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Se ne parla ormai da anni ma la strada per arrivare a un definitivo cambio di scenario in ambito previdenziale è ancora lunga. L’emergenza della guerra in Ucraina, la pandemia e la crisi energetica hanno contribuito a ridefinire l’agenda politica del governo Draghi prima e di quello Meloni poi. Ma ora è ripartito il tavolo di confronto tra esecutivo e sindacati per la riforma delle pensioni 2024, anche se l'incontro andato in scena la scorsa settimana è risultato quantomeno interlocutorio. Scopriamo tutte le notizie e le novità dell’ultima ora da quota 41 a opzione donna e non solo.

Lo scenario

Il primo incontro del tavolo tecnico per la riforma delle pensioni 2024 tra governo e sindacati era andato in scena lo scorso il 19 gennaio. Ma è a cavallo dell'estate che dovrebbe entrare nel vivo, nonostante l'incontro di settimana scorsa sia stato definito interlocutorio da parte dei sindacati, secondo i quali "non è stato fatto nessun passo in avanti".

L’obiettivo dichiarato del governo con la riforma delle pensioni 2024 è quello di migliorare la normativa vigente, con specifica attenzione alla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Le categorie più interessate saranno quelle dei lavoratori con mansioni usuranti e un intervento sulle pensioni sperimentali come opzione donna.

Altro tema fondamentale che dovrà affrontare la riforma delle pensioni 2024, secondo le ultime notizie, sono i meccanismi di staffetta generazionale per incentivare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro senza disperdere il patrimonio di competenze dei più anziani.

Tuttavia, il nodo principale, allo stato attuale, riguarda opzione donna, sulla quale manca una piena convergenza anche in seno alla maggioranza, con la misura che è uscita fortemente ridimensionata dall’ultima legge di Bilancio, ma che la ministra Calderone vorrebbe ampliare nuovamente.

Gli obiettivi della riforma delle pensioni

Stando alle indiscrezioni dell’ultima ora, all’ordine del giorno del prossimo incontro governo-sindacati dovrebbe esserci la flessibilità in uscita, tra i nodi fondamentali anche da sciogliere in vista della Manovra 2024. Successivamente le parti dovranno confontarsi anche sugli altri demi caldi della riforma delle pensioni come opzione donna previdenza complementare.

Nel dettaglio, i sindacati vogliono accendere i riflettori sulle pensioni dei giovani. La proposta è di introdurre una pensione di garanzia, che possa garantire un minimo pensionistico e crescere in base a contribuzione ed età anagrafica, che valorizzi anche periodi di formazione, politiche attive, lavoro di cura, stage, disoccupazione.

Si lavora per studiare un meccanismo di contribuzioni figurative già a partire dal percorso scolastico e riscatti della laurea ancor più agevolati, oltre al rilancio dei fondi pensione  privati, con l'introduzione del silenzio assenso per il versamento delle quote di TFR direttamente nella previdenza integrativa.

Le proposte per la riforma delle pensioni

La posizione dei sindacati sui temi da affrontare e le modifiche da attuare nella riforma delle pensioni 2024 è chiara. Le parti sociali chiedono in primis la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

Altro aspetto cruciale per i sindacati è l’ampliamento della platea dei lavori gravosi e usuranti anche a coloro che svolgono attività lavorative con esposizione a materiale nocivo e a coloro che hanno  una malattia professionale riconosciuta dall'Inail e  per chi è affetto da malattie che determinano un’attesa di vita più bassa.

Così, in tempi di aumenti dell’inflazione, si richiederebbe al governo un intervento che preveda nuovi criteri per l’indicizzazione delle pensioni, estensione della quattordicesima pensione e anche una riduzione delle tasse sui redditi da pensione.

Chiara e nota da tempo anche la posizione della Lega, che nella riforma delle pensioni 2024 vorrebbe inserire la cosiddetta quota 41 per tutti, ovvero la pensione senza limiti di età  con il solo requisito di 41 anni di contributi.

Mentre il presidente dell'Inps Pasquale Tridico vorrebbe sottoporre al tavolo una pensione anticipata a 62-63 anni con almeno 20 anni di versamenti. Il meccanismo dovrebbe prevedere  un assegno parziale, relativo alla sola parte di pensione maturata con il metodo contributivo, spostando l'erogazione della parte retributiva a partire dai 67 anni necessari per accedere alla pensione di vecchiaia.

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