
Il fenomeno del co-housing è già ampiamente diffuso all’estero, in particolare nei Paesi nordici, ma inizia a prendere piede anche nel nostro Paese, costituendo un’opportunità di investimento non indifferente. La ricerca "Il co-housing in Italia. Un nuovo trend del real estate", realizzata da Gruppo Gabetti e Homers, brand di Homes4All Srl B Corp specializzato nella progettazione e realizzazione di co-housing, punta a svelare le potenzialità di questa forma di abitare condiviso nel mercato immobiliare italiano.
Co-housing, un fenomeno in crescita
Il fenomeno del co-housing è già ampiamente sviluppato in Europa, soprattutto nei paesi del nord. In Danimarca e Svezia, tra l'1% e il 2% della popolazione vive in co-housing. Anche in Italia, il potenziale è enorme, con significative implicazioni per lo sviluppo sostenibile e la rigenerazione urbana. Se l'1% della popolazione italiana adottasse il co-housing, ciò comporterebbe la ristrutturazione di oltre 130.000 edifici, diventando un volano per l’economia italiana e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e al miglioramento delle condizioni abitative nelle città
“In Italia sono circa una trentina i progetti di cohousing, localizzati tutti nel nord del Paese. Si tratta di un mercato ancora vergine ma potenzialmente in grado di crescere a beneficio di una domanda sempre più consapevole e che necessita di nuovi prodotti abitativi in linea con l’attuale mutevolezza degli stili di vita, soprattutto nei gradi centri urbani,” sostiene Enrico Cestari, direttore Gabetti Home Value.
I trend principali del co-housing
Il report di Gruppo Gabetti e Homers, basandosi su casi studio in Italia e in Europa con co-housing che variano da 5 a oltre 100 appartamenti, analizza le componenti principali del fenomeno, raffrontandole con i desiderata espressi dagli intervistati. Ecco i principali trend emersi:
Spazi comuni
Gli spazi comuni più diffusi includono sale polifunzionali, cucine attrezzate e lavanderie, mentre tra gli spazi aperti spiccano giardini e orti. Questi elementi rispecchiano le richieste più frequenti degli intervistati del Gruppo Gabetti. Servizi di portineria e aree wellness sono anch'essi richiesti e presenti nei cohousing più recenti.
Una casa più moderna
Un questionario diffuso online da Gabetti e Homers ha rivelato che, nonostante la metà dei rispondenti si dichiari soddisfatta della propria abitazione, il 37% sarebbe aperto a un cambio casa. Questo suggerisce che la casa tradizionale potrebbe non soddisfare più completamente le esigenze attuali. I potenziali acquirenti cercano non solo spazio e finiture, ma anche prossimità ai servizi e qualità della vita.
Attenzione all’ambiente
La ricerca evidenzia che attenzione all’ambiente e un vicinato attivo sono le parole chiave per descrivere la casa ideale. Questi aspetti sono particolarmente importanti per la fascia di popolazione tra i 25 e i 44 anni e per gli over 45. Indipendentemente dall’età, i rispondenti desiderano condividere esperienze con i propri vicini, come gruppi di acquisto solidale e spazi comuni come giardini e aree benessere.
Abitare in condivisione
I risultati della ricerca dimostrano che i desideri degli acquirenti riflettono caratteristiche tipiche del co-housing, come la collaborazione e il supporto reciproco, in linea con i nuovi stili di vita e le diverse forme familiari e relazionali della società contemporanea. Il co-housing rappresenta una scelta consapevole di uno stile di vita comunitario, finalizzato a migliorare la qualità della vita. Le comunità intenzionali condividono spazi e servizi, promuovendo percorsi di vita collaborativi pur mantenendo autonomia e privacy.
Perché abitare in co-housing
Chi sceglie il co-housing adotta un modello collaborativo fin dalla concezione degli spazi da condividere con i propri vicini, ottenendo un livello di personalizzazione superiore agli standard di mercato. Questo binomio di intenzionalità e rispondenza ai desideri degli acquirenti rende il co-housing un prodotto estremamente attuale, configurandosi come una vera e propria asset class su cui investire.
La ricerca evidenzia nuovi desideri tra gli italiani: il 58% ritiene essenziale avere uno spazio aperto domestico. Queste nuove priorità devono riflettersi in una progettazione energeticamente efficiente, sempre più attenta al rapporto con lo spazio esterno e all’ambiente.
Il co-housing non solo risponde alle esigenze di chi cerca casa, ma rappresenta anche un'opportunità di investimento nel settore immobiliare, grazie alla sua capacità di coniugare collaborazione, personalizzazione e sostenibilità
“Pensiamo che il co-housing avrà forti ripercussioni anche sul tessuto urbano delle città, modificandolo in parte, - afferma Enrico Cestari, direttore di Gabetti Home Value. - In questo senso, il co-housing rappresenta una valida opportunità per le iniziative di rigenerazione di edifici e aree in stato di abbandono - pensiamo ai grandi cascinali oggi in disuso, spesso di pregio storico – da restituire alla comunità. Indirizzandosi principalmente a coloro che intendono riprogettare la propria esperienza abitativa in nome della condivisione e dell’aggregazione, il vivere condiviso, si pone come un ulteriore modello che, insieme ad altri esempi di co-living, contribuisce a ridefinire il concetto dell’abitare e ad arricchire i modelli abitativi attuali. Crediamo che questo settore sarà tra i più promettenti nel medio-lungo termine.”
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