
L’inquinamento atmosferico è un grave rischio ambientale per la salute, contribuendo ogni anno a milioni di morti premature. Uno degli strumenti principali per affrontare questa crisi è l’uso di standard nazionali sulla qualità dell’aria, cioè limiti all’inquinamento fissati dai Paesi per proteggere i propri cittadini. Questo rapporto, basato su un database (Link alla fonte) compilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Svizzero di Salute Pubblica e Tropicale (Swiss TPH), offre una panoramica del quadro normativo.
L’analisi considera, per ciascuno dei 251 Paesi e territori, quanti dei sei principali inquinanti atmosferici definiti dall’OMS hanno standard nazionali con tempi di riferimento allineati a quelli OMS (1 anno, 24 ore, 8 ore, 1 ora, 15 minuti, 10 minuti). Gli standard basati su altri intervalli temporali non sono inclusi nel dataset OMS, anche se esistono a livello nazionale. Ad esempio, negli Stati Uniti l’SO₂ è regolato con una media triennale del 99º percentile dei massimi giornalieri su 1 ora, che non rientra nei criteri OMS—perciò il totale conteggiato è di 5 inquinanti invece di 6. L’analisi si concentra sull’esistenza degli standard, non sulla loro severità.
Inquinanti principali (criteria pollutants):
- Particolato (PM2.5, PM10): Minuscole particelle provenienti da veicoli e industrie che penetrano profondamente nei polmoni e nel flusso sanguigno, causando malattie cardiache, polmonari e neurologiche. Il PM2.5 è particolarmente dannoso.
- Diossido di azoto (NO₂): Gas rossastro prodotto da veicoli e centrali elettriche; irrita le vie respiratorie, peggiora l’asma e riduce la funzionalità polmonare.
- Diossido di zolfo (SO₂): Deriva dalla combustione di carbone e petrolio; causa piogge acide e problemi respiratori immediati restringendo le vie aeree.
- Ozono (O₃): A livello del suolo forma smog tramite reazioni indotte dalla luce solare; scatena asma, dolori al petto e ridotta funzionalità polmonare.
- Monossido di carbonio (CO): Gas inodore derivante da combustione incompleta; impedisce all’ossigeno di legarsi al sangue, provocando vertigini, confusione o morte.
Risultati
L’analisi mostra una netta divisione globale negli standard di qualità dell’aria.
- 79 Paesi (31,5%) hanno standard nazionali per tutti e sei gli inquinanti comparabili con quelli dell’OMS, segno di un forte impegno normativo.
- 114 Paesi e territori (45%), per lo più in Africa, non hanno fissato alcuno standard—lasciando grandi popolazioni senza protezione.
- 58 Paesi si collocano in una situazione intermedia, con copertura parziale. Alcuni usano metodi non contemplati dal dataset OMS—ad esempio, gli Stati Uniti regolano l’SO₂ con una media triennale del 99º percentile dei picchi giornalieri su 1 ora, che esula dagli intervalli standard dell’OMS. Di conseguenza, negli USA il conteggio è 5 anziché 6.
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