
Quando si parla di elementi strutturali, è abbastanza comune incappare in errori di nomenclatura. Molto spesso i termini "pilastro" e "colonna" vengono infatti confusi ed utilizzati in maniera errata; tuttavia, queste due strutture hanno caratteristiche ben distinte e differenti fra di loro, ecco di seguito le loro definizioni e tutte le caratteristiche da sapere, nonché tutte le differenze tra colonne e pilastri per conoscere e utilizzare questi elementi al meglio.
Cosa sono le colonne?
Per definizione, le colonne sono una struttura verticale che ha una funzione più decorativa che strutturale. Usate sin dall’antichità da numerose civiltà per assolvere a funzioni sia strutturali che estetiche, le colonne sono tipicamente composte da tre parti: la base, il fusto e il capitello. Quest'ultimo può essere realizzato in diversi materiali come il legno, pietra, acciaio o cemento armato.
Le colonne, per quanto riguarda il punto di vista strutturale, sono progettate con il compito di sopportare e sostenere carichi assiali, scaricando direttamente sulle fondazioni il peso degli elementi sovrastanti (come, ad esempio, solai, travi e coperture). La capacità delle colonne di resistere a questi carichi – denominati carichi verticali – è essenziale per garantire sufficiente stabilità e resistenza agli edifici.
Storicamente, le colonne hanno sempre svolto un ruolo centrale nell’architettura diventando elementi caratterizzanti in molti stili. Con forme e decorazioni che spesso richiamano gli stili classici greci e romani – come il dorico, lo ionico e il corinzio – le colonne non solo sostengono, ma conferiscono agli edifici un valore artistico, contribuendo in maniera significativa alla creazione di strutture eleganti ed imponenti.

Cosa sono i pilastri?
I pilastri sono una struttura verticale che sostiene il peso della struttura. Sono simili alle colonne, ma con alcune significative differenze in termini di forma e d’uso pratico: i pilastri sono realizzati con forma quadrata, rettangolare o poligonale, contrariamente alle colonne, le quali vengono costruite con base tondeggiante (più nello specifico, possono essere costruite con base circolare, ovale o ellittica).
Questa conformazione squadrata rendono i pilastri strutturalmente più massicci rispetto alle colonne, conferendone la capacità di sopportare carichi più elevati e rendendoli automaticamente la scelta perfetta per edifici particolarmente pesanti come le infrastrutture civili, edifici industriali e opere d’ingegneria. I pilastri vengono realizzati in diversi materiali come il calcestruzzo armato e l’acciaio, perfetti per garantire la resistenza e robustezza sopracitata. I pilastri, d’altro canto, non hanno le stesse qualità decorative delle colonne poiché concepiti per svolgere un ruolo principalmente strutturale.
Tutte le differenze tra colonne e pilastri
Come analizzato, le colonne e i pilastri, pur essendo simili ad un primo impatto, hanno caratteristiche che ne differenziano profondamente l’utilizzo pratico in base alla situazione. Fra le principali differenze vi è quindi l’uso specifico a seconda dell’edificio preso in considerazione: le colonne sono adatte a strutture non particolarmente pesanti come edifici residenziali o pubblici, dove viene privilegiato l’aspetto estetico, contrariamente ai pilastri, i quali sono particolarmente indicati quando è richiesta una notevole capacità portante (si pensi ai piloni dei ponti).
Per quanto riguarda la forma e il design, le colonne sono realizzate con una sezione circolare (che può essere circolare, ovale o ellittica), mentre i pilastri presentano una forma squadrata (solitamente con una sezione di forma quadrata, rettangolare o poligonale), senza badare particolarmente a vezzi estetici. Le colonne assolvono anche funzioni decorative oltre che strutturali, spesso rifacendosi a stili architettonici classici, come quelli greci e romani. Sia le colonne che i pilastri possono essere realizzati utilizzando diversi materiali come il legno, la pietra, il marmo o l’acciaio; i pilastri vengono però costruiti principalmente in calcestruzzo armato, al fine di garantire stabilità e resistenza ai carichi elevati.
Dal punto di vista delle sollecitazioni subite, le colonne operano principalmente come elementi sottoposti a compressione semplice o a pressoflessione leggera quando il carico applicato presenta una lieve eccentricità; questo sta a significare che se il carico non è perfettamente centrato potrebbero presentarsi delle deformazioni dovute combinazione di compressione e flessione. I pilastri, invece, essendo connessi alla struttura tramite incastri elastici, sono quindi in grado di trasmettere non solo forze di compressione ma anche momenti flettenti, generando sollecitazioni di pressoflessione (ovvero deformazioni causate della flessione) anche molto accentuate.

Posso usare una colonna come pilastro?
L’uso delle colonne come sostitutivo dei pilastri è altamente sconsigliato poiché non adatte a sostenere carichi verticali particolarmente pesanti. Va considerato che, inoltre, potrebbero deformarsi e collassare sotto il peso, poiché generalmente le colonne sono strutturalmente più sottili dei pilastri.
Posso usare un pilastro come colonna?
Al contrario, è possibile utilizzare un pilastro come colonna. Bisogna tenere in conto però che i pilastri sono progettati principalmente per sostenere importanti carichi verticali. Nel caso si desiderasse utilizzare un pilastro come semplice elemento estetico, si consiglia consultare preventivamente un ingegnere strutturista, il quale saprà indicare la soluzione più adatta alla situazione presa sotto analisi.
Per quanto possano sembrare simili ad un occhio disattento, le colonne e pilastri presentano importanti differenze. Le colonne sono ottime nel caso si intenda realizzare una struttura non particolarmente pesante e con un importante impatto estetico; al contrario, i pilastri garantiscono stabilità e sicurezza agli edifici particolarmente massicci.
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