La Legge 105/2024, meglio conosciuta come “Legge Salva Casa”, ha portato importanti modifiche al Testo Unico dell'Edilizia (d.P.R. 380/2001), introducendo nuove disposizioni finalizzate alla semplificazione normativa e all'agevolazione dei processi di sanatoria e regolarizzazione degli immobili.
Tuttavia, la sua applicazione ha incontrato una significativa resistenza nel quadro legislativo regionale, soprattutto in Regioni dotate di una propria autonomia normativa, come la Sicilia e l'Emilia Romagna. Questi territori offrono un esempio tangibile di come il recepimento delle leggi nazionali possa variare in funzione delle preesistenti regolamentazioni locali.
Il quadro normativo nazionale
La Legge Salva Casa ha introdotto una serie di novità che mirano a risolvere problematiche annose nell’ambito dell’edilizia, tra cui
- la definizione dello stato legittimo degli immobili;
- l'ampliamento delle ipotesi di edilizia libera;
- una semplificazione dei processi di sanatoria per gli interventi in difformità parziale.
Tali modifiche hanno un valore uniformemente applicabile su tutto il territorio nazionale, almeno in teoria. Tuttavia, a causa del riparto costituzionale delle competenze legislative in materia edilizia, le Regioni con maggior autonomia possono incidere sull'effettiva applicazione delle norme.
La possibilità di recepire in modo diverso tali disposizioni crea una situazione in cui l’applicazione della normativa statale non risulta immediata o omogenea su tutto il territorio italiano. Questo fenomeno è ben visibile in Emilia Romagna e Sicilia, due Regioni che hanno adottato approcci distinti nel recepimento della Legge Salva Casa.
Il recepimento in Sicilia
La Regione Sicilia si distingue per il suo approccio pragmatico al recepimento della Legge Salva Casa, regolato dalla Circolare n. 3/2024. Questo documento ha il merito di aver delineato chiaramente quali disposizioni della normativa nazionale abbiano applicazione diretta e quali richiedano, invece, un ulteriore intervento del legislatore regionale per essere operative.
Tra le norme che trovano immediata applicazione in Sicilia vi sono quelle relative allo stato legittimo degli immobili, alle deroghe sulle distanze minime tra edifici e alle tolleranze costruttive. Questi elementi sono fondamentali per garantire maggiore flessibilità ai proprietari e agli operatori del settore edilizio. Al contrario, l’applicazione automatica non riguarda norme di particolare importanza come:
- Il nuovo articolo 6 del d.P.R. 380/01, relativo all'edilizia libera;
- Le modifiche apportate all’articolo 34, riguardanti gli interventi in parziale difformità dal titolo;
- L’articolo 36 bis, che introduce l’accertamento di conformità per le difformità parziali.
L’approccio dell'Emilia Romagna
Anche l'Emilia Romagna, sebbene più rapida rispetto ad altre Regioni nel confrontarsi con la nuova normativa, ha adottato un approccio prudente. La Regione ha infatti pubblicato un documento preliminare di analisi e orientamento, nel quale vengono esaminate le possibili ricadute del Decreto Legge 69/2024 e della sua conversione in legge sul quadro normativo regionale vigente.
Nel documento sono presenti alcune indicazioni operative per i tecnici locali. Tra le novità che trovano applicazione immediata si segnalano:
- La semplificazione probatoria relativa allo stato legittimo degli immobili, valida nei casi in cui i titoli edilizi siano stati rilasciati utilizzando la modulistica uniforme regionale o altra documentazione che certifichi lo stato dell’immobile.
- Il regime dell’edilizia libera, in particolare riguardo le vetrate panoramiche amovibili, che non richiede un recepimento specifico.
Tuttavia, l’Emilia Romagna non ha ancora emanato una circolare esplicativa simile a quella siciliana, lasciando in sospeso l’applicazione di alcune norme, in attesa di una più completa valutazione delle loro interazioni con il sistema regionale.
Problemi di uniformità normativa
Uno dei principali ostacoli all’applicazione uniforme della Legge Salva Casa è rappresentato dalle differenze tra le normative regionali. Il governo del territorio e l’edilizia sono ambiti in cui le Regioni, in virtù delle loro competenze, possono adottare regole proprie che spesso si intrecciano con quelle nazionali, generando potenziali conflitti normativi.
Una delle questioni più critiche è quella delle “variazioni essenziali” agli edifici, una materia regolamentata in modo diverso dalle varie Regioni. La Legge Salva Casa ha cercato di introdurre una definizione nazionale uniforme, ma le interpretazioni locali possono rendere difficile la sua applicazione.
La mancanza di chiarezza su questo punto lascia ampio margine di discrezionalità alle autorità locali, che possono adottare misure diverse, compromettendo l’obiettivo di uniformità perseguito dalla legge.
Conclusioni
La Legge Salva Casa, pur rappresentando un importante passo avanti nella semplificazione e nella regolamentazione dell’edilizia, si trova a dover affrontare sfide significative per essere effettivamente operativa in tutto il territorio nazionale.
Il futuro di questa legge dipenderà in larga parte dalla capacità del legislatore di garantire un adeguato coordinamento tra le normative regionali e nazionali. Un possibile passo in avanti potrebbe essere l’adozione di una modulistica uniforme a livello nazionale, come proposto dall'ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), che consentirebbe una maggiore armonizzazione delle procedure tra Regioni e Comuni. Solo attraverso un impegno condiviso tra lo Stato e le Regioni sarà possibile superare le difficoltà attuative attuali e garantire un'applicazione più fluida della normativa.
per commentare devi effettuare il login con il tuo account