Alla luce delle nuove normative ed osservando il crescente interesse espresso da acquirenti e venditori in materia di risparmio energetico, massimiliano podestà di realpodestate ha intervistato l'ingegner Claudia giordana Esperta progettista, consulente energetico casaclima e consigliere direttivo per la città di Torino dell’associazione Casaclima Network Piemonte e valle d’Aosta, per comprendere meglio alcuni aspetti troppo spesso affrontati con superficialità, anche dai più autorevoli mezzi di informazione
Domanda: nella sua esperienza lavorativa, qual è l’approccio dei proprietari di abitazioni alle tematiche di risparmio energetico?
Risposta: in genere chi, tra i proprietari di immobili, si avvicina alle tematiche del risparmio energetico pensa alla riduzione dei costi in bolletta attraverso l’impiego di impianti alimentati da fonti rinnovabili (fotovoltaico e solare termico in primis). Al massimo si interviene anche sugli infissi, spinti per lo più dall’esigenza di eliminare eventuali spifferi e di isolarsi acusticamente dai rumori esterni
D: ritiene che queste installazioni producano risultati apprezzabili?
R: la sequenza di interventi è sbagliata principalmente per due motivi. Il primo è che si finisce per realizzare un impianto sovradimensionato a causa delle perdite dell’involucro (pareti, tetto, infissi, solai verso ambienti non riscaldati) con un impegno economico maggiore e una resa minore.il secondo motivo è che si impiegano le fonti rinnovabili per riscaldare anche l’ambiente esterno. Un edificio disperdente è come uno scolapasta ed il relativo impianto di riscaldamento il rubinetto con cui cerchiamo di riempire d’acqua il recipiente. Per riuscire nel nostro intento dobbiamo prima chiudere i buchi, non impiegare un rubinetto di maggior portata ancorchè di acqua di recupero!
D: quale reputa dovrebbe dunque essere il migliore procedimento da seguire?
R: volendo agire correttamente,bisogna intervenire imprescindibilmente prima sull’involucro
Esterno poi sugli impianti. Basti pensare che l’impianto di riscaldamento incide solo per un 10-12% delle perdite energetiche totali! dovendo procedere per fasi successive, soprattutto in caso dirisanamento energetico di un edificio esistente, la corretta sequenza prevede migliorie all’involucro opaco (nell’ordine pareti, tetto solai verso terra e/o ambiente scantinato) poi ai componenti finestrati e, infine, agli impianti
Gli interventi devono, in ogni caso, essere parte di un progetto integrato, complessivo che interessa involucro ed impianti. Pensare solo ad un aspetto piuttosto che all’altro potrebbe essere controproducente, soprattutto quando si ricercano prestazioni energetiche molto elevate
D: quando parliamo di “progetto integrato”, quale risultato si mira ad ottenere?
R: dal punto di vista progettuale l’obiettivo finale di un intervento di risanamento è genericamente il benessere abitativo interno attraverso la ricerca di materiali più o menosostenibili, l’individuazione di soluzioni tecniche che garantiscano l’isolamento acustico e termico (caldo e freddo), la tenuta all’aria, la riduzione del fabbisogno energetico di un edificio e l’impiego di fonti rinnovabili per il soddisfacimento dello stesso.
I benefici dell’efficienza energetica degli edifici sono principalmente tre: il benessere abitativo, il risparmio economico, un contributo alla tutela dell’ambiente. Tramite la certificazione energetica se ne potrebbe individuare un quarto: la rivalutazione degli immobili sul mercato. E su questo lascio la riflessione all’agente immobiliare
D: sono anni che preparo i miei clienti al nuovo scenario immobiliare che ci attende, nel quale le classi energetiche avranno un peso specifico notevole sui valori. Tornando a noi, qual è la sua opinione riguardo la certificazione energetica, divenuta ormai obbligatoria?
R: la certificazione energetica dovrebbe essere un sigillo di qualità dell’immobile espressa intermini di prestazione energetica di involucro e impianti. L’attribuzione della classe energetica dovrebbe, però, essere il risultato di un percorso di controlli e verifiche prima su carta in fase progettuale poi in cantiere tramite sopralluoghi, documentazione fotografica e collaudi specifici da effettuarsi con termocamera o con prove di tenuta all’aria.
A maggior tutela dell’acquirente l’incarico per la certificazione dovrebbe essere affidato da un ente terzo di controllo. L’uso del condizionale è d’obbligo perché la normativa nazionale, sebbene richieda l’estraneità del certificatore alle fasi progettuali e costruttive, prevede una certificazione a lavori terminati senza obbligo di verifiche puntuali in fase esecutiva, di collaudi specifici e sopralluoghi in cantiere. Il certificatore, infine, viene nominato dal proprietario o dall’impresa costruttrice o dal venditore non senza conflitti d’interesse
D: auspichiamo che presto queste differenze verranno recepite anche dal grande pubblico, soprattutto perché, come detto, avranno una ricaduta sui valori immobiliari, lei cosa ne pensa?
R: la materia legata al risparmio, all’efficienza e alla certificazione energetica di un edificio è vasta e complessa e richiede anche un cambiamento culturale delle abitudini del costruire e dell’abitare, soprattutto quando si ricercano prestazioni elevate del proprio edificio.
