Dopo l’estate riprenderà il tavolo tecnico di confronto tra governo e sindacati, che si incontreranno per gli ultimi due appuntamenti in programma a settembre con oggetto la riforma delle pensioni per il superamento della legge Fornero. Secondo le ultimissime notizie, la novità dell’ultima ora sarebbe quota 96, un meccanismo di uscita anticipata dal mondo del lavoro in vigore prima del 2021. Scopriamo di cosa si tratta e quali sono le ipotesi al vaglio.
Riforma delle pensioni, il confronto tra le parti
Il confronto tra sindacati e governi, complici le varie emergenze che sono sopraggiunte, è andato un po’ al rilento. Ma, del resto, la riforma delle pensioni è sull’agenda politica di tutti gli esecutivi che sono arrivati dopo quello presieduto da Monti, che ha avallato la tanto dibattuta legge Fornero.
Con buona approssimazione, difficilmente si potranno formulare concrete ipotesi di superamento prima del prossimo autunno, quando si inizieranno anche i lavori per la prossima legge di Bilancio. Per i sindacati la priorità non è solo rendere strutturale (con qualche modifica) opzione donna e incentivare la pensione anticipati per lavoratori fragili e mansioni gravose, ma anche introdurre strumenti a sostegno dei giovani.
Le ipotesi sul tavolo
Tuttavia, è difficile che si arrivi a una vera e propria riforma già a partire dal 2024, anno in cui dovrebbero essere introdotte delle soluzioni ad interim, sulla falsariga delle ultime (quota 100, quota 102 e l’attuale quota 103). Da più parti, una delle piste più battute è quella che porta a quota 41 (sia Lega che sindacati, seppur con differenze, la vedrebbero di buon occhio).
Nello specifico, l'obiettivo della Lega e di una parte della maggioranza resta quello di aprire la strada prima della fine della legislatura a quota 41 in forma secca (pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età).
C’è una discreta unità di intenti anche per rinnovare misure come opzione donna e ape sociale, che in assenza di un intervento di proroga scadrebbero il prossimo 31 dicembre 2023. Non è da scartate, tuttavia, nemmeno una proroga di quota 103 (possibilità di uscita con 41 anni di contributi e 62 anni d'età). Ma la vera novità è quota 96 che, in un certo senso, rappresenterebbe un ritorno al passato.
Quota 96, cos’è e come funziona
Tra le varie ipotesi sul tavolo del confronto, secondo le ultimissime notizie, si starebbe facendo largo anche quota 96. Con tutta probabilità, lo schema a cui si lavora garantirebbe l'uscita anticipata dal lavoro con 61 anni d'età (ma c'è chi ipotizza anche con 60 anni, come era fino al 2011) e 35 di versamenti solo per alcune specifiche categorie. E tra queste dovrebbero essere comprese quelle dei lavori impegnati in attività gravose e usuranti.
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