La dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico è una documentazione fondamentale per attestare che i sistemi della proprietà rispettano le normative vigenti.
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dichiarazione di conformità impianto elettrico
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Claudia Mastrorilli
Claudia Mastrorilli (Collaboratore di idealista news)

Il rilascio della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico costituisce un atto ufficiale che attesta la conformità di detto impianto alle normative in vigore. Attraverso questa documentazione, il professionista incaricato afferma, sotto la sua responsabilità, che l'impianto è stato realizzato con scrupolo o che eventuali modifiche sono state apportate nel rispetto delle norme attuali. Questo documento assume, quindi, un ruolo cruciale come garanzia di sicurezza, certificando che l'installazione dell'impianto è stata eseguita con perizia, rispettando le disposizioni vigenti. Esaminiamo dunque in maniera dettagliata cosa prevede la normativa di riferimento sulla certificazione per l’impianto elettrico della proprietà, come e da chi deve essere stilata, quali sono i costi e le sanzioni previste dalla legge.

Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico: di cosa si tratta?

L'introduzione della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico (DiCo) è stata promulgata attraverso la Legge n. 46 del 1990, con l'obiettivo di regolamentare in modo concreto la realizzazione di impianti elettrici nelle abitazioni ad uso civile. Attualmente, questa norma è stata sostituita dal Decreto del ministero dello sviluppo economico n. 37 del 22 gennaio 2008, con le successive modifiche apportate dal Decreto del 19 maggio 2010.

Il principale scopo dell’introduzione di tale certificazione per l’impianto elettrico è assicurare la sicurezza di detti impianti, riducendo al minimo gli incidenti causati da eventuali malfunzionamenti. Attualmente, dunque, attraverso il rilascio della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, sia attesta che l’impianto è stato installato a regola d’arte nel rispetto di tutte le normative di riferimento e che, le eventuali modifiche/trasformazioni/ampliamenti e rifacimenti degli impianti elettrici sono state effettuate rispettando la legge.

La normativa di riferimento individua tutti gli impianti che devono essere corredati da certificazione al termine dei lavori, gli attori che possono rilasciare l’attestazione e le eventuali sanzioni per le violazioni degli obblighi relativi alla dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico.

Da notare inoltre che la stessa normativa del 2008 ha introdotto la Dichiarazione di rispondenza dell'impianto elettrico, da non confondere con la dichiarazione di conformità. La cosiddetta DiRi, dev’essere utilizzata solo per gli impianti già esistenti e installati tra il 1990 ed il 2008.

Quando è obbligatoria la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico?

Il rilascio della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico diventa obbligatoria nei casi di:

  • installazione di un nuovo impianto e quindi nuova realizzazione;
  • allaccio di nuove utenze;
  • rifacimento di un impianto elettrico e modifica parziale;
  • apertura di una nuova attività commerciale;
  • deposito di una pratica antincendio;
  • manutenzione straordinaria;
  • cambio di destinazione d’uso, frazionamento, fusione, risanamenti e ristrutturazioni edilizie.

Non è invece obbligatorio munirsi di dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico nei casi di compravendita dell’immobile e rogito, locazione o affitto o ristrutturazioni che non implicano modifiche agli impianti elencati nella normativa di riferimento.

Per determinare l'eventuale necessità del certificato di conformità, è essenziale prendere in considerazione anche la data di realizzazione dell'impianto. Infatti, gli impianti installati prima del 1990, si ritengono conformi se sono dotati di:

  • sezionamento e protezione contro le sovracorrenti all'origine dell'impianto;
  • protezione contro i contatti diretti;
  • protezione contro i contatti indiretti o con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30mA [Decreto Ministeriale 37/2008, Art. 6, Comma 3].

Per gli impianti installati tra il 1990 e il 27/03/2008, non è dunque richiesto il certificato di conformità dell’impianto elettrico (DiCo), ma è necessaria la Dichiarazione di rispondenza (DiRi), compilata da un tecnico certificato. Va da sé che, se l'installazione è avvenuta dopo il 27/03/2008, sarà invece essenziale disporre della DiCo.

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Quali impianti elettrici devono essere dotati di dichiarazione di conformità?

L’articolo 1 del Decreto 37/08 stabilisce in modo puntuale e preciso l’ambito di applicazione della certificazione di conformità dell’impianto elettrico. Gli impianti inclusi sono:

  • impianti legati alla produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione e utilizzazione dell'energia elettrica, nonché quelli destinati alla protezione contro le scariche atmosferiche e all'automazione di porte, cancelli e barriere;
  • impianti radiotelevisivi, antenne e impianti elettronici in generale;
  • impianti relativi a riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione di qualsiasi tipo, comprese le strutture per l'evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, nonché sistemi di ventilazione e aerazione dei locali;
  • impianti idrici e sanitari di ogni genere;
  • impianti per la distribuzione e l'utilizzo di gas di vario tipo, comprese le strutture per l'evacuazione dei prodotti della combustione e la ventilazione e aerazione dei locali;
  • impianti di sollevamento per persone o merci, come ascensori, montacarichi, scale mobili e simili;
  • impianti di protezione antincendio.

