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Quali sono le conseguenze per chi si assenta dal posto di lavoro senza un giustificato (e documentato) motivo? Ecco cosa può succedere ai cosiddetti “furbetti del cartellino”.

Innanzitutto, occorre specificare che assenza giustificata è il non presentarsi al lavoro dopo aver preso periodi di malattia, permesso o ferie concordati con la direzione in modo da coordinare la presenza del lavoratore con quella degli altri suoi colleghi e con le esigenze produttive dell’azienda. Possono inoltre capitare eventi imprevisti, come malori improvvisi, decessi di congiunti o casi altrettanto inattesi. Che tuttavia vanno comunicati tempestivamente (secondo le modalità previste dal proprio contratto) per poter dare modo al datore di lavoro di comprendere e regolarizzare l’assenza del lavoratore. Quando però non si verifica alcuna di queste circostanze, l’assenza è ingiustificata.

Cosa succede allora in caso di assenza ingiustificata? La non presenza del lavoratore sul luogo professionale senza che ne abbia spiegato i motivi né concordato le modalità può essere un illecito disciplinare: prima di sanzionare il dipendente, il datore di lavoro deve procedere come da statuto dei lavoratori, seguendo le tre fasi previste al termine delle quali, eventualmente, applicare la sanzione.

Le sanzioni possono andare dal semplice richiamo al licenziamento. Se si giunge ad un caso tanto grave da comportare la perdita del posto di lavoro, la sanzione, prima di essere comminata, va valutata in proporzione all’illecito commesso (valutazione oggettiva), ma anche alle reali motivazioni che hanno spinto il lavoratore ad assentarsi (valutazione soggettiva).

In ogni caso, se un lavoratore viene licenziato per assenza dal lavoro, trattandosi di licenziamento disciplinare, avrà diritto all’indennità di disoccupazione.

 

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