Durante le vacanze la voglia di relax può portare ad abbassare la guardia e a sottovalutare alcuni rischi. Ma i malintenzionati purtroppo non vanno mai in ferie e per questo motivo è sempre bene tenere d’occhio le proprie carte di pagamento e prestare attenzione quando si effettua un prelievo di contante presso uno sportello automatico. Sia nelle località di villeggiatura, sia in città, inoltre, è sempre opportuno tenere traccia di tutti i pagamenti attivando i servizi di notifica (via sms, email o app) per ricevere un avviso ogni volta che viene effettuata una transazione con carta o sul conto.
Purtroppo, per evitare che sul conto venga addebitato in maniera fraudolenta un importo, è bene spesso controllare anche la lista dei movimenti. L’altro suggerimento, per evitare brutte sorprese in caso di furto o smarrimento della carta di pagamento, è quello di memorizzare il numero verde della propria banca per poterla bloccare nel più breve tempo possibile.
Cosa fare in caso di pagamenti anomali
Che cosa fare se dopo aver controllato l’estratto conto si scopre un pagamento anomalo o se arriva un alert per una transazione che non abbiamo fatto?
Se c’è stato un addebito errato sul conto o sulla carta per un errore commesso dal venditore durante un acquisto (ad esempio se hanno addebitato l’importo di un prodotto che non abbiamo comprato o l’ordine è stato annullato oppure è stato addebitato un importo superiore a quello dovuto), occorre subito rivolgersi direttamente a quest’ultimo per ottenere il rimborso della somma.
Se invece l’operazione non è mai stata autorizzata, e quindi sicuramente è stata effettuata in maniera fraudolenta, occorre contattare la propria banca per chiederne il disconoscimento. Molte banche oggi permettere di disconoscere un’operazione non solo in filiale, ma anche via app abbattendo i tempi richiesta dalla procedura.
Primo step: bloccare subito per impedire ulteriori addebiti
Nel caso di operazioni non autorizzate è essenziale “bloccare” in modo tempestivo la carta o il conto in modo da evitare ulteriori addebiti.
In sintesi è sempre opportuno:
- Bloccare la carta: se ci si accorge di un’operazione avvenuta con una carta che ci è stata rubata o abbiamo smarrito, oppure se abbiamo subito un furto di dati della carta.
- Bloccare l’internet banking o l’app: in caso di operazione non autorizzata come ad esempio un bonifico
- Bloccare la carta, l’internet banking e l’app: se ci accorge di non aver autorizzato un’operazione sulla propria carta e/o sul conto come ad esempio un acquisto
Secondo e terzo step: denuncia e disconoscimento
Le operazioni da fare sono tre:
- Occorre chiamare il numero verde della banca per segnalare l’addebito sul conto o sulla carta di credito e chiedere il blocco di ogni pagamento;
- presentare denuncia alla polizia o ai carabinieri. Copia della denuncia dovrà essere poi presentata alla banca;
- chiedere alla banca il disconoscimento delle operazioni non autorizzate.
La banca è obbligata a rimborsare al cliente l’importo indebitamente prelevato, salvo vi siano sospetti ben motivati di frode, dolo o colpa grave del cliente.
Come effettuare il disconoscimento degli addebiti non autorizzati su carta di credito
Il primo passo consiste nel verificare che l’accaduto sia stato effettivamente un errore e non un’azione compiuta consapevolmente.
Pertanto, è essenziale prestare attenzione ai servizi online che memorizzano i dettagli della carta di credito per facilitare gli acquisti.
Successivamente, per disconoscere gli addebiti non autorizzati sulla carta di credito, è importante disporre dei seguenti documenti:
- una copia del proprio estratto conto
- una fotocopia della carta di credito, sia fronte che retro
- una copia del ricevimento, dello scontrino o della fattura fornita dal venditore
- qualsiasi altra documentazione relativa alla transazione oggetto di disconoscimento.
- Occorre segnalare l’accaduto alle autorità preposte e richiedere alla propria banca di bloccare la carta.
Entro quando disconoscere gli addebiti su carta non autorizzati
Secondo la normativa vigente, Il titolare della carta è tenuto a segnalare immediatamente alla propria banca qualsiasi transazione non autorizzata, non appena ne viene a conoscenza.
Tuttavia, vi è un periodo di 13 mesi entro il quale è possibile fare richiesta di rettifica a partire dalla data di addebito. Il ritardo nel disconoscimento dell’addebito non autorizzato potrebbe infatti compromettere la possibilità di rettificare l’operazione ed ottenere il rimborso della somma. Pertanto, è sempre consigliabile contestare l’incidente il prima possibile.
Mantenere la calma e consultare il sito della propria banca
Purtroppo quando si scopre un addebito non autorizzato, la sensazione di rabbia per essere stati vittime di frode può prevalere sulla razionalità e quindi far perdere tempo prezioso. Le grandi banche italiane però quasi sempre riportano all’interno del loro sito molte informazioni relative alla tutela della sicurezza del conto, anche quelle relative alla procedura di disconoscimento.
Spesso infatti, può essere presentato in autonomia tramite app: a quel punto basta scegliere il conto o la carta su cui effettuare il disconoscimento, selezionare l’operazione dalla lista movimenti e completare la richiesta. In alternativa è possibile andare fisicamente filiale più vicina e parlare con il proprio gestore di che raccoglierà le informazioni necessarie per dar seguito alla richiesta.
Cosa succede dopo aver inviato la richiesta
Di solito, la banca analizza l’accaduto e solo al termine di alcune verifiche fornisce un riscontro.
Per semplificare, spesso le banche non chiedono subito copia della denuncia-querela presentata all’Autorità di Pubblica Sicurezza. Tuttavia, è sempre opportuno presentare tempestivamente la denuncia-querela per consentire all’Autorità di avviare le indagini e ricevere una maggiore tutela (ad esempio, per ottenere, nell’ambito del procedimento penale a cui si è dato avvio con la denuncia-querela, il sequestro delle somme fraudolentemente sottratte).
È importante fornire tutti gli elementi a disposizione (come ad esempio estratti conto, screenshot, sms, mail, ecc) per agevolare l’iter di ricostruzione e l’analisi della richiesta. Nel caso in cui la pratica di disconoscimento non dovesse andare a buon fine, è sempre possibile inoltre proseguire l’iter di contestazione e inviare un reclamo formale alla propria banca.
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