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Confedilizia chiede al governo una cura shock per il settore immobiliare e presenta tre proposte

Il fatidico mercoledì da leoni è arrivato. In attesa del consiglio dei ministri che dovrà esaminare il cosiddetto "piano shock" del presidente del consiglio Matteo renzi su fisco, scuola e casa, vediamo in 5 punti in cosa consiste il jobs act

- Tagli alla spesa: partiamo dal nodo "coperture". Senza le quali, di fatto, nessun piano è praticabile. Sembra che per realizzare le riforme del jobs act servano circa dieci miliardi di euro l'anno. Dove trovare il denaro necessario? si parla di un taglio alla spesa pubblica che, i più ottimisti, calcolano di 10 miliardi l'euro l'anno (il governo letta aveva indicato 13 miliardi in due anni); a ciò si devono aggiungere 1,5 miliardi stimati dal rientro dei capitali e 3-5 miliardi di proventi in arrivo dal risparmio interessi sul debito pubblico con il calo dello spread. Cifre alle quali va ad accostarsi la speranza di una crescita più sostenuta di quanto ci si attende, con la conseguente riduzione del deficit intorno al 2,7% del pil

- Ammortizzatori sociali: qui entra in gioco la naspi, ovvero il sussidio di disoccupazione universale per tutti coloro che perdono il lavoro e che hanno lavorato almeno tre mesi. La naspi avrà una durata pari alla metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni per un massimo di 2 anni, per i lavoratori aticipi al massimo sei mesi. Per tutti il sussidio andrà dai 1.100-1.200 euro mensili all'inizio del periodo di copertura per poi calare fino a 700 euro. A quanto pare, gli ammortizzatori verranno finanziati dalla progressiva scomparsa della cassa integrazione in deroga. Data la difficile situazione occupazionale, si sta pensando di aggiungere un assegno di disoccupazione a tutela di chi esaurisce la naspi, che dovrebbe essere garantito solo a chi si trova in condizioni di effettivo bisogno sulla base dell'isee e dovrebbe essere finanziato con la razionalizzazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Gli economisti che hanno lavorato al piano hanno suggerito che entro la fine della legislatura venga inserito il reis, ovvero il reddito di inclusione sociale attiva al momento non presente nel piano

- Contratto unico di lavoro: l'obiettivo è quello di arrivare al contratto unico a tempo indeterminato e a tutele crescenti. Per i primi tre anni, quindi, no alle tutele previste dall'articolo 18. Il contratto a tempo determinato verrebbe limitato solo ad alcuni settori, come i lavoratori stagionali

- Taglio dell'irpef con detrazioni fiscali fisse: obiettivo del jobs act è rendere più consistenti le buste paga dei lavoratori dipendenti, in particolare di quelli che hanno redditi fino a 15mila euro. Ma come farlo? mantenendo a 8mila euro la soglia sotto la quale non si pagano le tasse e isitituendo una detrazione fissa di 1.840 euro per redditi imponibili compresi tra 8 e 15mila euro, soglia oltre la quale le detrazioni si ridurrebbero linearmente, fino a esaurirsi per i redditi oltre i 55mila euro. Il costo stimato per le casse dello stato è di circa 5-7 miliardi con un risparmio fiscale per un lavoratore dipendente con un reddito imponibile di 15mila euro di circa 450 euro annui. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, sarebbe più opportuno agire sull'irap. Con 10 miliardi a dispozione le detrazioni potrebbero essere ancora più consistenti con risparmi fino a 800 euro l'anno per redditi di 15mila euro

- Agenzia unica per il lavoro: il jobs act di Matteo renzi prevede un nuovo codice del lavoro e l'agenzia unica federale che servirà a sviluppare la "garanzia per i giovani" chiesta dalla'unione europea, il cui obiettivo sarà quello di assicurare ai giovani con meno di 25 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro quattro mesi dall'uscita dal sistema di istruzione formale o dall'inizio della disoccupazione
 

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