Vivere da soli è un passo importante e la legge italiana prevede delle norme da rispettare, ecco quali sono e le eccezioni.
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A che età si può andare a vivere da soli
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L’esigenza di vivere da soli, per una ragazza o un ragazzo, è una spinta di autonomia imprescindibile. Da tempo ormai, per una serie di implicazioni sociali e culturali, il momento in cui si spicca il volo si ritarda sempre di più. Talvolta però si può decidere di lasciare la famiglia in tempi rapidi. La domanda allora è: a che età si può andare a vivere da soli? La legge italiana pone dei paletti ben chiari che è necessario comprendere per agire in maniera corretta.

L'età minima per andare a vivere da soli in Italia

La legge in Italia è chiara. Una ragazza e un ragazzo che abbiano compiuto 18 anni di età hanno la possibilità di vivere da soli senza chiedere il permesso dei genitori. In quanto maggiorenni sono infatti del tutto responsabili delle proprie azioni. Possono incorrere in sanzioni penali solo se, lasciando casa, abbandonassero i genitori in condizioni d'indigenza o mettendo a repentaglio la loro salute. 

In Italia, l’obbligo di mantenimento dei figli dura finché non sono economicamente indipendenti, anche dopo i 18 anni. Non esiste un limite d’età preciso: conta l’autosufficienza reale. L'obbligo termina dunque nel momento in cui i figli sono in grado di mantenersi da soli, quindi dopo aver completato la formazione professionale o gli studi universitari. Anche quando la prole non vive più a casa. 

ragazzo che legge sul letto
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A che età un minore può vivere da solo?

Se solo il maggiorenne può scegliere in autonomia di vivere da solo, è evidente che per il minore la questione è decisamente diversa. Anche in questo caso, la legge è indicativa: il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia. 

Quindi, ad esempio si può vivere da soli a 15, 16, 17 anni? Secondo l’Art. 318 del Codice civile, fino a quando un figlio non compia 18 anni o non sia emancipato attraverso il matrimonio a 16 anni, non può abbandonare la casa dei genitori o del genitore che esercita su di lui la responsabilità genitoriale. 

Nel caso lo facesse, non è il giovane a rischiare ma i suoi genitori. Sono solo loro a rispondere di eventuali azioni illecite del figlio fino al compimento della maggiore età.

Cosa succede se me ne vado di casa a 16 anni?

Nel caso un minorenne di 16 anni lasciasse casa senza il permesso dei genitori, non va incontro a pene penali. Va detto però che la sua scelta non è legalmente valida. I genitori restano responsabili per lui fino al compimento della maggiore età e possono avvisare le autorità, che provvederanno a riportarlo a casa. 

Casi particolari 

Può succedere che il minorenne non voglia tornare a casa per situazioni gravi che ne compromettono sicurezza e benessere, come maltrattamenti, violenze o trascuratezza. In questo caso, le autorità preposte interverranno, dopo aver valutato il fatto, anche allontanandolo definitivamente dal nucleo familiare e affidandolo a una casa-famiglia. 

Polizia o Carabinieri possono intervenire con la forza solo se hanno ricevuto un mandato dal giudice.

ragazza che studia a casa
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Cosa significa emancipazione del minore  

L’emancipazione è uno strumento giuridico che può essere concesso, su richiesta, quando un minorenne si sposa, previa autorizzazione del tribunale. Pur restando minorenne ottiene quindi autonomia nelle scelte quotidiane. 

Con l’emancipazione, i genitori o il tutore non hanno più l’autorità legale sul minore che, comunque, non è totalmente libero di agire, ma viene affiancato da una figura che lo supporta nelle decisioni più importanti, per esempio firmare un contratto di affitto o vendere un bene. In questo caso serve anche l’autorizzazione del giudice.

Consigli per andare a vivere da soli da giovani

Andare a vivere da soli (ma anche scegliere di condividere una casa con altri coinquilini) è un passo importante che segna la crescita personale e l’ingresso nel mondo adulto. Non è una scelta da prendere alla leggera: richiede consapevolezza, stabilità economica e preparazione emotiva. 

Il desiderio di autonomia può nascere dalla necessità di staccarsi da un ambiente familiare troppo stretto, ma è fondamentale non agire d’impulso. La decisione deve poggiare su basi solide:

  • valutare la propria situazione economica. Vivere da soli comporta spese inevitabili (affitto, bollette, spesa). È importante stabilire un budget mensile realistico prima ancora di cercare casa;
  • l’età giusta non è solo anagrafica. Anche se legalmente è possibile dai 18 anni, il momento ideale dipende dalla maturità personale e dalla capacità di affrontare le sfide quotidiane;
  • allenarsi mentre si è ancora con mamma e papà. Imparare a cucinare, gestire le pulizie e organizzare la spesa quando si vive con i genitori è un buon modo per prepararsi;
  • scegliere la casa con attenzione. Occorre valutare la vicinanza al lavoro o all’università, i costi della zona, e le caratteristiche indispensabili dell’appartamento;
  • studiare ogni aspetto tecnico. In caso di affitto, è consigliabile farsi seguire per la parte contrattuale. Esistono formule specifiche per studenti universitari fuori sede.
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