Non mancano però esempi d’eccellenza quali il modello di certificazione dell’agenzia casaclima della provincia di Bolzano cogente per la provincia di Bolzano e volontario per il resto d’Italia
L’agenzia casaclima affianca all’attività di certificazione quella di formazione di tecnici ed artigiani e di divulgazione di una filosofia progettuale che mira al perseguimento del benessere abitativo senza danneggiare ambiente e risorse. Nell’ultimo anno sono state costituite diverse associazioni casaclima network senza scopo di lucro locali a livello comunale o regionale sostenitrici delprogetto casaclima
Ricordiamo che l’ing. claudia giordana è consulente energetico casaclima e consigliere direttivo per la città di Torino dell’associazione casaclima network Piemonte e valle d’Aosta
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13 Commenti:
L'articolo è molto interessante e mette in evidenza l'aspetto dei costi di gestione di case costruite con criteri obsoleti.
È evidente che l'obbligatorietà di certificazioni, unita al costo sempre crescente dei combustibili per il riscaldamento, costituisce già da ora una discriminante molto importante e tale da limitare le possibilità di vendita di immobili ai quali non è mai stata fatta manutenzione il cui prezzo è ancora troppo alto e il cui unico "punto di forza" è la zona in cui sono costruiti
Non capisco dove sta la scoperta, è ovvio che il cappotto, con quel che costa, valorizza la casa rendendola più vendibile, come anche costruirci una piscina
Non capisco dove sta la scoperta non è una scoperta... è piuttosto un concetto che dovrebbero capire alcune persone che vendono a prezzi molto alti appartamenti costruiti sessant'anni fa e che costano 1.000 euro l'anno solamente di riscaldamento pensando di giustificare la cosa dicendo che, per chi spende oggi certe cifre per comprare casa, 1.000 euro di riscaldamento/anno, oltre tutte le altre spese, siano un dettaglio. Questo pensiero è, evidentemente, totalmente sbagliato perché per le case normali non vale la stessa regola delle auto di lusso che, oltre a costare quanto un appartamento, hanno dei costi di gestione improponibili. Chi deve acquistare casa oggi, a fronte dei soldi che paga, esige la qualità, e l'efficienza energetica e la limitatezza dei costi di gestione ne rientrano a pieno titolo
Certo con i costi energegetici alti e l'inquinamento prodotto da essi l'idea e' buona anche per dimezzare i costie aumentare il valore dell'immobile ,bisogna far capire alle persone che ora spendono un tot ,ma dopo ci guadagnano
Il problema è che molto spesso i mattonari spendono 20k-25K per il cappotto (mediamente il costo per un appartamento è quello) e chiedono 60k,70k in piu' nella vendita. Questo comportamento oltre che vanificare ogni tentativo di vendita, copre di ridicolo l'indefesso mattonaro.
L'acqua calda si vende sempre bene...... se per un immobile sono stati spesi 10.000 euri per fare il cappotto la casa varra 10.000 euri in più!
Facciamo un esempio:
Tu hai casa ed oggi pensi che valga 500.000 euro, ne spendi 50.000 per "il cappotto e ristrutturazioni in genere... secondo te riesci a venderla a 550.000 euro?
E se ricevi un'offerta a 520.000 euro la rifiuti a prescindere?
Quello che dici è concettualmente sbagliato, prova infatti a comprare un'auto nuova dal concessionario e prova invece a sommare i prezzi dei singoli componenti che costituiscono l'auto. Vedrai che, senza considerare i costi di manodopera, con quello che avresti pagato l'auto dal concessionario non ce ne compri nemmeno la metà a pezzi
Ottimo articolo faccio i complimenti al tecnico perchè ha illustrato il giusto approccio al problema ovvero una metodologia che si basa sulle capacità economiche e sula qualità dell'intervento.
Mi permetto di sottolineare che la certificazione energetica è suddivisa in classi, ed evidente dai commenti suddetti la poca conoscenza di esse, infatti come termine di paragone si è richia l'auto e non gli elettrodomestici dove da diverso tempo è in vigore la classe energetica relativa al consumo, questa determina un diverso costo, e mi sembra che spesso l'acquirente valuta in base alle proprie capacità economiche la qualità del prodotto e la qualità energetica del prodotto.
Mi sembra ovvio che l'investimento la spesa per ottenere una classe energetica migliore e proporzionale al valore dell'immobile, cosi come per le finiture, inutile rifinire una casa con un materiali e mobili di pregio se la zona dove si trova ha un determinato prezzo.
Quindi l'approccio alla classe energetica dev'essere non il conseguimento di un bollino, ma culturale e di benessere personale, una casa meno disperdente questo è il concetto base è una casa più confortevole da vivere.
Quindi oltre il risparmio c'è una componente di benessere importante, altrimenti saremmo rimasti alle caverne.
L' interpretazione del paragone che ho fatto con l'auto è totalmente sbagliata.
Io ho solamente detto che una casa, anche abbastanza costosa, non è un auto di lusso che si acquista a prescindere dai costi di gestione.
Se poi vogliamo proprio puntualizzare sul discorso delle auto allora sul mercato esistono auto di diverse Marche, con la stessa cilindrata e con consumi differenti.
Permettetemi di esprimere le mie perplessità: ma quanti anni devo aspettare per ripagarmi delle spese di un "cappotto" (e quel che segue) con il solo risparmio energetico? penso che eliminare gli spifferi e raddoppiare i vetri sia molto più accessibile e, a conti fatti, molto più economico. Senza peraltro dimenticare che non tutti si possono permettere i costi derivanti dalle modifiche proposte dall'esperta.
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