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Oltre ad essere un'esperienza personale molto dolorosa, una separazione può essere anche l'inizio di una vera e propia emergenza abitativa per quei padri che devono abbandonare il tetto coniugale. Alle prese con l'assegno di mantenimento e gli alimenti, spesso non riescono ad affrontare le spese di un appartamento. Per loro è nata a Roma "la casa dei papà" un progetto promosso dal comune e gestito dalla cooperativa sociale "un sorriso". Abbiamo parlato con la responsabile e psicologa del progetto, la dott.ssa Ilaria perulli

Domanda cos'è il progetto casa dei papà?

Risposta. Il progetto casa dei papà nasce a dicembre 2009, dietro impulso di varie associazioni di padri separati. È promosso dal dipartimento di servizi sociali di Roma capitale con il coordinamento del ivx municipio e gestito dalla cooperativa sorriso (vincitrice di un bando di gara). L’obiettivo è quello di fornire una soluzione  abitativa a quei padri  in regime di separazione che vedono compromesso il loro diritto all’affido condiviso per mancanza di una sistemazione adeguada

D. Come sono le strutture?

R. La prima casa dei papà è formata da 20 appartamenti bilocali che si trovano nel residence di torre di pratolungo, zona tiburtina nomentana. La seconda casa dei papà nasce nel 2011 ed è composta da 10 appartamenti, di circa 65mq,  all’interno di un condominio in via degli strauss, nel quartiere periferico dell’infernetto. Gli appartamenti sono strutturati in modo che i padri possano ospitare i figli negli orari di visita. Poco distante c'è anche un villino di tre piani adibito alle attività ludiche

D. Quanto dura il periodo di permanenza?

R. I padri possono alloggiare per un periodo di dodici mesi, eventualemente prorogabili ad altri sei più sei, per un massimo di 24 mesi. Contrariamente a quanto si pensa, la casa dei papà 2 non è uno step ulteriore corrispondente al secondo anno di permanenza. Fin dal primo momento, cerchiamo di alloggiare i padri nella struttura che sia loro più adeguata per la vicinanza al luogo di lavoro o alla casa dove risiedono i figli

D. Qual'è il profilo tipo di un ospite della casa dei papà?
R. Il profilo tipo è quello del vecchio ceto medio, un dipendente privato, ma più spesso pubblico, che gode di una certa autonomia e che guadagna all’incirca 1200-1300euro al mese.  Spesso questi padri, in virtù della sentenza di separazione, si trovano a dover corrispondere un assegno di mantenimento (spesso nell’ordine dei 400-500 euro al mese nel caso si tratti di due figli), più gli eventuali alimenti richiesti dalla moglie. La maggior parte dei padri ospitati nelle due strutture risponde a questo profilo

D. Quali sono i requisiti di ammissione?

R. Le persone accolte nelle due case dei papà sono padri – di figli minori d’età- in regime di separazione in corso o già concluso che rispondono a determinati requisiti. Prima di tutto si tratta di persone residenti nel comune di Roma, che abbiano un isee massimo di 7000 euro (per un figlio) o di 9000 (per due figli). Attraverso un iter di selezione che passa attraverso gli psicologi della cooperativa sorriso e una commissione creata ad hoc, si valutano le competenze genitorali, reale desiderio di continuare i rapporti con i figli, nonché le effettive condizioni di necessità. Tutto per evitare che il padre finisca in una macchina, innescando così un processo a catena che porti alla perdita del diritto di visita dei figli

D. Quante persone si rivolgono alla struttura?

R. Solo nei primi 10 giorni di gennaio, ci sono state sette richieste e altre 15 sono attualmente al vaglio della commissione. Negli ultimi tempi c'è stato un aumento considerevole delle domande di alloggio, non solo perché il progetto è via via più conosciuto, ma anche perché la crisi c'è e si sente 

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17 Luglio 2013, 10:33

Mi sono ritrovata ad affrontare questo discorso amichevolmente ,e non voglio credere ci siano donne così rancorose nel tempo. Sicuro e certo ke chi sbaglia è giusto paghi ,ma non si può tentare di togliere la dignità ad un altro essere umano. . Perché di ciò parliamo. Giusto anche ke le parti deboli vengano sostenute. Mad figli dopo una vita o quasi di sacrifici. Una via di mezzo non esiste più. . . e a caus ,invece ,di donne così ranc e attacctal denaro e al voler apparire ,il sogno di una donna di sposarsi x pure e semplice amore con una promessa davanti a dio,viene del tutto derisa e infranta . . Sono divorziata e nel contesto separazione ho voluto e preteso l aiuto non tanto x me quanto x i miei figli. . . Perché il matrimonio è fAMIGLIA . . Famiglia vuol dire figli . . La condivisione della cosa più bella al mondo. E loro devono essere tutelati . . I grandi sono grandi appositamencavarsela da se e non alle spalle degli altri. . .Vivere del male altrui ,di per se non è ne vita ne digntà.

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