Quanto incide sulla bolletta un piano cottura a induzione? Mostrare con un’equazione precisa come si traduca l’utilizzo della cottura a induzione nelle spese in bolletta è molto difficile, in quanto le modalità di impiego dell’elettrodomestico, insieme alla tariffa stabilita nel contratto di fornitura elettrica, determinano spese differenti. Nonostante ciò, alcuni fornitori propongono offerte e contratti con cui si può arrivare a risparmiare fino al 25% in bolletta rispetto a fornelli a gas tradizionali.
Il piano cottura a induzione è una delle soluzioni ideali per il risparmio energetico: il rendimento stimato al 90% è decisamente più alto rispetto a quello delle piastre a gas, che oscillano tra il 45% e il 65% di resa per via della dispersione di calore non indifferente.
Oltre a dei costi fissi, applicati in situazioni dove risulta necessario l’aumento di potenza al contatore, con le lastre per la cottura a induzione si aprono opportunità di risparmio allettanti: l’allacciatura al gas è uno dei costi che gravano sulla bolletta e potrebbe essere addirittura eliminato.
Quanto consuma un piano a induzione e l’impatto sulla bolletta
Cosa conviene di più, gas o induzione? Per verificare quanto incide sulla bolletta un piano cottura a induzione, è possibile individuare un esempio pratico. Ipotizzando di dover necessitare di 450 kWh di calore l’anno per il piano cottura e trascurando alcuni fattori che influenzano i costi, tra cui la modalità di impiego, basta mettere a confronto le due situazioni:
- un fornello a gas con efficienza pari al 50% deve impiegare 900 kWh, equivalenti a 84 Smc (standard al metro cubo), per distribuire quel calore;
- un piano cottura a induzione, con rendimento attestato al 90%, utilizza 500 kWh in un anno in questa situazione.
Considerando un prezzo dell’energia elettrica per tariffe monorarie F0 fissato a 0,15791 €/kWh nell’ultimo trimestre del 2023, un ipotetico costo medio mensile sarebbe uguale a 78,96 euro. A seconda di come oscillano i prezzi dello standard al metro cubo e dell’elettricità, in alcuni mesi si potrebbe avere un risultato in bolletta migliore in presenza di un piano cottura a induzione. Ancor meglio, un impianto con pompa di calore o pannello fotovoltaico può eliminare il costo fisso dell’allacciatura al gas, che rappresenta un costo fisso.
Quanto consuma un piano a induzione in un’ora?
I piani cottura a induzione hanno migliorato le prestazioni dei piani basati sempre sul funzionamento elettrico ma alimentati da resistenze. Infatti, parlando di piano cottura a induzione o elettrico e consumi, oltre a ricordare il diverso funzionamento del primo rispetto al secondo, si può dire che il consumo medio per le piastre a induzione è attestato tra i 170 e i 180 Wh/kg mentre oscilla nel range 180 - 199 Wh/kg per piani cottura elettrici realizzati con resistenze.
Piano cottura a induzione: pro e contro
Quando si parla di piano a induzione non si è più davanti a una novità del settore; infatti, l’utilizzo di questi dispositivi in cucina è sempre più frequente nelle cucine italiane. Esistono diversi vantaggi presentati dal piano cottura a induzione:
- rapidità: le zone di cottura della lastra raggiungono la temperatura impostata sul display molto più velocemente rispetto ai tradizionali fornelli a gas;
- sicurezza: non vi è dispersione della fiamma e l’unica parte riscaldata è quella a contatto con la pentola;
- pulizia della superficie: la lastra in vetroceramica, di dimensioni tra i 30 e i 90 cm, è facilmente pulibile con una spugna;
- consumo energetico ridotto: l’alto rendimento e l’assenza di dispersione del calore hanno un impatto in bolletta;
- impatto ambientale contenuto: la possibile integrazione con impianti fotovoltaici rappresenta come l’alimentazione tramite fonti rinnovabili sia alla base dei piani cottura a induzione.
Più che parlare di svantaggi del piano a induzione, è più corretto parlare di accorgimenti da non trascurare quando si vuole acquistare uno di questi dispositivi. Partendo dal più banale problema delle pentole ad hoc, sul mercato sono ormai comuni le batterie utilizzabili tranquillamente su fornelli a induzione così come i dischi adattatori utili per avviare il campo magnetico. Il requisito base per queste pentole è il fondo lineare e ferroso (la compatibilità con l’induzione è spesso contrassegnata).
I costi di installazione sono indubbiamente molto elevati, considerando la differenza di prezzo rispetto ai piani cottura a gas. Nonostante ciò, il beneficio si potrà avere nel lungo periodo, dove ci si può fare un’idea dell’alta efficienza dell’elettrodomestico ad induzione guardando la bolletta.
Bastano 3 kW per un piano a induzione?
Uno dei punti critici dei piani cottura a induzione è proprio la potenza assorbita: infatti, per far funzionare questi pannelli a induzione contemporaneamente con gli altri elettrodomestici della casa può essere necessaria una potenza totale di 6 kW, che non appartiene a tutti i contatori.
I 3 kW offerti da un contratto base di fornitura domestica potrebbero non essere sufficienti. Niente panico! I fornelli a induzione presentano soluzioni anche per questo inconveniente:
- power management: permette di ridurre la potenza assorbita dal piano cottura tra i 2 e gli 1,5 kW e di gestire il piano cottura mentre sono in funzione altri apparecchi in casa come il phon o la lavatrice. Naturalmente, le zone di cottura offriranno meno intensità di calore quando verranno attivati questi limitatori di potenza;
- aumento di potenza del contatore: dopo aver analizzato i propri consumi e l’impiego di ciascuno degli elettrodomestici in casa, la soluzione più adatta può essere la variazione della potenza contrattuale fino a 4,5 kW (per famiglie numerose) o 6 kW (il massimo disponibile, interessa nuclei familiari ampi che utilizzano gli elettrodomestici frequentemente).
Contattando il proprio fornitore è possibile fare richiesta per accedere a questo aumento di potenza erogata dal contatore.
Quanto si risparmia con il piano cottura a induzione? Un breve confronto
Una volta chiarito quanto incide sulla bolletta un piano cottura a induzione, è bene ribadire come uno dei suoi scopi finali sia l’abbattimento delle emissioni di gas serra, affiancato all’obiettivo primario dell’elettrificazione dei consumi energetici. Per esempio, se si volesse ottenere un’energia termica pari a 1.000 W nella pentola da riscaldare:
- il fornello a gas deve impiegare 2.000 W;
- il piano cottura elettrico arriva fino a 2.200 W;
- il piano cottura a induzione utilizza 1.100 W, avendo un rendimento intorno al 90%.
Tramite il confronto di diversi elettrodomestici con la medesima funzione si arriva a capire l’importanza di ridurre la dispersione energetica e l’efficienza delle piastre a induzione elettromagnetica.
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