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"Recupero dei materiali, riduzione dell'energia: è l'economia circolare la ricetta per il settore"
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Si è tenuta a Riva del Garda la quinta edizione di REbuild, primo evento italiano dedicato al dialogo e al confronto sul tema dell’innovazione nell’industria immobiliare. La due giorni incentrata sul mondo dell'edilizia e sulle soluzioni oggi presenti per il rilancio del settore ha dedicato parte degli interventi alla riqualificazione degli immobili, all'efficienza energetica, ma anche al mondo della finanza e del lavoro. idealista news ha intervistato Thomas Miorin, fondatore di RE-Build".

“Anche quest'anno abbiamo raggiunto la quota di 500 iscritti - racconta Thomas Miorin fondatore di REbuild e Presidente di RE-Lab – quest'anno ancora prima di Rebuild abbiamo lanciato una serie di tematiche raccolte con interesse da parte dei principali attori nazionali”.

Se il motto della scorsa edizione è stato “una casa al minuto”, riferito alla possibilità di riqualificare il patrimonio immobiliare esistente, quello di quest'anno è stato riassunto in “Circular, digital, social”.

“Abbiamo realizzato un outlook all'interno del quale articoliamo la nostra proposta”, spiega Miorin. “Nel quale spieghiamo come ci sia bisogno di organizzare il settore dell'edilizia attorno a parametri nuovi. Partendo dal presupposto che la produttività nel settore non è cresciuta negli ultimi 20 anni, è evidente che è necessario essere più efficienti e ridurre gli sprechi”.

Per questo viene utilizzato il concetto di economia circolare, perché è il modello che meglio può contribuire al raggiungimento di quest'obiettivo e che potrebbe portare enormi benefici a tutto il settore. Recupero dei materiali, riduzione dell'energia impiegata nelle costruzioni. Basti pensare che gran parte di un edificio a fine vita finisce in discarica, quando invece si potrebbero recuperare le materie prime in esso contenute.

Il secondo punto si sviluppa nel concetto di tecnologia applicata all'edilizia. “Si tratta di un asse portante perché permette di coordinare tutta la filiera, di definire il ciclo di vita dell'edificio e ridurre quindi gli sprechi”, spiega il direttore di Habitech.

“Non solo ma pensiamo inoltre alle nuove piattaforme digitali presenti oggi, in grado di intermediare tra domanda e offerta, non solo nel campo immobiliare, ma anche per i lavori e la riqualificazione”. Si tratta di nuovi strumenti, in grado di indirizzare le offerte artigianali e non solo ad un pubblico sempre più mirato di potenziali clienti.

“Oggi chi riesce a condividere delle comunità, virtuali o reali, riesce poi a costruire delle operazioni di valore molto interessante. È in grado di trovare una domanda che già conosce: una relazione che permette di costruire o riqualificare edifici nelle modalità più vicine al gusto del cliente”. Ecco perché “social”. Ciò si traduce in una riduzione del rischio e in una riduzione dei costi fino al 30 per cento. Riassumendo si potrebbe tradurre con “costruire ciò che serve a chi serve”. Ancora una volta da Riva del Garda non mancano gli spunti per rilanciare un settore nel segno dell'innovazione e della sostenibilità, economica, ambientale e sociale.

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