Se il trend continua a crescere, forse fra qualche anno i giovani non conosceranno neanche il significato dell'espressione "lavoro a tempo indeterminato". Negli ultimi cinque anni, infatti, è diminuito di quasi il 50% il numero di contratti a tempo indeterminato, mentre solo l'anno scorso quasi un milione di persone sono state licenziate
A fornire l'impetioso quadro della situazione lavorativa del nostro paese, è stata la uil. Secondo un recente studio, l'anno scorso solo il 19,1% delle assunzioni non sono state a tempo, mentre nel 2008 erano il 27,3%. E i numeri non sono migliori nei primi mesi dell'anno: nel primo trimestre del 2014, 4 contratti su cinque sono stati a termine
La regione dove si sono attivati il maggior numero di contratti è stato il Lazio, circa 1,4 milioni, a seguire la Lombardia con 1,3 milioni, seguita dalla Puglia con 1 milione di attivazioni. Ma quantità non rima sempre con stabilità: Lazio e Puglia sono le regioni in cui i lavoratori firmano almeno due contratti all'anno
Pessime notizie anche sul fronte licenziamenti. Lo scorso anno infatti i licenziamenti sono stati 927.175, il 10% in meno di quanto registrato nel 2012, anno della riforma fornero
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