Primi segnali consistenti di ripresa per il mercato immobiliare spagnolo. A individuarli uno studio del Banco de España, secondo il quale il rilancio dell’attività dovrebbe contribuire quest’anno a un incremento del Pil dello 0,5%. Il mattone, dunque, finisce sotto i riflettori e va a rappresentare una leva importante per la ripresa del Paese iberico.
Dallo scoppio della bolla nel 2009 il settore è stato duramente colpito: i prezzi hanno subito un tracollo del 45%, grandi costruttori sono falliti, migliaia di agenzie immobiliari hanno dovuto chiudere, molti istituti bancari si sono ritrovati pieni di attivi tossici dell'edilizia. Ma tutto questo sembra ormai appartenere al passato.
Secondo il responsabile del centro studi del banco centrale, José Luis Malo de Molina, cominciano ad aumentare sia i prezzi che le transazioni e la concessione di autorizzazioni per l’avvio di nuove opere. In base a quanto emerso dai più recenti dati, è stato registrato un 29,2% in più di mutui concessi rispetto allo scorso anno, per un importo medio superiore del 7%.
Ma cosa è successo esattamente? La pesante caduta dei prezzi ha attirato gli investitori stranieri, che subito e per primi hanno percepito il cambio di ciclo. Il fondo è stato toccato e ora è partita la ripresa. Questo non vuol dire che siano tutte rose e fiori. Gli acquirenti nazionali faticano ancora ad investire, a causa soprattutto dell’elevato tasso di disoccupazione e del forte senso di precarietà che caratterizza il mondo del lavoro. Ci sono molti appartamenti invenduti, il cui assorbimento si stima sarà molto lento.
Ma il cambio di rotta c’è stato. E se negli anni della crisi acuta il settore immobiliare ha causato la perdita di numerosi posti di lavoro, adesso potrebbe rappresentare la molla che rilancia l’occupazione. Tutto questo, però, viene affrontato con un atteggiamento profondamente differente rispetto al passato. E’ forte, infatti, la consapevolezza della necessità di muoversi con enorme prudenza e cautela, per evitare gli errori commessi in precedenza.
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