Dauphin Island è conosciuta dai francesi come l’isola del massacro. Dalla sua scoperta per opera degli spagnoli nel XVI secolo, questo piccolo banco di sabbia di 16 km2, dove vivono appena 1.200 persone, ha sperimentato tutti i tipi di tragedie e disastri naturali.
Nel 2004 l’uragano Ivan ha distrutto 170 case nella parte occidentale dell’isola, la più esposta. Appena un anno dopo, Katrina ha raso al suolo altre 250 case. Come se non bastasse, nel 2011 il versamento della piattaforma Deepwater Horizon ha riempito le spiagge di petrolio.
Tante disgrazie in un così breve arco di tempo hanno richiamato l’attenzione dell’artista spagnolo Dionisio Gonzalez, che ha deciso di dedicare parte del suo lavoro alla progettazione di edifici pensati per riempire il vuoto causato dal più grande uragano registrato negli Stati Uniti negli ultimi anni. Questi progetti sono stati già soprannominati “architettura per la resistenza”.
La casa che ha resistito a Donald Trump e altri 10 edifici che sono sopravvissuti alla follia del mercato immobiliare (Fotogallery)
All’inizio degli Anni ’90 il magnate immobiliare Donald Trump ha cercato in tutti i modi di impossessarsi di una piccola casa unifamiliare che ostacolava la costruzione di un gigantesco parcheggio pensato per il suo casinò di Atlantic City, il Trump Plaza. Ma nonostante la sua ricchezza e le sue conoscenze nel mondo della politica, Trump non ha raggiunto il suo obiettivo e ha dovuto realizzare il suo progetto attorno alla “casa ribelle”.
Ecco a voi l’edificio che cresce se… lo annaffi (Fotogallery)
Dopo aver visitato ogni angolo del mondo, Barry Cox ha deciso di costruire nel 2011 una chiesa unica nel mondo. Si tratta di un edificio che per metà è luogo di culto e per metà albero. La singolare e spettacolare costruzione si trova in Nuova Zelanda
Una casa di campagna in cima a un edificio di New York con vista sull’Empire State (Fotogallery)
Vista da un elicottero, New York è una città completamente diversa. Cambiando prospettiva, la città dei grattacieli offre sorprese inaspettate, come quella che si trova sul tetto di un vecchio magazzino nel West Village trasformato in un palazzo con appartamenti. Lì vivono David Puchkoff, sua moglie Eileen e la figlia Masha. La loro è una casa familiare, una sorta di cottage con giardino e portico affacciato sull’Empire State Building.
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