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ponte morandi
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Monitorare la sicurezza dei ponti con un telefono cellulare. E’ la proposta del MIT di Boston che, dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, ha sostenuto come una rete di sensori mobili possa fornire in ogni momento informazioni sulla sicurezza strutturale dei ponti, rilevabile con un apposito dispositivo mobile.

La ricerca del Massachussetts Instutute of Technology a cui ci riferiamo, pubblicata su una rivista specializzata (i proceedings dell’IEEE), sostiene come gli smartphone degli stessi automobilisti in transito possano contribuire in ogni momento a rilevare la sicurezza di ponti e strutture stradali. Gli accelerometri dei dispositivi, secondo il MIT, possono infatti misurare le vibrazioni dei ponti, dando indizi sullo stato di salute strutturale dei viadotti.

Ogni smartphone, infatti, è dotato di accelerometro, un dispositivo cioè che rileva gli spostamenti del device (o meglio, del suo possessore) nello spazio, caratteristica fondamentale per poter allacciare il telefono alle varie celle. Non è quindi un’idea preregrina quella di utilizzare tali sensori, che possono rilevare anche una serie di altri dati, per creare una rete di monitoraggio di ponti e strade. Una soluzione che sarebbe al tempo stesso capillare ed economica.

L’unico problema che si porrebbe, in ottica di gestione di “big data”, è quello da un lato di evitare gli errori di rilevazione (questione risolvibile tramite incrocio di dati da fonti multiple); d’altra parte si porrebbe un problema di privacy che andrebbe senz’altro dipanato, nell’ottica dell’interesse e della sicurezza generale.

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