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Intervista a sforza fogliani: "al mercato serve un segnale che incida sulla fiducia degli italiani nella casa e nell’investimento immobiliare"
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Tra i provvedimenti contenuti nel decreto "sblocca Italia", c'è la deduzione irpef del 20% per chi acquista da un costruttore un'abitazione nuova o ristrutturata, purché destinata per otto anni all'affitto a canone concordato. Per capire l'impatto che tale norma potrà avere sul comparto edilizio e sul settore immobiliare, idealista news ha interpellato il presidente di confedilizia, corrado sforza fogliani, il quale ha sottolineato la necessità di misure di carattere generale, perché "solo in questo modo è possibile ricreare fiducia"

Domanda. La misura che prevede un bonus fiscale per chi acquista case e le affitta a canone concordato arreca dei benefici?

Risposta. Questo senza dubbio. Non si tratta però, secondo noi, della misura di carattere generale che può dare il segnale di cui ha bisogno oggi il mercato. Un segnale, cioè, capace di incidere sulla fiducia degli italiani nella casa e nell’investimento immobiliare. Una misura che potrebbe dare questa sensazione precisa deve essere utile, come questa è certamente, ma soprattutto di grande innovazione, cioè di assoluta controtendenza. Un esempio, lo abbiamo ribadito più volte, potrebbe essere una diminuzione di qualche punto percentuale o di punti moltiplicatori delle rendite catastali

A nostro avviso, la fiducia deve arrivare da una misura di carattere generale, che convinca gli italiani del fatto che il mattone non è il solito settore al quale si ricorre quando c’è bisogno di far cassa. Il segnale in questo senso può essere dato solo da una misura nettamente in controtendenza: anziché aumentare, diminuire qualcosa

D. Ma, a suo avviso, questa misura riuscirà in qualche modo a mettere in moto il settore dell’edilizia e a dare nuovo ossigeno al mercato immobiliare?

R. Si tratta certamente, come dicevo, di una misura positiva, ma non è diversa da altre che via via si sono succedute. Soprattutto, è una misura più a favore dei costruttori che non della proprietà edilizia in quanto tale e non sempre le cose combaciano. La caduta dell’investimento immobiliare è dovuta alla sfiducia verso questo tipo di investimento da parte della proprietà diffusa, che è quella che fino adesso ha sempre assicurato anche l’affitto su scala generale. Secondo i nuovi dati della banca d’Italia, dal 75/80% i proprietari sono diminuiti al 67%. C’è quindi una forte propensione alla diminuzione dell’acquisto immobiliare, la percentuale di caduta dal 75 al 67 in pochi anni è molto alta

D. Come ricreare fiducia nella casa?

R. La fiducia deve essere ricreata in coloro che l’hanno persa e hanno ridotto i loro consumi. Un tempo coloro che erano proprietari di un immobile, dal valore ad esempio di 200mila euro, si sentivano sicuri e consumavano quanto ritenevano di poter fare, secondo la liquidità della quale momento per momento disponevano. Sapevano che per eventuali urgenze c’era la possibilità di vendere la proprietà e disporre della somma corrispondente al valore dell'immobile, ma i 200mila euro di una volta si sono ridotti a 100mila euro e, in alcuni casi, anche meno

Oggi non si ha più la certezza di poter spendere la liquidità di cui si dispone, che piuttosto si mette in banca. In questo momento le banche sono piene di liquidità e lo sono proprio perché la gente non è più sicura di poter investire e di avere, nello stesso tempo, le eventuali risorse necessarie per fronteggiare degli imprevisti

D. Si corre qualche rischio?

R. Questa misura di per sé non fa correre alcun rischio e ha degli aspetti positivi. Ma non concorre a determinare un’inversione di tendenza. Rimangono intatti i problemi di carattere generale, che sono quelli che devono mirare a far ritornare una fiducia nella generalità dei cittadini, non nei singoli interessati a singole transazioni come sono queste

D. Il “pacchetto casa” in origine doveva comprendere un certo numero di misure, alcune poi sono state rimandate alla legge di stabilità. C'era qualcosa che sarebbe stato meglio inserire subito?

R. Se fossero state incluse tutte subito sarebbe stato meglio. Ci sono altre misure di notevole importanza, forse tutte insieme avrebbero potuto concorrere a quell'effetto di carattere generale di cui abbiamo parlato. Spezzettate, perdono anche questa possibilità

D. Di recente, il presidente del consiglio, Matteo renzi, ha fatto sapere di essere intenzionato a dare un tetto alla tasi, imposta molto discussa. Che ne pensa?

R. Quella di dare un tetto alla tasi è certamente una dichiarazione importante. Naturalmente bisogna vedere quale tetto verrà stabilito, perché potrebbe essere anche controproducente se venisse fissato un tetto alto. Einaudi lo diceva già alla costituente, quando ai comuni si dà un tetto di imposta questi si ritengono in obbligo di raggiungerlo immediatamente. Si dovrebbe comunque trattare di un tetto a tutte le varie imposte, quindi alla pressione fiscale sugli immobili. In questo senso sarebbe certamente una misura apprezzabile, salvo il fatto di valutare i termini esatti della misura adottata

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3 Commenti:

valerio
17 Settembre 2014, 16:23

Abbassare le tasse sulla prima casa e imu progressiva su tutto il resto, il mercato ripartirebbe in 3 giorni.

www.realessandro.it
17 Settembre 2014, 21:27

La scossa puo' derivare da una norma di questo genere che è stata inviata ai competenti componenti delle commissioni parlamentari, apprezzata solo da pochi di essi stante la estesa
Impreparazione in materia dei componenti :

PROPOSTA LEGISLATIVA - PER FAR RIPARTIRE IL PAESE
Gentile onorevole sono un professionista e non amo far perdere tempo ne cerco notorietà ne esibizionismi ma la proposta legislativa che ho elaborato potrebbe portare un notevole slancio alla ripresa. La illustro

Di pochi giorni fà, sul Il Sole 24 ore, la notizia che i fallimenti immobiliari sono raddoppiati. Cio’ è sintomo di una crisi grave e crescente. Eppure se il Legislatore fosse aperto alle proposizioni esterne questo Paese potrebbe anche riprendersi .

