi a una perdita di 10 punti percentuali del Pil. Le imprese fallite e le famiglie in difficoltà hanno fatto aumentare una quota rilevante dei crediti deteriorati in pancia alle banche. Senza contare che il nostro Paese è arrivato in ritardo e non ha potuto usufruire del meccanismo del bail out per il salvataggio degli istituti di credito.

Una strategia politica sbagliata

Per ripartire le banche hanno bisogno di un impegno da parte della politica - anche a livello europeo - che invece di seguire sulla strada dell'austerità, come fatto finora, punti alla crescita. "La scossa deve arrivare da una strategia politica che miri a potenziare gli investimenti pubblici e, a ruota, anche quelli privati. Solo in questo modo si potrà salvare il sistema bancario da cui dipende, in buona parte, anche la ripresa del settore immobiliare".

 

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account

Etichette
Pubblicità