Cresce lo student housing in Italia. Secondo il Rapporto "‘Lo student housing da mercato di nicchia a comparto maturo’, presentato nel corso del convegno Italia chiama Europa - Il futuro degli studentati al 2030 e realizzato da Scenari Immobiliari, nel nostro Paese ci sono oltre 85.000 posti letto per studenti. Nei prossimi tre anni questo numero si incrementerà di circa 28.000 posti letto, con la maggior parte delle aperture di nuove strutture previste nel 2026, per arrivare a un’offerta che complessivamente supererà le centomila unità entro il 2027.
Dal momento che il numero degli studenti presso le università tradizionali è atteso stabile nel breve periodo e che la quantità di offerta di alloggi per studenti è prevista in crescita, si stima che il tasso di copertura possa raggiungere il 15 per cento entro tre anni, limitando il divario nazionale con la media europea. Il Rapporto è stato realizato da Scenari Immobiliari per Re.Uni, l’associazione che riunisce i tre principali player del settore student housing italiano (Camplus, CampusX e Joivy) e bedStudent.
“In Italia - ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari - il settore dello student housing si dimostra un asset class in forte evoluzione, con un alto potenziale di investimento e diversificazione a livello geografico. Inoltre, l’attuale divario tra l’offerta esistente e la crescente domanda di alloggi universitari sta creando una grande opportunità per gli investitori immobiliari.
L’attrattività del settore è confermata dal sempre più alto numero di sviluppatori, player e operatori di mercato. In particolare, gli studentati in pipeline si caratterizzano per una struttura degli investitori che vede attori diversi coinvolti, perlopiù fondi immobiliari o società straniere di investimento”.
Il PNRR per incentivare lo student housing
Un ulteriore incentivo per investire nello student housing arriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), questo investimento con fondi pubblici rappresenta un’ottima opportunità per i soggetti privati” e un banco di prova per le capacità di collaborazione dell’industria immobiliare e di verifica della qualità di chi gestisce le residenze.
“L’associazione Re.Uni è pienamente consapevole che il mercato delle residenze universitarie sta attraversando un momento di grande fermento e interesse, anche internazionale. Pensiamo quindi che sia necessario mettere in campo le risorse di gestori specializzati, competenti e attenti alle esigenze dello studente, per rispondere al meglio a questa esigenza reale di posti letto, anche grazie a una compiuta collaborazione tra soggetti privati e pubblici” ha affermato Maurizio Carvelli, Presidente Re.Uni. “Abbiamo scelto di lanciare pubblicamente l’associazione attraverso una ricerca perché spesso sul settore si presentano dati non corretti, soprattutto sui costi e sui posti letto, e riteniamo fondamentale lavorare partendo da dati reali perché solo così possiamo fare il bene degli studenti e del loro diritto allo studio.
Proprio su questo il nostro lavoro si concentrerà nei prossimi anni perché solo con una vera riforma della legge per il diritto allo studio possiamo garantire più posti letto e quindi anche prezzi più competitivi che siano rispondenti alle esigenze di tutti gli studenti e le loro famiglie. Avendo come duplice obiettivo sia quello di allargare gli scritti all’associazione, che oggi è composta dai soci fondatori Camplus, Campus x, Joivy e del primo nuovo associato, bedstudent, sia quello di dialogare con investitori, enti pubblici e Ministero per garantire al sistema universitario un mercato dello student-housing all’altezza” ha concluso Carvelli.
I nuovi progetti residenziali per studenti
L’attività immobiliare prevista nei prossimi anni verrà sviluppata nei principali poli universitari del nord: Milano, Torino, Padova e Bologna confermano il loro ruolo primario mentre Roma e Firenze acquisiscono maggiore rilevanza.
Gli sviluppi previsti restituiranno una geografia della residenzialità per studenti universitari non omogenea, oltre il 75 per cento dei posti letto saranno sviluppati nelle regioni settentrionali, meno del cinque per cento nei territori del Mezzogiorno e la restante quota, circa il venti per cento, nelle regioni del Centro Italia.
È interessante notare, oltre alle città citate in precedenza, l’interesse per i capoluoghi secondari come Aosta, Bolzano e Bergamo, parallelamente si evidenzia la necessità di espandere i territori consolidati allargando il perimetro comunale verso contesti urbani provinciali come Sesto San Giovanni e Novate Milanese.
Questa distribuzione non omogenea dei posti letto in pipeline aumenterà il divario tra i poli universitari del Nord e quelli del Mezzogiorno, incidendo sul calo significativo di iscrizioni nelle università del Sud il cui il tasso di copertura dei posti letto è sotto la media nazionale (8,8 per cento).
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