Eccola

Il settore edile traina 28 settori portanti dell’economia su 36 ; se riparte l’edilizia riparte il Paese . Non è il caso di costruire nuovi baracconi ; non potendo demolire e ricostruire vale la pena di puntare al recupero dei vecchi fabbricati edificati negli anni del boom economico, puntando sulla leva fiscale con vantaggio per tutti gli attori , erario compreso . La proposta punta al “ bersaglio grosso”, ossia a quel 70% di unità abitative obsolete mal edificate durante gli anni 70 , energivore, insicure .

SI PUO' FARE . ECCO COME .

CONCETTUALMENTE la proposta semplicemente prevede la possibilità per l’ impresa di acquistare in proprio da un privato una unità abitativa da sottoporre a ristrutturazione pagando un’ imposta di registro simbolica dello 0,1% , contro l’ attuale 9 %. Di imposta registro ( più 100 euro per catastali e ipotecarie ) . In pratica se oggi l’impresa compera una unità abitativa di 200.000,00 euro da un privato, non funzionando il prezzo valore, “brucia “ 18.100,00 euro di imposte registro e ipocatastali; secondo la proposta ne pagherebbe 200,00; ne resterebbero 17.900,00 da indirizzare all’intervento manutentivo. L’ agevolazione per contro dovrebbe prevedere l’impegno al rispetto delle normative sulla sicurezza, contributive, salariali, antisismiche, paesaggistiche, del risparmio energetico, l’impegno alla rivendita dell’unità abitativa per es. Entro 5 anni al consumatore finale previo applicazione dell’ imposta ordinaria .
L’ agevolazione dovrebbe prevedere senza se e senza ma ( oltre l’ alleggerimento dell’imposta di registro e ipo-catastali di cui si è detto ) la possibilità di detrarre l’iva pagata ai fornitori , e l’ alleggerimento (laddove fossero previsti ) degli oneri di urbanizzazione e simili da parte del Comune che pure dovrebbe fare la sua parte.

La norma potrebbe comprendere qualsiasi impresa (anche non di costruzione) che operasse con appalto a terzi ; potrebbe essere estesa al privato investitore che volesse eseguire una “prestazione occasionale” conferendo l’ appalto ad un impresa di costruzione rispettosa dei criteri già illustrati; il privato potrebbe persino trattenersi i vantaggi fiscali del 50% o 65% all’ atto della rivendita, facoltà ammessa da una recente norma . E ancora, l’impresa con questi presupposti fiscali potrebbe costituire una “ joint venture” (società mista ) con il privato per poi rivendere: “tu conferisci la casa , io il lavoro, vendiamo e ci dividiamo l’utile “ ;

O ancora si pensi che interesse economico (e quali margini) tale aliquota dell’ 0,1% potrebbe riservare se combinata ad un prezzo d’asta assegnato con un abbattimento del 50% del valore normale

In sintesi: vantaggi per tutti, : l'erario incasserebbe le vere imposte indirette (iva o registro) all'atto del passaggio del bene al consumatore finale (si tratterebbe in sostanza di una sospensione della riscossione al massimo per un quinquennio oltre il quale l’imprenditore si autofattura o il privato versa la differenza dell’imposta di registro non pagata all’origine) ; l’emersione di reddito ed utile in favore dell’ impresa manutentrice comporterebbe un aumento del gettito da IRPEF o IRES ; creazione di nuovi posti di lavoro (in Italia) nell' edilizia e nell' indotto ; conseguente aumento della contribuzione e Irpef/dipendenti , incremento del PIL , attrazione produttiva dei risparmi (che ammontano a circa 4000 miliardi di euro ) aumento del valore immobiliare del Paese (oggi sopravvalutato ) ;la collettività beneficerebbe del recupero del patrimonio edilizio dissestato ed energivoro , vantaggi per l'ambiente, vantaggi dati dalla preservazione dei terreni sottratti alla cementificazione .

D’altro canto è meglio provarci o restare “immobili” ?

APPENDICE
In fatto si tratta di mutuare da una norma vigente indirizzata ad una nicchia di impresa (per cui taglia fuori i privati ), fra l’altro con penalizzazioni per le stesse in tema di deducibilità dell’Iva a credito .La norma di riferimento è disciplinata dal dpr 131/86 , articolo 1.Tariffa, parte I.ma :
Compete la riduzione dell’ imposta all’ 1%: "se il trasferimento avente per oggetto fabbricati o porzione di fabbricato è esente dall’ IVA ai sensi dell’art. 10 primo comma, numero 8-bis, del Dpr 633/72 ed è effettuato nei confronti di imprese che hanno per oggetto esclusivo o principale dell’attività esercitata la rivendita di beni immobili, a condizione che nell’atto l’acquirente (n.d.A: società) dichiari che intende trasferirli entro tre anni”

Ennio Alessandro Rossi commercialista in Brescia

Caro Ennio,
Come si fa a capire una manovra così semplice ?
Trova un modo per complicarla un pò che forse
La approvano !!!!
Non ne possiamo più di questi miopi chiacchieroni
Incompetenti.
Saluti
David Giacobetti Agente Immobiliare in Grosseto

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