La storia ha davvero dell’incredibile. Durante i lavori di ristrutturazione, da un muro di una casa è spuntato un cofanetto di legno che conteneva titoli di Stato. È successo a un operaio di 50 anni di Ceccano, in provincia di Frosinone, che, quando ha scoperto di cosa si trattasse, dopo qualche ricerca, ha realizzato che il tesoretto valeva circa un miliardo delle vecchie lire nel 1962, anno in cui è scaduto. La beffa, però, è che oggi sarebbe solo carta straccia. Ma l’operaio non si arrende e ricorrerà alle vie legali.
Il caso
Non è certo la prima volta che in una casa si facciano incredibili ritrovamenti, ma quanto accaduto a Ceccano è davvero singolare. Nell’abitazione di famiglia, durante dei lavori di ristrutturazione, un cinquantenne ha visto uscire dalla parete quello che può definirsi a pieno titolo un “tesoro”, anche se d’epoca.
Proprio così, perché da una parete è uscito un cassetto in legno con dei fogli di giornale che coprivano ulteriormente titoli di Stato risalenti all’epoca fascista: si tratta di un buono fruttifero di 500 lire del 1937, con tanto di effige di Vittorio Emanuele III.
Le cedole sono da 12,25 lire e il piano di ammortamento, se fosse stato incassato alla scadenza prevista nel 1962, avrebbe fruttato un miliardo delle vecchie lire. Nella cassetta di legno è stato trovato anche un libro mastro con degli appunti non più leggibili. Con buona probabilità a conservare la cassetta sarebbe stato il nonno dell’operaio, un agricoltore che negli ultimi anni di vita aveva perso la memoria.
Cosa succede ora
Il quotidiano Il Messaggero ha raccolto la reazione del cinquantenne di Ceccano, che ha dichiarato: "Ero molto legato a mio nonno e mi piace pensare che a guidarmi alla scoperta di quella cassetta di legno nascosta dentro il muro con i buoni di Stato sia stato proprio lui. Come gli uomini del suo tempo, era un gran risparmiatore. È un peccato che il frutto dei suoi sacrifici sia venuto fuori solo ora e rischi di essere vanificato".
Proprio così, perché per Bankitalia i termini sono ormai trascorsi e la somma non può più essere riscossa. Non è la prima volta che accade una cosa simile e i precedenti non sono molto incoraggianti. Tuttavia, l’operaio che ritrovato il tesoretto del nonno non vuole arrendersi e ha ingaggiato dei legali per provare tutte le vie per incassare il “tesoro” ricomparso dalle pareti di casa.
Secondo i legali del cinquantenne, infatti, ci sarebbero margini per tentare di incassare i buoni fruttiferi, perché i pareri giurisprudenziali sarebbero discordanti, nonostante la "circolare della Banca d'Italia esclude la possibilità di riscossione", spiegano gli avvocati. Ma di quanto stiamo parlando? Tra rivalutazione monetaria e interessi, si parla di almeno due milioni di euro, motivo per cui il nipote non vuole lasciare nulla di intentato. E come dargli torto.
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