
A Hong Kong, una delle città più costose e densamente popolate del pianeta, un giovane spagnolo alto due metri è diventato virale dopo aver mostrato il suo minuscolo appartamento di soli cinque metri quadrati. La sua storia, raccontata con umorismo e rassegnazione su TikTok, è diventata un'istantanea perfetta di come la mancanza di spazio e gli affitti proibitivi stiano ridefinendo la vita urbana e di come vivere in un appartamento di cinque metri quadrati affini l'ingegno.
Il protagonista si chiama Guillem Hugue e nel video, che ha già totalizzato centinaia di migliaia di visualizzazioni, apre la porta della sua "casa" – una parola che suona quasi ironica – per mostrare cosa significhi vivere in uno spazio decisamente ristretto dove ogni centimetro conta. La prima cosa che salta all'occhio sono le dimensioni: il ragazzo è alto due metri e il soffitto della casa è così basso che non riesce nemmeno a stare completamente diritto.
All'interno, lo spazio è quasi simbolico. Il bagno misura poco più di un metro quadrato. La stanza principale è un incrocio tra camera da letto, ufficio e ripostiglio: un letto di 1,75 metri – decisamente troppo basso per la sua altezza – occupa quasi tutto lo spazio e sotto nasconde cassetti dove ci sono i suoi vestiti, il computer e persino gli utensili da cucina.
Nel video si vede che Guillem condivide l'appartamento con un altro giovane, il che significa che gli spazi comuni non sono di sua esclusiva proprietà. Ciononostante, è riuscito a trasformare questo spazio minimale in qualcosa di funzionale: un bar pieghevole funge da tavolo da studio, le pareti sono ricoperte di mensole sospese e ogni angolo ha una funzione. La sua organizzazione rasenta la precisione di un orologio svizzero.
Le reazioni sui social media sono state immediate. Alcuni utenti l'hanno presa con ironia: "Ho visto persone rapite in buche più grandi", ha scritto uno; altri, invece, la vedono come un esempio di insicurezza abitativa globale: "Questo non è minimalismo, è sopravvivenza". Altri ancora hanno applaudito la sua ingegnosità e il suo atteggiamento positivo, affermando che "il suo video dovrebbe essere mostrato nelle scuole di architettura per insegnare cosa significa ottimizzare lo spazio".
Al di là dell'impatto virale, la storia di Guillem mette in luce un fenomeno che si estende ben oltre Hong Kong. Nelle principali città del mondo (da Tokyo a New York, da Londra a Barcellona), i micro-appartamenti stanno diventando l'unica opzione per molti giovani professionisti che non possono permettersi prezzi esorbitanti per le abitazioni. A Hong Kong, un monolocale di soli 10 metri quadrati può costare più di 1.500 euro al mese. In questo contesto, i cosiddetti "nanoappartamenti" di 4 o 5 metri quadrati non sono più una rarità, ma parte integrante del paesaggio urbano.
Guillem lo sa e il suo video è al tempo stesso un aneddoto divertente e un monito silenzioso. "Bisogna adattarsi", ripete, anche se il suo sorriso tradisce una certa rassegnazione. La sua storia ha toccato migliaia di persone non solo per lo stupore che suscita, ma perché riflette una tendenza globale: la riduzione dello spazio abitativo come prezzo da pagare per vivere nelle grandi città del XXI secolo.
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