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La ripresa dell’edilizia è possibile, ecco le proposte dell’Ance
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Un programma di investimenti in infrastrutture immediatamente cantierabili; una parziale detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata; una proroga del potenziamento degli incentivi fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica. Sono queste le 3 proposte dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) per favorire la ripresa. Se ne è parlato in occasione della presentazione, a Roma, dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni. A margine dell’evento, il presidente dei costruttori, Paolo Buzzetti, ha detto a Idealista news: “Mi pare che ormai ci sia la convinzione politica di voler andare incontro al futuro con le riforme, con la dovuta attenzione ai conti, ma anche cercando di spingere la crescita”.

“Bene la local tax, ma riducendo la tassazione”

Parlando dell’elevata tassazione che colpisce il settore immobiliare, il presidente dell’Ance ha spiegato: “La Tasi o l’Imu sono tasse sul possesso. Ma non si tiene conto del fatto che in Italia si è proprietari di casa anche se non si è ricchi. L’introduzione di questo tipo di tasse ha creato una grande mancanza di fiducia e una grande incertezza. La casa, invece, per noi italiani è tutto, è un bene importante anche come fattore di sicurezza del Paese. Le nostre proposte puntano proprio a dare sicurezza, fiducia e a favorire la ripresa economica. Bene la local tax, ma riducendo la tassazione”.

Riforma del catasto, Buzzetti: “E’ indispensabile, ma deve essere fatta con un po’ di attenzione”

Una riflessione, infine, sulla riforma del catasto. A tal proposito, il presidente dell’Ance ha detto: “Noi, insieme alle associazioni del settore, abbiamo segnalato il rischio a cui si andava incontro. Menomale che il presidente del Consiglio ci ha dato retta. La riforma del catasto è indispensabile, ma deve essere fatta con un po’ di attenzione”.

Cosa emerge dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni

In occasione della presentazione dei dati del nuovo Osservatorio congiunturale, il responsabile del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio, ha spiegato che per il 2015 si stima la fine della recessione e l’inizio di una debole ripresa, per il 2016 poi è prevista una crescita più robusta. “Questi anni di crisi – ha detto Monosilio – dovrebbero lasciare spazio a un periodo di crescita. Ma ciò non si riflette nel settore delle costruzioni, che risente ancora di una difficoltà generale accumulata in 8 anni”. Il comparto più colpito è quello delle nuove abitazioni.

La ripresa dell’edilizia è possibile, ecco le proposte dell’Ance
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I dati dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni mostrano un forte calo per le nuove iniziative, mentre crescono gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo. Sul fronte delle compravendite, l’ultimo anno presenta una crescita costante.

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Ciò è dovuto anche al diverso atteggiamento delle banche.

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Ma l’elevata tassazione, che colpisce sia i proprietari che gli investitori, mette il comparto immobiliare a rischio.

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In questa situazione, viene sottolineato dall'Ance, "l'emergenza fisco" non è più trascurabile: “Da una politica fiscale impostata unicamente sull'obiettivo del massimo prelievo, occorre pervenire ad una vera e propria strategia fiscale che incentivi il mercato, indirizzando la domanda verso l’acquisto di abitazioni ad elevato standard energetico, anche in un’ottica di riqualificazione di ampie parti di città”. Secondo l'Associazione nazionale costruttori edili, dunque, le priorità di intervento riguardano:

- l’introduzione di incentivi al mercato residenziale che consentano la ripresa delle attività ed il ritorno degli investitori nel comparto, attraverso forme di parziale detassazione degli acquisti di nuove abitazioni ad elevato standard energetico ed un sistema di misure che agevolino, sia le imprese che i privati, nella permuta tra abitazioni vecchie e abitazioni riqualificate dal punto di vista energetico e strutturale;

- la razionalizzazione degli incentivi (bonus fiscali per recupero e riqualificazione energetica degli immobili), da portare a termine entro il 2015, che non può tradursi in un taglio lineare delle agevolazioni oggi esistenti, ma deve fondarsi su una selezione accurata dei regimi agevolativi, tutelando quelli connessi a “beni a valenza sociale”, quali indiscutibilmente la casa. In questo senso, basterebbe stabilizzare il potenziamento delle agevolazioni per il recupero delle abitazioni e confermare a regime quelle per la riqualificazione energetica degli edifici, eventualmente “rimodulandone” gli effetti, così da premiare soprattutto quelle forme d’intervento incisivo;

- la futura “local tax” che, a parere dell’Ance, dovrebbe essere strutturata come un’imposta unica sugli immobili, stabile per almeno 3 anni ed integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi, con l’ovvia esclusione dell’“invenduto” delle imprese edili (aree e fabbricati costruiti, o ristrutturati, per la successiva vendita).

Buzzetti: “Investimenti e riduzione delle tasse sulla casa per far registrare una crescita nel 2016”

“I segnali di ripresa ci sono, ma sono troppo deboli. Anche se le compravendite sono riprese, la caduta è stata troppo grande”. Ad affermarlo il presidente dell’Ance, il quale ha sottolineato che la vicenda greca dimostra come le politiche di austerità imposte sono state eccessive. Buzzetti ha quindi auspicato l’inizio di una riflessione che porti al cambiamento degli orientamenti politico-economici. “Una spinta all’edilizia – ha affermato Buzzetti – è fondamentale. Con le sole esportazioni non ce la facciamo a far riprendere il mercato interno. Finalmente sembra che il governo stia dicendo che se si riesce a far partire la crescita si può ridurre la tassazione sulla casa”. Il presidente dell’Ance ha quindi sottolineato che con gli investimenti e con una riduzione delle tasse sulla casa il 2016 potrà far registrare una crescita, tanto dell’edilizia quanto dell’economia. Alla luce di ciò, diventa molto importante il piano annunciato dal governo per avviare 20 miliardi di opere pubbliche nei prossimi 18 mesi.

Le previsioni per il 2016

I dati dell’Osservatorio dicono che senza un deciso intervento pubblico nel 2016 gli investimenti caleranno ancora dello 0,5%, mentre accelerando lo sblocco delle opere pubbliche e detassando la casa si potrà ottenere una crescita di investimenti del 3,2%. Secondo Buzzetti, con un investimento di 10 miliardi di euro da spendere già nel 2016 l’effetto sull’economia sarebbe pari a 2 punti di Pil e si creerebbero 170mila nuovi occupati. E ancora, con un taglio netto alle tasse sulla casa, incentivando il risparmio energetico e l’affitto, il mercato immobiliare tornerebbe a crescere a due cifre.

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