Da notare, dunque, che oltre agli impianti elettrici in senso stretto legati alla produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione e utilizzo dell’energia elettrica, necessitano di certificazione di conformità altri sistemi legati a diversi impianti di cui si necessita un immobile.

Inoltre, la certificazione in esame è obbligatoria anche per le attività soggette alla vigilanza antincendio elencate dal D. Min. Interno 261/1996 e, dunque, è necessario munirsi di dichiarazione di conformità per un impianto elettrico temporaneo, ad esempio, nei casi di lavori effettuati per teatri, cinema, teatri tenda, circhi con capienza superiore a 500 posti od anche teatri di posa per riprese cinematografiche e televisive con capienza superiore a 100 posti ed altri. Per la lista completa delle attività per cui è richiesta la dichiarazione di conformità per impianti elettrici temporanei si consiglia di leggere quanto disciplinato dal D. Min. Interno 261/1996.

Come fare la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico e costo

Per redigere la dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico sono necessari alcuni dati essenziali:

  • informazioni sull'impresa committente;
  • dati del proprietario dell'immobile;
  • specifiche sulla tipologia di intervento realizzato;
  • dati del responsabile tecnico incaricato dell'esecuzione dell'impianto, nel rispetto delle normative vigenti.

Inoltre, la certificazione di conformità dell’impianto elettrico deve essere accompagnata da altri tre documenti indispensabili per garantirne la validità, che includono:

  • lo schema dell'impianto realizzato e/o delle modifiche, che evidenzi la planimetria dell'immobile;
  • un elenco dettagliato dei materiali impiegati;
  • riferimenti alle precedenti dichiarazioni di conformità rilasciati;
  • una copia aggiornata del registro camerale della società, con una data di emissione non superiore a sei mesi.

L'insieme di questi quattro documenti costituisce la dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico, su cui devono apporre le loro firme il titolare della società e il responsabile tecnico. Questo documento deve poi essere rilasciato in triplice copia, una copia destinata alla società stessa, un’altra al proprietario dell'immobile ove si è svolto l'intervento ed un’altra ancora allo Sportello Unico dell'Edilizia del Comune ove è ubicato l’immobile.

Chi può fare la dichiarazione di conformità per impianti elettrici?

È la ditta che effettua i lavori a dover rilasciare la dichiarazione. Nello specifico, la normativa di riferimento individua le imprese autorizzate a rilasciare la certificazione di conformità dell’impianto elettrico e, nello specifico, si tratta di attività iscritte nel registro indicato dal decreto del Presidente della Repubblica del 7 dicembre 1995 n. 581 o nell'albo provinciale delle imprese artigiane secondo la legge 443/1985.

Ciò vale nel caso in cui l'imprenditore individuale, il legale rappresentante o il responsabile tecnico, attraverso un atto formale, dimostrino di possedere determinati requisiti professionali, i quali sono stabiliti dettagliatamente dall'articolo 4 del Decreto 37/08.

Come è fatto il certificato di conformità di impianto elettrico civile?

Online sono disponibili i fac simile della dichiarazione di conformità impianto elettrico attraverso cui l'impresa dichiara in modo esplicito di aver rispettato il progetto seguendo la normativa tecnica applicabile, avendo installato materiali e componenti specifici adeguati al luogo di installazione e verificato la sicurezza e funzionalità dell’impianto.

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Costi, scadenze e sanzioni 

Non esiste scadenza per la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, o meglio, l’attestazione di conformità alle normative vigenti non scade fino a che non viene effettuata una modifica dell’impianto elettrico in questione da parte della ditta che lo ha rilasciato o da un’altra impresa.

Quanto alla spesa da effettuare per ottenere l’attestazione, è bene sapere che il costo di una dichiarazione di conformità per l'impianto elettrico varia considerevolmente in base a diversi fattori. Le tariffe, più nello specifico possono differire non solo da regione a regione ma anche da un’azienda all’altra. Va inoltre presa in considerazione la tipologia di intervento richiesto.

In via puramente indicativa, per la certificazione di un impianto elettrico preesistente, il costo medio può collocarsi tra i 150 ed i 200 euro. Tuttavia, se sono necessari lavori di adeguamento per conformarsi alle normative, il costo complessivo può andare da 200 a 600 euro. Va sottolineato che questi sono costi indicativi e non specifici.

Qualora al termine dei lavori l’impresa abilitata non provveda al rilascio della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico secondo quanto specificato dall’articolo 7 della normativa di riferimento, sono previste sanzioni amministrative che vanno da 100,00 a 1.000,00 euro. La determinazione della sanzione tiene conto della dimensione e della complessità dell'impianto, del suo grado di pericolosità e di altre circostanze oggettive e soggettive connesse alla violazione. Per le violazioni degli altri obblighi imposti dal decreto, le sanzioni amministrative vanno da 1.000,00 a 10.000,00 euro.

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